Argentina, Messi e Burdisso ai ferri corti

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In casa dell’Argentina l’aria è diventata irrespirabile dopo i due pareggi rimediati nelle prime due gare di Coppa America. Lionel Messi è finito nell’occhio del ciclone, poiché non è riuscito a dimostrare tutto il proprio valore sul campo, e pare che anche qualche compagno di squadra cominci a non credere nelle qualità del talentuoso numero 10 del Barcellona.

La dimostrazione verrebbe da un litigio piuttosto acceso tra Messi e Nicolas Burdisso, difensore della Roma, al termine di un’azione non andata a buon fine. A detta di una parte della stampa argentina, Burdisso avrebbe invitato l’attaccante ad un maggiore impegno in mezzo al campo, gridandogli “bimbo, metti in funzionamento le pile”. Un’espressione più colorita viene riportata invece da altri quotidiani, secondo i quali il difensore della Roma si sarebbe lasciato scappare un “bimbo, nell’ultima azioni dovevi correre. Non puoi farti anticipare. La p… che te pariò (equivalente al nostro figlio di…)”.

Lionel Messi è ancora il numero uno al mondo?

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Chi è il giocatore più forte del mondo? A giudicare dall’assegnazione degli ultimi due Palloni d’oro non ci sono dubbi in proposito. Lui, la Pulce, Lionel Messi, uno dei pochi sulla faccia del Pianeta in grado di poter cambiare da solo le sorti di una partita. Ma è davvero così? Molti si pongono il dubbio dopo averlo visto giocare con la maglia della nazionale argentina, con la quale solo raramente è riuscito ad essere determinante, ad illuminare il gioco, a segnare caterve di reti, come invece fa non appena la sua pelle si tinge di blaugrana.

Lo scorso anno durante i mondiali del Sudafrica furono in molti a scagliarsi contro Maradona, accusandolo di scarsa esperienza da allenatore, ma già qualcuno cominciava a covare dei dubbi sulla classe del numero 10 tascabile, che lontano da Barcellona non riesce ad esplodere definitivamente.

Coppa America: Argentina – Bolivia 1-1

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E’ cominciata la Coppa America con l’interminabile duello tra Argentina e Brasile per stabilire qual è la nazionale più forte del Sudamerica, e perché no, anche del mondo. Ma come spesso accade, le aspettative vengono deluse proprio dai padroni di casa, almeno nella gara inaugurale.

L’Argentina dei palloni d’oro (i due di Messi), e di quelli potenziali, affrontava la piccola Bolivia, squadra che da molti era considerata uno sparring partner. Ma siccome nel calcio tutto può succedere, ecco la partita che non ti aspetti con gli ospiti che sfiorano il colpaccio.

La Liga rischia il collasso

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Siamo abituati a pensare che il nostro calcio stia attraversando una grossa crisi: i litigi tra i club per la ripartizione dei diritti tv, il nuovo contratto tra calciatori e Lega che non viene firmato, il nuovo calcioscommesse, i debiti.

Tutto vero, ma anche gli altri campionati non se la passano bene. Persino la Liga, che negli ultimi anni viene vista come un modello per i successi targati Barcellona, e le sue stelle – in primis il duo Cristiano Ronaldo e Lionel Messi – se la passa male.

Liga: Deportivo a rischio retrocessione, Valencia in Champions

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Sono lontani i tempi del Super-Depo. La squadra di Lacoruna che in Champions League faceva paura a mezza Europa non c’è più, e rischia di non esserci ancora per molto, visto che in caso di sconfitta la prossima settimana potrebbe trovarsi in Serie B.

Il Real Saragozza vince contro l’Espanyol ed un clemente Barcellona lascia almeno un punto al Deportivo, altrimenti allo stato attuale sarebbe terz’ultimo proprio insieme al Saragozza. Un solo punto li distanzia, e così la prossima giornata sarà decisiva.

Calciatori più ricchi del 2011: vince Cristiano Ronaldo, Balotelli primo italiano

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L’annosa sfida tra Cristiano Ronaldo e Messi questa volta va al portoghese. Ma non stiamo parlando di calcio giocato, bensì di chi ha il conto in banca più ricco. Se infatti la Pulce guadagna più di tutti in quanto a sponsor, è CR7 a superarlo per stipendio, guadagnando un milione netto al mese, o circa 23 euro al minuto (compreso mentre dorme), solo per prendere a calci un pallone.

La stella del Barcellona arriva solo secondo, guadagnando in un anno “appena” 10,5 milioni, seguito da Fernando Torres e Yaya Touré con 10 milioni netti. A stabilirlo è Futebol Finance che ha stilato la sua top 100 dei Paperoni del calcio, inserendo il primo calciatore della Serie A, Ibrahimovic, al settimo posto con 9 milioni di euro l’anno, seguito a ruota da Eto’o con 8 milioni.

Liga: super Kakà, doppietta per lui, 6 gol per il Real

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La terza sfida tra Real Madrid e Barcellona è già iniziata. Le due squadre scenderanno in campo in settimana per la Champions League, ma già si lanciano messaggi in campionato. Un campionato ormai chiuso, con 8 punti di vantaggio per il Barça, e per questo le scelte obbligate di Mourinho e Guardiola sono di mandare in campo i panchinari, sperando di non pentirsene.

E almeno stavolta non sbagliano. Prima comincia il Real che ritrova un grande Kakà, il quale sembra aver recuperato completamente dai vari infortuni che lo hanno martoriato negli ultimi due anni. Una doppietta, ma anche assist, scatti e dribbling fanno di lui una nuova arma su cui lo Special One potrà contare in coppa, anche se difficilmente lo lascerà scendere in campo dal primo minuto.

Liga: video Real Madrid – Barcellona 1-1

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Il primo dei quattro scontri tra Real Madrid e Barcellona si chiude con un pari poco spettacolare. Se dal punto di vista del gioco il Barça è immensamente più forte del Real, ci sentiamo di dare la palma di migliore in campo a Mourinho che, dal punto di vista tattico, riesce a colmare le lacune tecniche e psicologiche dei suoi giocatori.

Lo Special One ha imparato dalla manita dell’andata e decide che il miglior modo per affrontare il Barcellona è con la cautela, e non a viso aperto. Ed il campo gli dà ragione. Per tutto il primo tempo c’è solo un’azione pericolosa per i blaugrana, ma una volta tanto a Messi rimane il colpo in canna. Ben più pericoloso Cristiano Ronaldo su punizione che sfiora il palo.

Liga: Real e Barcellona vincono di rigore, doppietta per Kakà

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Segna solo su rigore, ma almeno segna. Kakà, che non gioca quasi mai per problemi fisici, viene finalmente mandato in campo titolare da Mourinho che preferisce far riposare i suoi uomini migliori dopo l’impresa contro il Tottenham in Champions League. L’avversario non è dei più semplici, l’Atletico Bilbao che prima di questa giornata era quinto in classifica, ma non importa, le “riserve”, se così si possono chiamare, del Real Madrid sono forti abbastanza da non impensierire lo Special One.

Due rigori, uno per tempo ed entrambi netti, consentono all’ex milanista di mandare in doppio vantaggio i suoi, mentre a metà secondo tempo Mourinho manda in campo Cristiano Ronaldo che segna pochi minuti dopo nel tentativo di soffidare a Messi il titolo di capocannoniere. I padroni di casa, se nel primo tempo avevano fatto vedere qualcosa, nella ripresa non sono pervenuti, ma dopotutto erano consapevoli che non era questa la partita da vincere.