Clasico in coppa del Re, vince ancora il Barça

Non c’è nulla da fare per Mourinho, evidentemente deve lasciar stare gli scontri diretti e concentrarsi su altro per poter vincere qualcosa nella Liga. Nemmeno un Barcellona con qualche defezione si riesce a battere, e ciò significa che la squadra di Guardiola è troppo più forte del Real. L’occasione del nuovo Clasico è la sfida di coppa del Re, valida per i quarti di finale disputata al Bernabeu.

Mourinho sceglie di affrontarla con uno schema tutto nuovo: tutta difesa e palla a quei tre attaccanti (Ronaldo, Benzema, Higuain) che qualcosa inventeranno, mentre Guardiola lascia a casa Valdes che in campionato aveva regalato il gol del momentaneo 1-0 ai blancos per schierare Pinto, e si copre un po’ di più con 4 difensori bloccati dietro, senza le solite scorribande sulle fasce, ed un centrocampista in più, spostando Fabregas ad esterno sinistro, anche se le intenzioni sono quelle di mantenere maggiore equilibrio.

Liga: tutto pronto per il Clasico, Messi sfida Cristiano Ronaldo anche per il Pallone d’Oro

Tre punti di distacco in classifica non sono nulla in quasi tutti i campionati del mondo, ma nella Liga spagnola sono un divario larghissimo visto che Real Madrid e Barcellona non sbagliano quasi mai un colpo e, almeno contro tutte le altre squadre, vincono quasi sempre. Per questo le due sfide del Clasico, lo scontro diretto tra queste due compagini, ogni anno diventa cruciale.

A questa fondamentale sfida i due club più forti del mondo si presentano in perfetta forma, senza assenze importanti e per la prima volta senza polemiche. Probabilmente per questo dobbiamo ringraziare Mourinho che ha deciso di auto-censurarsi fino al giorno della gara, ma ciò che conta, come sempre, è il campo.

Milan-Barcellona: Guardiola allunga la mano, Ibra gliela stringerà?

Nonostante non sia una partita che valga molto Milan-Barcellona, visto che entrambe le squadre sono già qualificate, la tensione nel pre-partita è piuttosto alta. Il pomo della discordia è sempre lui, Zlatan Ibrahimovic, che dopo aver dismesso la maglia blaugrana ne ha dette di tutti i colori sui suoi ex compagni (bambini e codardi) e soprattutto su Guardiola, che avrebbe voluto picchiare.

Da quando Ibra ha lasciato il Barça questa è la prima volta che i due si incrociano, e di conseguenza tutti gli occhi saranno puntati su di lui. A parte la battuta di Allegri che ha promesso di dargli il Valium, Seedorf ha tentato di farli riavvicinare, proponendo una stretta di mano.

Inter: Guardiola possibile dopo-Leonardo?

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Sembra un deja vu, ma si ritorna a parlare di Guardiola all’Inter. L’attuale tecnico del Barcellona è ormai ad un passo dalla consacrazione. Se dovesse vincere la seconda Champions League in tre stagioni avrebbe raggiunto il massimo possibile sulla panchina blaugrana, e per questo potrebbe decidere di lasciarla per cercare nuovi stimoli.

Sono in molte le squadre che gli offrirebbero una panchina, ma quella che ha maggiori possibilità è l’Inter, che ha due sponsor come Roberto Baggio e Samuel Eto’o che farebbero mediatori. Leonardo vive una serie di alti e bassi a Milano, ed anche se va a genio a Moratti, il patron nerazzurro potrebbe preferire Pep per tornare a vincere.

Liga: perdono Real e Barcellona, Mourinho si autoaccusa

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L’accusa di essere una squadra Ronaldo-dipendente non è mai piaciuta a Mourinho, il quale contro il Saragozza ha voluto dimostrare che chi pensava che CR7 contasse più del suo allenatore si sbagliava. Il fatto che a fine gara sia andato in conferenza stampa e, per la prima volta, abbia ammesso “è stata colpa mia”, la dice tutta.

Il Real scende in campo contro una squadra al limite della zona retrocessione con tutti i titolari, tranne il portoghese messo fuori per punizione per aver criticato lo stile di gioco del suo allenatore. E la sua assenza si sente dato che Canales e Benzema che teoricamente avrebbero dovuto coprire a turno il suo ruolo, non valgono nemmeno la metà dell’ex pallone d’oro. Finisce che per gran parte della partita il Real rischia la figuraccia, stando sotto anche di due gol per diversi minuti, e nonostante l’assalto finale a Madrid finisce 2-3.

Il Barcellona pensa di denunciare Mourinho

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Ve lo avevamo riferito a poche ore dal termine del super-clasico di Champions League. Mourinho, allenatore del Real Madrid, si era scagliato contro la Uefa affermando che il Barcellona aveva troppo potere e per questo veniva favorita, facendo riferimento all’espulsione di Pepe che avrebbe condizionato la partita.

