Mondiale 2010: la nazionale dei giovani da tenere d’occhio

Il Mondiale è la miglior vetrina internazionale per quei calciatori che giocando in campionati minori non hanno molte possibilità di emergere. Ma è anche un supermercato eccezionale in cui si fiondano procuratori e osservatori per scovare prima di altri il gioiellino di turno da ingaggiare.

Così, a 10 giorni dall’inizio del torneo, proviamo ad anticiparvi qualche nome di quei calciatori che potrebbero rappresentare una piacevole novità, e che potranno essere la squadra del futuro. Sono tantissimi infatti i partecipanti al Mondiale ad avere appena 20 anni, e per questo saranno anche i più appetibili. Non consideriamo ovviamente quei talenti già affermati come Messi (21 anni) o Bendtner (22), o anche quelli che nonostante la giovane età già militano ad alti livelli nel campionato italiano, e dunque già noti al nostro pubblico come ad esempio Kjaer (21) o Sanchez (22). Vediamo dunque dopo il salto quali giovani in erba tenere d’occhio.

Qualificazioni mondiali: Eriksson rischia il posto dopo la debacle in Honduras

Concludiamo la settimana delle nazionali con i gironi di qualificazione del Nord e Centro America e dell’Asia, ricordando che il girone dell’Oceania si è già concluso con la qualificazione della Nuova Zelanda per i play-offs e che quello africano stavolta ha riposato.

Si ferma oggi la corsa della Corea del Nord. Nel big match contro i coreani del Sud, con la vittoria della formazione favorita grazie alla rete a 4 minuti dalla fine di Kim Chi Woo. Nel girone americano è crisi nera per Eriksson. L’allenatore svedese è ad un passo dall’eliminazione, e già gran parte dell’opinione pubblica messicana chiede la sua testa.

Jozy Altidore: il volto nuovo del soccer

Da queste parti lo conosciamo più per essere uno dei testimonial dell’Adidas -trasformato in cartone animato alla pari di Messi, Ochoa e Guardado– che per quello che ha fatto realmente vedere su un campo di calcio, ma Josmer Volmy Altidore, detto Jozy, è sicuramente destinato a far parlare di sé nei prossimi anni.

Classe 1989, figlio di genitori tahitiani, nasce negli States, dove è difficile far carriera nel mondo del pallone, sport considerato minore rispetto al baseball, al basket, al football. Ciò non gli impedirà di innamorarsi del soccer, che segue in tv durante i Mondiali ’94, quelli del rigore di Baggio e del Brasile tetracampeao, quelli delle partite a mezzogiorno e dell’ennesima squalifica di Maradona per uso di droga.

Non ce l’ha fatta la macchina mondiale dell’organizzazione a far decollare il progetto-calcio negli USA, ma ciò non toglie che migliaia di bambini si siano innamorati di quel pallone da prendere a calci. E così Jozy comincia la sua carriera a livello scolastico. dimostrando di saperci fare e di avere buone possibilità per un futuro da calciatore, tanto da essere notato dagli organizzatori del Generation Adidas, una specie di vivaio dove far crescere le giovani promesse americane.