Liga: Barça-Real, si corre sul 2-0

Identico risultato nella trentesima giornata della Liga spagnola per Barcellona e Real Madrid, e la fuga rimane a due. Nell’anticipo del sabato il Barça prova ad allungare sugli acerrimi rivali vincendo 2-0 contro il Recreativo Huelva, ma 24 ore dopo le distanze si ripristinano con lo stesso risultato dei blancos contro il Valladolid.

Al Camp Nou arrivava un piccolo Recreativo Huelva che si ritrovava ad affrontare la corazzata blaugrana, che però continuava con il suo turnover pro-Champions. Si credeva dovesse finire con la solita goleada per i padroni di casa quando dopo 40 secondi Iniesta segna di testa l’1-0, ed invece il Recre non si scompone e rimane a dar fastidio al Barça con i contropiede. Ma sono sempre Messi e compagni a sfiorare il gol, fino a metà ripresa quando Morris segna un autogol che consegna la vittoria alla squadra di Guardiola.

Tutti contro Maradona

Nel bene e nel male riesce sempre a far parlare di sé. Arrivato sulla panchina dell’Argentina tra molte acclamazioni e qualche critica, Diego Armando Maradona era riuscito a far ricredere quanti lo accusavano di poca esperienza in panchina, infilando tre vittorie consecutive senza subire nemmeno l’ombra di una rete.

Un percorso netto che faceva ben sperare in chiave futura, ridando vigore ad una nazionale che negli ultimi decenni ha visto sempre gioire gli altri, accontentandosi di alzare trofei a livello giovanile (vedi la recente olimpiade). E così Diego diventava San Diego, salvatore della patria, unico uomo al mondo capace di risollevare le sorti della nazione. Fino a ieri, almeno.

Oggi Diego scende dal piedistallo e si becca le sue prime critiche da allenatore dell’Argentina. Perché ci può stare di perdere, ci mancherebbe, ma non si può accettare l’umiliazione di un punteggio tennistico, specie se arriva per mano della Bolivia che non ha certo la fama di ammazza-grandi. E allora tutti contro Diego, l’uomo che ha deciso di fare a meno di Riquelme, l’uomo che non ha dato un gioco alla propria squadra, l’uomo che forse non riuscirà a portare i suoi all’appuntamento con il mondiale sudafricano.

E’ Beckham il giocatore più pagato

E’ il calciatore più mediatico del pianeta, capace di muovere milioni di ammiratori solo con la sua presenza, ma non è certo questo il record più gradito allo Spice Boy. In un mondo in cui le bandiere hanno quasi completamente perso il proprio colore briillante, ciò che conta veramente è il conto in banca e da questo punto di vista David Beckham ha ben lavorato, accumulando una fortuna da nababbo.

Lungi da noi il volergli fare i conti in tasca, cercando di quantificare l’ammontare del suo capitale, ma a giudicare dalle stime di France Football, pare proprio che l’ex capitano della nazionale inglese sia ben messo rispetto ai propri colleghi.

Basti considerare che per il secondo anno consecutivo (e per la quarta volta negli ultimi 10 anni) David Beckham occupa la prima posizione in classifica tra i calciatori più pagati, intascando qualcosa come 32,4 milioni di euro a stagione.

Qualificazioni Mondiali: Julio Cesar tiene a galla il Brasile, l’Argentina è uno spettacolo

Il Brasile stellare che si è visto nell’amichevole contro l’Italia è evidentemente rimasto a Londra. Tornato a giocare le partite serie, quelle che portano alla qualificazione al mondiale, il Brasile di Dunga ha nuovamente mostrato tutte le sue lacune, soprattutto mentali, nell’affrontare le piccole squadre.

La situazione dei verdeoro ora è molto difficile, con la qualificazione in dubbio dall’inizio del girone, e che ora che siamo oltre la metà diventa sempre più uno spauracchio. Non ha difficoltà invece l’Argentina, a dir poco stratosferica quando Messi è in partita, mentre già Bolivia, Venezuela e Perù possono dire addio alla qualificazione.

Liga: giornata di goleade, il Barça ne fa 6 al Malaga

Il Barça è tornato, ed il Real deve ripensare ai suoi sogni scudetto. Se nelle scorse domeniche la squadra di Guardiola era apparsa lontana parente da quella galattica che conoscevamo, stavolta tutto ritorna nella normalità, con i blaugrana che segnano 6 gol ad un buon Malaga (buono fino ad ora).

Il Real non è da meno, ma segna “solo” tre gol all’Almeria. In fondo invece rimangono poche speranze di salvezza per l’Espanyol, che perde uno degli ultimi scontri salvezza contro l’Osasuna e rimane a -8 dalla quart’ultima posizione.

Liga: si fermano a 10 le vittorie consecutive del Real, e il Barça riprende la fuga

La Champions non incide tanto sul Barcellona, ma pesa come un macigno per il Real Madrid. Il pensiero di dover ribaltare l’1-0 dell’andata degli ottavi toglie la serenità ai merengues, che nel derby forniscono una delle partite peggiori dell’anno.

Eppure si trattava di derby, una gara che scalda il sangue dei calciatori in campo. Ed invece l’Atletico gioca un gran calcio, ma sbaglia veramente l’impossibile. Forlan mette a segno il suo diciottesimo gol di quest’anno, ed il Real pare frastornato. Tra una parata di Casillas ed un’occasione gettata al vento dai biancorossi, arriva il pareggio di Huntelaar in chiaro fuorigioco, che però non viene segnalato. Gli errori arbitrali in favore del Real si concludono nei minuti di recupero, quando ad Aguero non viene assegnato un evidente rigore, e la gara finisce 1-1, interrompendo le vittorie consecutive della squadra di Ramos a 10.