Non usa parole pesanti Guardiola, che era stato tirato in ballo dallo Special One che gli aveva detto di vergognarsi di tale vittoria, il quale ha affermato:

non è il Barcellona, ma l’arbitro a decidere i cartellini gialli e rossi.

Allenatori: Mourinho deciderà le panchine di mezza Europa

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Con le regole del fair play finanziario alle porte, quest’estate più che i campioni che scendono in campo, ad attirare le attenzioni saranno gli allenatori. Saranno molte le società europee che cambieranno panchina, la maggior parte in Italia, e pare che, come un effetto domino, la prima tessera a muoversi debba essere quella di José Mourinho.

Di solito un allenatore cambia aria quando non vince, lo Special One invece fa tutto al contrario. Il suo obiettivo è vincere la Champions in Spagna, e se dovesse alzare il trofeo anche quest’anno, con ogni probabilità lascerà Madrid mentre, se dovesse fallire, rimarrebbe per riprovarci. A seconda di questa decisione cambieranno molte cose.

Roma: Udine partita decisiva, e il pensiero va a Guardiola

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Ce ne fossero di allenatori come Montella, i giornalisti non dovrebbero fare le peripezie per scrivere un pezzo. Basta intervistare l’aeroplanino ed ecco che l’articolo è fatto, non c’è bisogno di leggere tra le righe ma dice tutto lui:

Questa gara è uno spareggio, lo abbiamo preparato bene. Mancano poche gare e questa è decisiva

dice a proposito della trasferta di Udine. E sicuramente gara decisiva lo è visto che, in caso di sconfitta, il quarto posto si allontanerebbe di 9 punti, troppi da recuperare con altre 6 giornate da disputare.

Inter: l’ombra di Mourinho e Guardiola su Leonardo

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Fino a sabato mattina Leonardo era considerato il salvatore della patria, e a sentire Moratti e l’entourage nerazzurro sarebbe potuto essere l’allenatore dell’Inter ancora per tanto tempo. Sono bastati i tre gol del Milan per cambiare tutto.

In conferenza stampa Leo ha dovuto rispondere agli attacchi in modo diplomatico, ma soprattutto da solo, visto che sia il suo presidente che il resto dello staff si sono dileguati. Mossa per evitare di accendere gli animi o segnale inequivocabile? Secondo l’allenatore l’importante è incanalare la rabbia in una buona prestazione perché già stasera c’è lo Schalke e poi la squadra è in gioco su tre fronti, ma la situazione non sembra tutta rose e fiori.

Champions League: impresa Arsenal, rimonta e vittoria contro il Barcellona

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Quello che in molti definiscono come uno degli allenatori migliori del mondo ha sulle spalle una responsabilità enorme: se il Barcellona verrà eliminato dalla Champions League sarà colpa sua. Pep Guardiola è il maggior responsabile della debacle di ieri sera della sua squadra in quel di Londra, di fronte ad un Arsenal tra i migliori degli ultimi anni.

L’impressione è che gli 11 titolari blaugrana siano imbattibili, ma basta togliere un tassello che il mosaico crolla. La dimostrazione la si ha contro i Gunners, quando il primo tempo è dominato dagli spagnoli. David Villa porta in vantaggio i suoi sfruttando il solito sontuoso assist di Messi, mentre tutti gli altri compagni tengono costantemente sotto pressione gli avversari, senza farli ragionare ma anzi, facendoli innervosire e costringendoli ad ammonizioni stupide. La svolta arriva al 63′ minuto.

Roma ad un passo dagli americani

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A breve la bandiera italiana nella sede della Roma potrebbe essere affiancata da quella a Stelle e Strisce. Secondo gli advisor Rotschild che stanno portando a termine la cessione della società capitolina, è la cordata americana quella con l’offerta più seria in mano. Non fa nulla se per la prima volta nella sua storia la Roma non avrà un presidente italiano, nell’era del fair play finanziario sono i soldi quello che contano, e a quanto pare gli statunitensi offrono più garanzie.

E’ il progetto a convincere. La cordata che ha già, tra i vari imprenditori, gente che di sport ne capisce dato che possono portare “in dote” una squadra di baseball, ha chiaro in mente cosa fare: rilanciare nel mondo il marchio giallorosso, rendendo la Roma quel simbolo del calcio-spettacolo che sono oggi Barcellona e Real Madrid.

Inter, le strategie per gennaio: arriva Cassano e parte Benitez

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Ieri Moratti l’aveva accennato “aspettiamo il Mondiale per club e poi vediamo”, riferendosi alla possibilità di Benitez di restare o meno. Non ci sono dubbi che se il tecnico spagnolo non dovesse conquistare il trofeo internazionale andrebbe a casa prima di stappare lo spumante del 2011. Ma se dovesse farcela? Non ci sono certezze che rimanga lo stesso.

Secondo i soliti ben informati pare che la dirigenza nerazzurra si stia già guardando intorno per cercare un successore. Il motivo è che a Moratti non basta l’alibi degli infortuni, ma accusa Benitez di non fare abbastanza dal punto di vista psicologico, la squadra non combatte ed in pratica non ci sta con la testa.