Che fine ha fatto Fabien Barthez?

Fabien Barthez, il miglior portiere della storia del calcio francese. Sarà che delle volte ha fatto qualche intervento discutibile, ha preso qualche gollonzo (capita a tutti i portieri) o per il suo carattere un po’ particolare, ma questo titolo non trova d’accordo tutti gli esperti di calcio. Certo che però, andando a rivangare la storia calcistica d’oltralpe, difficilmente troveremo un portiere in grado di vincere un mondiale, un europeo, ed arrivare secondo all’ultimo della sua carriera. Senza contare Confederations Cup, scudetti in Inghilterra e Francia, una Champions League e tanti altri trofei.

Di lui ci si ricorda il famoso bacio che Blanc gli dava sulla testa pelata prima di ogni gara della Francia, e le uscite non proprio consone ad un calciatore, con modelle del calibro di Linda Evangelista. Di lui però ci si ricorda soprattutto per quello che ha fatto con la maglia della nazionale francese, e un po’ meno con quelle di Manchester United, Monaco ed Olympique Marsiglia. Dopo il mondiale 2006 però è letteralmente scomparso.

Coppa Uefa: Amburgo a valanga, crisi Deportivo

Quella appena trascorsa è stata una giornata particolarmente dura per le grandi in coppa Uefa. Quasi tutti i pronostici sono stati ribaltati, e quelli che sono stati confermati hanno portato a numerose sorprese. A partire già dalle italiane, specialmente la Sampdoria. A parte la gara del Marassi, e quella del Milan, si sono disputate altre 8 gare in giro dell’Europa.

La più sorprendente si è disputata in Danimarca, dove un tostissimo Aalborg, che ha fatto tremare in Champions addirittura Manchester United e Villareal, piega decisamente il Deportivo Lacouna. Se gli spagnoli stanno tornando a livelli accettabili in campionato, per l’Europa devono ancora recuperare molto del terreno perso, e probabilmente dovranno cominciare dal prossimo anno, visto che il 3-0 subito in terra danese sarà difficilmente ribaltabile.

Ligue 1: Miracolo Bordeaux, da 3-0 a 3-4, ma la vetta è lontana

Il Lione torna a fare il vuoto dietro di sè. Dopo un mese tornano i tre punti, sudati non c’è che dire. La malcapitata era il Caen, e solo una rete del solito Benzema ha tolto le castagne dal fuoco, dato che la gara poteva incanalarsi tranquillamente verso il terzo risultato senza reti per i Leoni. Ed invece Benzema segna e mantiene tre punti di distacco dalle inseguitrici, che intanto rallentano.

Sembrava troppo bello che il campionato francese fosse riaperto, ed invece il Psg, in vantaggio due volte contro il Valenciennes, si fa raggiungere sul 2-2 a 7 minuti dalla fine e perde terreno. L’Olympique addirittura subisce una pesante sconfitta in casa per mano del Nancy, che arrabbiato per l’eliminazione in coppa si sfoga con i marsigliesi. Finisce 0-3 (doppietta di Hadji) e con l’Olympique quasi sbattuto fuori da qualsiasi sogno europeo.

Domenech sull’orlo del licenziamento, sulla sua panchina un pezzetto di Italia

Rischia grosso Domenech. Molto grosso. L’allenatore capace di mettere d’accordo tutto il mondo sul titolo di ct più antipatico del mondo sta per lasciare vacante questo “trono”. A mettere in pericolo il suo posto sono i disastri della sua squadra degli ultimi anni, ma soprattutto la stampa di casa che non perde occasione per dargli addosso.

3-1 nella partita persa all’esordio contro l’Austria e la vittoria stentata per 2-1 contro la Serbia tre giorni dopo hanno dato torto alla Federcalcio francese che, nonostante la figuraccia degli ultimi europei, era rimasta l’unica a difenderlo.

Ligue 1: e sono 7, Lione ancora campione

Bastava un punto, ne sono arrivati 3. L’ultima giornata del campionato francese, che poteva essere quella della svolta, si è rivelata invece l’ennesima pagina trionfale della squadra più forte della storia del campionato francese. Sbaragliato il record dell’Olympique Marsiglia, vincitore per 5 volte consecutive della Ligue 1, i leoni di Francia raggiungono a quota 7 campionati il Monaco, e non credo ci metteranno tanto a raggiungere il record di 10 vittorie complessive detenuto dal St. Etienne.

La gara di sabato era l’occasione per il Bordeaux, unica concorrente dei rossoblù, per interrompere questo strapotere, ma i girondini non hanno avuto il coraggio e la forza di osare, e si sono fermati sul 2-2 a Lens, che comunque non si salva nemmeno, dato che il Tolosa vince e si porta a 2 punti dai giallorossi.

Ligue 1: Il Lione vince lo scontro diretto e chiude i giochi

E anche per quest’anno le Championnat non potrà dire più niente fino a giugno. Da 6 stagioni a questa parte il campionato francese si chiude tra marzo e aprile, e anche quest’anno non è stato da meno.
Nella supersfida di sabato il Lione si è sbarazzato definitivamente della seconda in classifica Bordeaux, ipotecando il settimo scudetto di fila.

A difesa dei girondini si può dire che il 4-2 finale è un risultato bugiardo, visti i valori in campo. Parte veloce il Lione con una doppietta di Bodmer in 24 minuti che avrebbe steso chiunque, ma non gli uomini di Blanc che, con Wendel, si sono rifatti sotto quasi subito. E la gara resta aperta anche sul terzo gol della capolista firmato da Benzema, riavvicinato dopo soli dieci minuti da Cavenaghi. E’ solo Keita che al quarto minuto di recupero chiude definitivamente partita e campionato. Ora i 6 punti di vantaggio sulla seconda, senza il pensiero della Champions, sembrano impossibili da recuperare.

Fabien Barthez: dopo il calcio, un’accademia per portieri

Può un uomo che ha passato gran parte della sua vita a correre e sudare su un campo di calcio, vivere lontano dal calcio? Beh, a dire il vero lui ha corso e sudato veramente poco, facendo il portiere di professione, ma Fabien Barthez difficilmente riuscirà a resistere al richiamo del prato verde. Si dice felice della sua vita da pensionato nella splendida villa del XVII secolo alle porte di Tolosa, dove trascorre le giornate tra la piscina, le passeggiate nel bosco e la vita familiare, ma non nega di avere progetti importanti per il futuro.

Il suo sogno è quello di metter su un’accademia per portieri, per insegnare ai ragazzi del futuro quanto di buono ha imparato in tanti anni di carriera: “Un modo per restituire quanto ho ricevuto”.

Ed ha ricevuto veramente molto questo personaggio anomalo e discusso, che a guardarlo somiglia più ad un centrocampista alla Gattuso che non all’ultimo baluardo della difesa. Portiere lontano dallo stereotipo classico, che vuole il numero 1 dotato di notevole altezza, è comunque riuscito a togliersi diverse soddisfazioni in tutte le squadre in cui ha militato.