Liga: il Barça cade ancora e il Real è a solo -4

Raul non si ferma, il Real nemmeno, soprattutto ora che il Barcellona si è sgonfiato. Si riapre incredibilmente la Liga spagnola, dopo che il Barça è stato a +12 dalle inseguitrici per quasi tutto il campionato. Un pareggio e due sconfitte sono stati i risultati delle ultime tre gare della squadra di Guardiola, che forse distratta dalla Champions, ma soprattutto convinta di aver già vinto il campionato, si è improvvisamente spenta, crollando fino al +4 dal Real Madrid.

Certo, una gara come quelle di questa domenica tra l’altro, era davvero impensabile.  Avanti per 0-2 in casa dell’Atletico Madrid dopo mezz’ora (uno-due micidiale firmato Henry-Messi), avrebbe spezzato le gambe a qualsiasi squadra. Ma non all’Atletico, forte di un formidabile Forlan che accorcia subito le distanze. Il pareggio di Aguero arriva in apertura di ripresa, e da quel punto in poi tutto può succedere. Ancora Henry e ancora Forlan fissano il punteggio sul 3-3, fino al novantesimo, quando un errore incredibile di Puyol apre la strada al Kun Aguero che si ritrova a tu per tu con Valdes e lo trafigge. Finisce 4-3 e i blaugrana cominciano seriamente a preoccuparsi.

Liga: si ferma il treno Barça, ora il Real è a -10

Un’altra giornata memorabile si è conclusa nella Liga spagnola. In questa giornata si potranno registrare il record di Raul, che con la rete che ha sbloccato la partita contro il Gijon diventa il calciatore della squadra blanca ad aver segnato più reti nella storia. Dall’altra parte invece c’è Samuel Eto’o, che con la rete su rigore contro il Betis mette a segno il suo gol numero 100 con la maglia blaugrana.

Eppure non sono tutte e due le squadre ad esultare oggi. A farlo è soltanto il Real Madrid, che strapazza il povero Gijon 4-0, nonostante le mille assenze nella squadra più sfortunata d’Europa. Meno male che c’è il solito Raul che aggiusta le cose, e che contro non c’è stata alcuna resistenza. Ma soprattutto meno male, almeno per lo spettacolo, che 24 ore prima il Barça abbia pareggiato.

Il calcio mondiale habla español

Il Brasile gioca il calcio migliore del mondo? Forse. O forse no, viste le due gare che sono andate in scena ieri sera a poche centinaia di chilometri di distanza l’una dall’altra. E se Italia – Brasile è stata definita a ragione la partita dell’anno, Francia – Argentina e Spagna – Inghilterra offrivano altrettanti spunti interessanti, proponendoci il meglio del calcio internazionale.

Tutti aspettavano l’Inghilterra, in cerca di una rivincita dopo l’esclusione dal campionato europeo dello scorso anno e battuta nell’ultima esibizione contro le Furie Rosse. Ma rivincita non c’è stata ed il buon Capello se ne è tornato nella fredda terra di Sua Maestà fortemente ridimensionato nelle ambizioni.

Vero è che la nazionale dei Tre Leoni era costretta a giocare senza Gerrard, Rooney e Brown, ma ciò non giustifica la deblacle rimediata in quel di Siviglia, specie se si tiene conto del figurone fatto in terra tedesca qualche mese fa, quando l’Inghilterra era scesa in campo con un manipolo di giovani promesse.

Amichevoli di lusso: in campo il meglio del calcio mondiale

Il derby del mondo ha catalizzato l’attenzione dell’intero circo del calcio, facendo quasi dimenticare che nella due giorni di amichevoli internazionali ci sono altre sfide di grande livello. Dopo i Campioni del Mondo in carica, toccherà stasera ai detentori del titolo europeo scendere in campo, in una sfida ricca di motivazioni.

Di fronte alle Furie Rosse ci sarà infatti l’Inghilterra, grande esclusa dell’ultima kermesse continentale ed in cerca di riscatto internazionale. Sulla panchina dei Tre Leoni siede ora Fabio Capello, uno che in Spagna ha lasciato più di un rimpianto e che, nonostante il clima amichevole della gara, ci tiene a mostrare al mondo la rinascita inglese:

Al momento la Spagna è forse la migliore nazionale del mondo. Tutti i giocatori si trovano a un alto livello e voglio proprio vedere come affronteremo la partita. I miei giocatori devono scendere in campo convinti dela vittoria.

Preziosi: ero ad un passo da Messi…

Quarta in classifica a quaranta punti e lanciata più che mai verso la zona Champions: la Genova rossoblu può permettersi il lusso di sognare in grande, alla faccia di quanti pronosticavano un campionato “tranquillo” ma non eccezionale. Merito di una squadra ben costruita, di un allenatore valido e di una società che ha saputo valorizzare i giovani, indovinando al tempo stesso acquisti “pesanti”.

Merito anche di un presidente, Enrico Preziosi, che pare avere un fiuto straordinario quando si tratta di portare a casa campioni ad un passo dall’esplosione. Quasi sempre, almeno. Tranne quella volta che era sul punto di prendere Lionel Messi, quando ancora non era il fenomeno che tutti conosciamo:

Su segnalazione di  Favero lo avevo portato a Como. Era un ragazzino, costava 50 mila dollari, ma il mio d.s. di allora lo bocciò.