Italia-Egitto, analisi di una figuraccia

I campioni del mondo sconfitti dai campioni d’Africa. Detta così, può non sembrare una gran cosa, ma andando ad analizzare le due squadre, e soprattutto la partita, ci rendiamo conto che si è trattato di una vera e propria umiliazione.

Partendo dai freddi numeri, basti dire che l’Italia è quarta nel ranking Fifa, l’Egitto solo quarantesimo; l’Italia ha la quasi certezza di partecipare al prossimo mondiale, l’Egitto di certezze ne ha ben poche, visto che è ultimo nel girone che prevede anche Ruanda, Algeria e Zambia, di certo non squadroni. Eppure ieri sera non solo sono stati in grado di sconfiggerci, ma anche di batterci sul piano del gioco.

I motivi di una tale sconfitta possono essere tanti. Con molta probabilità c’è che nella testa dei calciatori c’era la sicurezza di avere già i tre punti in tasca. Eppure sarebbe bastato guardare la partita disputata con il Brasile per capire che l’Egitto non è squadra da sottovalutare. Sotto accusa sicuramente anche le scelte di Lippi, che non ha le idee chiare sull’attacco, ma continua a sbagliare la formazione. La nazionale ha poche idee, il gioco sempre uguale, concentrato soltanto sulle punizioni di Pirlo e sulle sovrapposizioni di Grosso e Zambrotta. Un po’ poco per dei campioni del mondo.

Che fine ha fatto Taribo West?

Ricordate Taribo West, il nigeriano dalle treccine multicolore che vestì le maglie di Inter e Milan alla fine degli anni novanta? Sicuramente i tifosi delle squadre milanesi non lo hanno dimenticato, come crediamo si ricordi bene di lui il centrocampista russo Andrej Kanchelskis, che a causa di una sua entrata a forbice ha rischiato seriamente di chiudere con largo anticipo la carriera da professionista.

Era arrivato in maglia nerazzurra dopo l’esperienza francese nell’Auxerre e durante la permanenza in Italia si è messo in luce più per le acconciature strambe e per gli atteggiamenti al limite del consentito che per il contributo offerto alla causa del proprio club. Nell’Inter fece in tempo a conquistare una Coppa Uefa nella stagione ’97-’98, prima di passare al Milan, dove però ebbe ben poca fortuna, giocando la miseria di quattro partite.

Correva l’anno 2000 ed il 26enne nigeriano si preparava a diventare un vero giramondo del pallone. Che fine ha fatto dopo l’avventura italiana?

La nuova maglia della Nazionale

Faremo fatica a riconoscere i nostri beniamini durante la prossima manifestazione internazionale. E non parliamo solo dei tanti volti nuovi che non hanno mai vestito l’azzurro, ma anche dello stesso azzurro che dovrebbe caratterizzare la nostra divisa, diventato improvvisamente pallido per rendere omaggio alla gloriosa casacca indossata dall’Italia di Pozzo negli anni ’30. Un assaggio della novità lo avevamo già avuto nei mesi scorsi, ma ieri è arrivata la presentazione ufficiale in quel di Coverciano, con Lippi e Gattuso chiamati a far da “modelli”.

E’ un azzurro un po’ più pallido, ma qualsiasi sia il colore, le quattro stelle ci sono e noi vogliamo onorare questa maglia.

Con Lippi ce lo auguriamo anche noi, qualunque siano i toni dell’azzurro o i colori dei calzettoni (marroni per l’esattezza). Intanto c’è da ben figurare nella prossima Confederations Cup (dal 14 al 28 giugno), poi si tornerà a parlare di qualificazioni mondiali, nella speranza di uguagliare proprio l’Italia di Pozzo. Ma a quel punto la maglia della nazionale avrà già ripreso il suo solito azzurro. Intanto voi beccatevi la gallery della casacca scolorita.

Nazionale, torna Cassano?

La Confederations Cup, le prove generali per la Coppa del Mondo, è alle porte. Tra poco più di una settimana verranno ufficializzate le convocazioni, e ci saranno delle novità. Ad

Lippi-show alla Sapienza di Roma

Si sa che ogni volta che Lippi rilascia qualche dichiarazione, sono sempre titoloni sui giornali. Quando poi lo lasciano andare a ruota libera, allora non lo tiene più nessuno e diventa uno spettacolo in stile Fiorello. Ci manca solo che si metta a ballare, ma poco ci manca.

Davanti agli studenti della Sapienza di Roma il ct della nazionale sciorina aneddoti dei suoi ultimi anni da allenatore, meritevoli di un libro per ognuno. Da premettere comunque che all’Università romana il ct della nazionale ci è andato non per un one man show, ma per tenere una letio magistralis nell’ambito del tema La squadra di successo: gestire, valorizzare e integrare le differenze. E così, tra una lezione di vita ed un’altra, non potevano di certo mancare le sue battute e le esperienze di una vita tutt’altro che ordinaria.

Panchine italiane, che confusione: il prossimo anno rivoluzione in serie A

Molte delle panchine più importanti della serie A potrebbero cambiare titolare il prossimo anno. In primis, c’è un’asta internazionale per accaparrarsi Carletto Ancelotti. Galliani se lo tiene stretto e dice di non avere intenzione di mollarlo almeno fino alla fine del contratto (che scade nel 2010), ma i tabloid inglesi (che però non è che ci azzeccano sempre) non sono affatto sicuri di questo.

Nonostante la grande gara di ieri del Chelsea, e l’amore incondizionato del suo pubblico, Hiddink conferma di non voler rimanere il prossimo anno a Londra, almeno come allenatore. Per questo, secondo il Sun, pare sia sceso in campo Abramovich in persona, che dopo aver mediato con la federazione russa per far sedere il tecnico olandese sulla panchina del Chelsea, sembra che adesso stia cercando di convincere addirittura Berlusconi a far andare via Ancelotti.

Convincere l’allenatore invece non è difficile. Sembra infatti che le due parti già si siano messe d’accordo sulla base di un contratto di 5,8 milioni di sterline all’anno, più di quanto prendono Capello o Mourinho. Ma sarà tutto così semplice? Secondo gli inglesi sembra di sì (il Sun dice che Ancelotti ha promesso di prendere in mano il Chelsea la prossima estate), ma secondo noi mica tanto.