Euro 2008: diamo i numeri!

Un’ora ragazzi! Manca solo un’ora al fischio di Rosetti, che darà ufficialmente il via alla tredicesima edizione del Campionato Europeo di calcio. Sale la febbre per l’emozionante torneo che ci terrà incollati davanti alla tv per i prossimi venti giorni (o poco più), nella speranza che la nostra Italia riesca a regalarci ancora delle emozioni forti.

Non sapete come ingannare il tempo in questi sessanta minuti? Beh, intanto potete spendere qualche istante per gustarvi questo articolo che tenta di mettere insieme i numeri delle edizioni passate e qualche cifra di quella attuale.

48 sono gli anni passati dalla prima gara dell’Europeo 1960, che vedeva scendere in campo solo 4 nazioni pronte a giocarsi semifinali e finali. Dal 1980 le squadre partecipanti alla fase finale divennero 8, per poi passare alle 16 attuali dal 96 in Inghilterra.

Storia degli Europei: Belgio-Olanda 2000

Penultimo appuntamento con la storia degli Europei di calcio prima di tuffarci pienamente nella kermesse continentale della prossima estate che ci vedrà impegnati in Austria e Svizzera. Ancora due nazioni a fare da teatro all’importante manifestazione, per la seconda volta nella storia dopo Euro 2000, giocatosi in Belgio ed Olanda.

Amaro ricordo per i colori azzurri, giunti fino all’epilogo e con le mani già sulla Coppa e poi beffati da un incredibile calo di tensione. Ma andiamo per ordine, ripartendo dall’inizio, da quella formazione affidata alle mani di Dino Zoff, già vincitore del trofeo da giocatore nel 1968 e deciso a ripetere l’impresa da mister.

Solita formula sperimentata nell’edizione precedente, con 16 squadre a darsi battaglia per la conquista del titolo. L’Italia venne inserita nel gruppo B con i padroni di casa del Belgio (teste di serie), la Svezia e la Turchia. Un girone comodo comodo anche se il mister italiano continuava a ripetere di non fidarsi di compagini dai nomi poco altisonanti.

Storia degli Europei: Inghilterra 1996

Formula completamente rinnovata per il Campionato Europeo del 1996. Per la prima volta vengono ammesse 16 squadre alla fase finale, in una sorta di mini mondiale. Sempre qualificata di diritto la nazionale padrona di casa, in questo caso l’Inghilterra, che organizzerà l’evento al grido di Football Comes Home (Il calcio torna a casa).

I gironi di qualificazione prevedevano la presenza di ben 48 formazioni, divise in otto gruppi da sei squadre (nel gruppo 3 solo cinque), dai quali dovevano uscire le 16 regine che si sarebbero date battaglia in terra inglese.

L’Italia stavolta era presente alla manifestazione continentale, sotto la guida di Arrigo Sacchi, già mister degli azzurri nel Mondiale americano di due anni prima, conclusosi con la deludente sconfitta ai rigori contro il Brasile Tetracampeao.

Storia degli Europei: Svezia 1992

Estate 1992. Otto nazionali a correre e sudare sui campi di allenamento, per l’invidia del resto d’Europa non qualificato per la fase finale dei Campionati Europei. Invidia si, ma anche la voglia di godersi le meritate vacanze dopo un anno di duro lavoro. Tra le invidiose, ma anche ormai rilassate, la Danimarca, arrivata seconda nel proprio girone e quindi fuori dalla lista delle otto regine.

Ma in quell’anno in Europa non si parlava solo di calcio e la guerra in Jugoslavia occupava le prime pagine dei giornali, influendo purtroppo anche sul mondo dello sport. La nazionale jugoslava venne così estromessa dalla manifestazione continentale a favore della Danimarca, richiamata in gran fretta a giocarsi le sue chances.

In realtà i danesi avevano ben poche possibilità di approdare al turno successivo e molti dei giocatori di quella nazionale, con la testa già alle vacanze, furono anche infastiditi dalla chiamata del tecnico. Poco male, c’erano tre partite da giocare e poi si sarebbe tornati al sole delle spiagge. Ma non andò proprio così.

Storia degli Europei: Francia 1984

A 24 anni dalla prima edizione, è ancora la Francia la nazione incaricata di organizzare la fase finale del Campionato Europeo del 1984, con il vantaggio questa volta di non doversi sudare la qualificazione, essendo ammessa di diritto. Sulla panchina dei transalpini c’era Michel Hidalgo, che poteva contare su stelle del calibro di Six, Lacombe, Giresse, Tigana e, soprattutto Platini.

