Quante volte ci siamo domandati che fine abbia fatto questo o quel giocatore, scoprendo magari che era finito ad ammuffire in qualche ufficio, riciclato dalla società per cui aveva giocato o magari mandato a scoprire giovani talenti nei più sperduti angoli del pianeta?
Eh si, perché per chi vive di solo calcio è difficile svegliarsi una mattina e scoprire che esiste un mondo fuori ed è per questo che molti decidono di restare nell’ambiente, seppure con compiti lontani anni luce dalle proprie inclinazioni.
Ma in mezzo a tanti che cambiano mestiere, restando nel giro, c’è anche chi proprio non riesce a staccare la spina, chi ha bisogno di correre dietro ad un pallone che rotola, anche se la carta d’identità consiglierebbe di dedicarsi ad attività più sedentarie. Recentemente abbiamo letto su tutti i giornali la storia di Marco Ballotta, già considerato un nonno ai tempi della Lazio, ma con tanta birra in corpo da tentare l’avventura con il Calcara Samoggia in Prima Categoria. E non è l’unico.