Le minacce di Lotito in attesa del derby

Il momento è delicato in casa Lazio, dopo le tre sconfitte consecutive che hanno fatto arrestare la corse verso un piazzamento Uefa, regalando una classifica ben poco esaltante. La debacle di Siena ha convinto il Presidente Lotito a spedire la squadra in ritiro in quel di Norcia, nella speranza che qualche giorno di tranquillità possa giovare ai biancazzurri in vista del derby di sabato.

Lo stesso patron laziale in settimana aveva lanciato delle vere e proprie minacce all’indirizzo dei suoi, promettendo  tagli degli stipendi e ritiro perenne nel caso la squadra non mostri in campo qualche segno di vita. Ma Lotito non è ancora soddisfatto ed oggi è tornato a tuonare, ribadendo il concetto espresso in questi giorni:

La Lazio deve reagire subito, Pasqua è il periodo della Resurrezione e già nel derby voglio vedere questi cambiamenti. Ci sto mettendo tutto l’impegno per dare una scossa a questa squadra, mi auguro che i calciatori abbiano ritrovato la serenità, la voglia di combattere, di dimostrare ai tifosi sacrificio, determinazione, atteggiamento volitivo. Se non raggiungeranno quest’obiettivo, si proseguirà in questo ritiro. Se non cambierà il loro approccio, l’atteggiamento della società non cambierà.

Lotito minaccia il ritiro perenne

Aria di tempesta in casa Lazio, dopo le tre sconfitte consecutive che hanno allontanato i biancazzurri dalla speranza di raggiungere un posto in Uefa. Il primo provvedimento messo in atto

Cristiano Ronaldo: Federico Macheda mi somiglia

Abbiamo già avuto modo di definirlo “l’eroe di giornata” per il gol allo scadere che ha consentito ai Red Devils di avere la meglio sull’Aston Villa. Ma Federico Macheda, romano de Roma, classe 1991, proveniente dalle giovanili della Lazio, merita un capitolo a parte nella rubrica dei volti nuovi.

Non sappiamo quanto strada farà il ragazzino, ma quel che è certo è che sulla sponda biancazzurra del Tevere già lo stanno rimpiangendo, mentre sui tabloid inglesi si sprecano paragoni imbarazzanti. Il più gettonato è quello con Cristiano Ronaldo sia per la posizione tenuta in campo che per le qualità tecniche sopraffine. Il portoghese dal canto suo non può che confermare l’impressione degli addetti ai lavori e ammette la somiglianza, ricordando il suo personale debutto con la maglia del Manchester:

Il debutto di Macheda mi ricorda il mio. La sensazione è abbastanza uguale. Ricordo quando ho cominciato a giocare davanti a 70 mila spettatori, non è fecile. Giocai bene e quando ‘Kiko’ ha segnato sapevo cosa stava provando, è stato uno dei giorni migliori della sua vita.

Juve a spasso, Catania quasi salvo, romane in crisi

Campionato chiuso? Lo predichiamo da mesi, di fronte ad una capolista che non perde il passo e, quando lo fa, ha la fortuna di veder crollare anche le sue avversarie. La Juve però continua a crederci, checché ne dica Ranieri, sempe più fermo nel suo proposito iniziale, “migliorare il terzo posto della scorsa stagione”.

Dall’altra parte della barricata troviamo un Mourinho che dice di dormire sonni tranquilli, perché alla sua squadra mancano “solo” 23 punti per raggiungere l’obiettivo finale, mentre ai bianconei occorrerebbe vincere tutte le gare da qui alla fine. Sarà, ma intanto la Juve continua a correre e nessuno può impedirle di crederci fino in fondo, sebbene l’impresa sia di quelle ardue.

Ne è dimostrazione la gara di ieri sera contro la Roma, un poker pulito (doppio Iaquinta, Mellberg e Nedved), per una volta senza contestazioni, quasi a voler emulare la diretta avversaria (0-4 nel girone di andata). Vero è che i giallorossi erano in formazione d’emergenza (tanto per cambiare), ma quattro gol tolgono ogni dubbio sulla voglia di rincorsa della Vecchia Signora.