Ampiamente favorita per la vittoria finale, dunque, alla pari con l’Italia di Bearzot, Campione del Mondo nei Mondiali spagnoli di due anni prima. Ma, almeno per quanto riguarda gli azzurri, le previsioni della vigilia vennero completamente capovolte durante un girone di qualificazione non proprio irresistibile.

La formula della competizione era la stessa di quattro anni prima: 31 squadre divise in sette gironi, con le prime di ogni girone che avevano accesso alla fase finale. L’Italia venne sorteggiata nel Gruppo 5 insieme a Cecoslovacchia (che l’aveva battuta ai rigori nel 1980), Romania, Cipro e Svezia. La squadra azzurra era grossomodo quella di Spagna ’82, ma evidentemente non aveva più fame di successi, visto che l’unica vittoria la ottenne in casa contro la modesta Cipro.

Storia degli Europei: Italia 1980

A vent’anni esatti dalla sua creazione, l’Europeo cambia formula, aumentando il numero di partecipanti alla fase finale. Finora all’ultimo atto della manifestazione avevamo trovato quattro squadre che si giocavano semifinali e finale, con la squadra di casa che doveva guadagnarsi la qualificazione al pari di ogni altra compagine.

Nel 1980 la formula cambia: sempre 32 squadre ai nastri di partenza, ma stavolta il paese ospitante ha il vantaggio di vedere la propria nazionale qualificata di diritto per la fase finale. E tocca proprio all’Italia inaugurare la nuova formula!

Per il resto, 31 squadre divise in sette gruppi (tre da cinque e quattro da quattro) a giocarsi i sette posti ancora disponibili. Quasi scontato l’esito delle qualificazioni, con le grandi favorite arrivate quasi tutte a staccare il biglietto per l’Italia: Germania ed Inghilterra fanno il proprio dovere, vincendo rispettivamente il gruppo 1 ed il gruppo 7; tranquillo il cammino della Cecoslovacchia, campione uscente e decisa a ripetere l’impresa di quattro anni prima; più difficile del previsto invece per l’Olanda, che pure veniva dal terzo posto agli Europei del ’76 e dal secondo ai Mondiali del ’78; brividi anche per la Spagna, rimasta testa a testa fino all’ultimo con la Jugoslavia.

Storia degli Europei: Italia 1968

Finalmente Italia! Dopo un Campionato Europeo non disputato ed uno che ha visto la nostra nazionale transitare alla velocità della luce, con una prematura e cocente eliminazione da parte dell’Urss, ecco arrivare la manifestazione del 1968, da giocarsi fino in fondo con l’apporto di grandissimi talenti.

Ma andiamo per ordine, partendo dalle qualificazioni, in cui eravamo inseriti nel girone di Svizzera, Cipro e Romania. Nessun problema contro gli elvetici ed i ciprioti, mentre con la Romania fu più difficile del previsto. L’assenza di Picchi si rivelò determinante per la formazione azzurra che a Sofia fu infilata tre volte, allontanando i sogni di qualificazione alla fase finale.

Per nostra fortuna Domenghini, Prati e Rivera erano in giornata di grazia e riuscimmo a limitare i danni, concludendo la partita sul punteggio di 3-2. Al ritorno fu tutta un’altra musica e l’Italia conquistò il passaggio del turno con un secco 2-0.

Storia degli Europei: Francia 1960

Si apre oggi un nuovo capitolo dedicato agli Europei sulle pagine di Calciopro, che ci accompagnerà per qualche settimana, alla scoperta delle passate edizioni. Con un po’ di nostalgia per il calcio che fu, partiamo dalla prima edizione, giocata in Francia nel 1960.

In realtà definire tale edizione un vero e proprio “Europeo” è abbastanza azzardato, vista l’assenza di numerose nazionali che si rifiutarono di partecipare. Anzi, a dire il vero, mancava proprio l’élite del calcio continentale con le assenze di Inghilterra, Scozia, Germania Ovest, Belgio, Svizzera, Olanda e Italia. Già, i Campionati Europei cominciano proprio con il rifiuto della Federazione Italiana di partecipare alle gare di qualificazione, viste le brutte figure rimediate negli anni precedenti a livello internazionale.

Italia a parte, comunque, è chiaro che il primo Europeo poteva contare su una ristretta cerchia di partecipanti, che si ridusse ulteriormente quando nei quarti la Spagna del Generale Franco si trovò a dover affrontare l’Urss. In quel periodo infatti i rapporti tra i due stati erano piuttosto tesi e gli spagnoli si rifiutarono di recarsi a Mosca per disputare la gara. In verità sia i calciatori che la Federazione Spagnola non avevano problemi a varcare i Balcani, ma il veto del Generale fu così deciso che dovettero rassegnarsi a perdere il treno per la gloria.