I mille guai del Napoli tra infortuni e risse

Una delle più belle realtà del calcio italiano: questo si diceva del Napoli di inizio stagione, quando gli uomini di Reja erano padroni assoluti del San Paolo e viaggiano sulle alte vette della classifica, riportando sotto il Vesuvio sogni di gloria ormai sopiti da un pezzo. Poi il vento è cambiato e da un po’ di tempo a questa parte gli azzurri non sono più riusciti a trovare la giusta continuità, precipitando in classifica e spegnendo via via le speranze del popolo partenopeo.

Nulla di compromesso, ci mancherebbe, ma è chiaro che il Napoli deve tornare quello di inizio stagione, se vuole mantenere vivi i sogni di gloria, magari partendo dalla gara di domani con una Lazio rinata e rinvigorita dalle tre vittorie consecutive tra campionato e Coppa Italia.

Un compito difficile alla luce delle ultime notizie provenienti da Napoli, con l’infortunio di Gargano e la rissa tra Denis e Santacroce.

La Lazio e Mourinho affondano la Juventus

Premessa doverosa e necessaria: la Lazio ammirata ieri in Coppa Italia ha meritato ampiamente di vincere, tanto che nessuno avrebbe gridato allo scandalo se il forcing finale avesse prodotto addirittura il terzo gol. Bella Juve per un tempo, poi quasi solo Lazio, premiata alla fine con la terza vittoria consecutiva. Applausi. Giusto così.

Terminata la premessa, però, cominciano i dubbi: ve la sentireste di scommettere che il signor Tagliavento non abbia ascoltato il lungo sfogo di Mourinho in conferenza stampa? Mister Ranieri ha delle riserve in proposito, sentendosi in qualche modo penalizzato:

Il nostro gol annullato era regolare? Non mi sorprende. In tutta la direzione della partita l’arbitro mi è sembrato severo con noi. Sulle ammonizioni mi è sembrato un po’ cinese, con noi era sempre giallo. Ma va bene così.

Lazio e Juve, tre punti d’oro

Tre punti in casa del Lecce, altri tre tra le mura amiche: la Lazio torna a sorridere dopo un periodo di appannamento e fa pace con i propri tifosi, che solo qualche settimana fa contestavano squadra e allenatore. Un problema che non ha la Juventus, seconda in classifica e mai toccata dai moti popolari, ma ugualmente obbligata a vincere per non perdere la comoda posizione alle spalle dell’Inter e magari sperare in un regalo della Roma, impegnata stasera proprio contro la capolista.

Missione compiuta per gli uomini di Ranieri di fronte ad un Napoli che cerca ormai da troppi turni di tornare ai livelli di inizio stagione, incassando però una sconfitta dopo l’altra, mentre la classifica comincia a piangere. E dire che ieri i partenopei avrebbero potuto sfruttare la stanchezza della Juventus dopo le fatiche di Coppa. Invece nel primo tempo gli uomini di Reja hanno lasciato troppo spazio alla Vecchia Signora, che dopo diversi tentativi è andata a segno nell’azione forse meno nitida (tiro di Marchisio deviato da Blasi).

Nella ripresa, poi, il Napoli ha cercato di imbastire qualche buona azione tanto che, a sentire Reja, nessuno si sarebbe scandalizzato per un pareggio. Ma la Juve ha saputo capitalizzare al meglio in una gara poco spettacolare, in attesa del trittico dei prossimi giorni (Lazio in Coppa Italia, derby e ritorno con il Chelsea).

Bordate di fischi per Lazio e Napoli

Due piazze calde, dove è facile lasciarsi andare a sogni di gloria dopo qualche prestazione positiva. Sotto il Vesuvio e sulla riva biancazzurra del Tevere fino a qualche tempo fa si respirava l’aria fina dell’alta montagna, con i tifosi pronti a scommettere che questa sarebbe stata la volta buona per tornare di diritto tra le grandi d’Italia.

Destini simili per Lazio e Napoli, tanto belle e vincenti ad inizio stagione, quanto improduttive nelle ultime uscite. E dopo il sogno spezzato arrivano i fischi inesorabili da parte di coloro che, almeno tra le mura amiche, vorrebbero poter godere di uno spettacolo migliore.

Gli anticipi delle ventiquattresima giornata dovevano servire da spartiacque tra un periodo tormentato e la rinascita, ma ancora una volta le due squadre hanno evidenziato limiti di concentrazione e di precisione.