José Mourinho è un allenatore speciale per tante cose: una di queste è che sa legare come pochi con i suoi giocatori. In ognuno dei club in cui ha allenato finora è riuscito a creare un rapporto speciale con un giocatore che spesso ha visto le partite dalla panchina – o peggio dalla tribuna -, ma che ha sempre continuato a remare con il tecnico.
Ieri questi giocatori si chiamavano Derlei, Geremi o ancora Marco Materazzi, oggi è il venticinquenne campione del mondo Raul Albiol.
Da buon giramondo (o mercenario?) di allenatori ne ha avuti molti, ma Zlatan Ibrahimovic resta particolarmente attaccato al nome di Josè Mourinho. Lo svedese affida le proprie “confessioni” ad Eurosport, in un’intervista che tocca diversi aspetti della sua carriera:
Se non hai qualcuno che ti motiva, non sei portato a lottare ed è per questo che esistono gli allenatori. Per Mourinho avrei ucciso per le motivazioni che mi ha dato, per come mi ha stimolato. Con l’altro c’era il calcio ma un allenatore deve adattare il suo gioco ai calciatori che ha, specie se ne ha comprato uno per 70 milioni di euro. E se l’ha comprato non l’ha comprato per lasciarlo a guardare gli uccelli sugli alberi.
Il Lione si conferma la bestia nera del Real Madrid, e nemmeno se su quella panchina si siede uno come Mourinho la storia può cambiare tanto facilmente. Se poi lo Special One si esibisce in una serie di errori grossolani, allora diventa quasi impossibile avere la meglio su una buona squadra sul suo campo.
Lione-Real Madrid finisce 1-1, ma visti i valori delle due squadre la gara sarebbe potuta finire con una netta vittoria degli spagnoli. Il Lione gioca meglio, ma le occasioni migliori capitano sui piedi di Cristiano Ronaldo e compagni, i quali colpiscono una traversa e un palo. Gli errori di Mou sono essenzialmente due: puntare su un inguardabile Adebayor e non osare come di solito fa. Ed infatti appena toglie il togolese per inserire l’odiato Benzema, il francese va in gol in quello stadio in cui di reti ne ha segnate 43. Per il Lione il gol del pareggio che rimanda tutto al Bernabeu è di Gomis.
Sono molti i temi da affrontare nella ventiquattresima giornata di campionato nella Liga spagnola, ma il più eclatante riguarda il portiere del Deportivo Lacoruna, dato che le vittorie di Real Madrid e Barcellona non fanno più notizia.
E così il protagonista di giornata diventa il portiere spagnolo Aranzubia che, al novantaquattresimo minuto, sul punteggio di 1-0 per l’Almeria, decide di mettere pressione agli avversari dirigendosi in area di rigore sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Un’azione che vediamo spesso, ma è l’epilogo ad essere diverso dal solito: Aranzubia infatti si inserisce con i tempi giusti, e come accadde con il mitico Michelangelo Rampulla secoli fa, incorna il pallone che vale il pareggio ed un grosso pezzo di salvezza, dato che ora la sua squadra si ritrova a +3 dalla zona retrocessione, ma con 4 squadre a fare da schermo.
Credo che una delle maggiori paure dei tifosi interisti sia quelle di ritrovarsi il loro adorato José Mourinho ad allenare dall’altra parte della barricata, e in particolare come guida dei due club con cui è più accesa la rivalità: il Milan e la Juventus.
Possono dormire sonni tranquilli, se prendono per buone le dichiarazioni dell’allenatore portoghese:
Per come mi sono schierato dalla parte dell’Inter quando la allenavo, non potrei mai allenare la Juventus.
Nella scorsa stagione ha vinto tutto quello che c’era da vincere, prima di voltare le spalle a Milano per prendere la direzione di Madrid. Josè Mourinho – checché ne dicano i detrattori – è l’allenatore migliore in questo momento, sebbene il suo lavoro sia stato facilitato da una squadra costruita per vincere, grazie ai soldi di Moratti, sempre pronto ad investire nella sua creatura. Ma lo Special One, se proprio deve ringraziare qualcuno per i successi ottenuti, si rivolge ad un “patron” che sta un po’ più in alto:
Dio deve pensare che io sia un bel tipo. Deve pensarlo davvero, altrimenti non mi darebbe così tanto. Ho una famiglia incredibile, lavoro dove ho sempre sognato di lavorare… Mi ha aiutato tanto a conseguire tutte le cose che ho. Insomma, deve avere un’ottima opinione di me.
José Mourinho potrebbe anche lasciare il Real Madrid a giugno – anche se dopo aver ridotto il divario dal Barcellona nell’ultimo week-end le sue quotazioni sono di nuovo in aumento -, ma intanto da buon professionista sta preparando al meglio il terreno per il prossimo calciomercato estivo.
In bella evidenza sul taccuino dell’allenatore portoghese c’è il nome del giovane – ventuno anni – centrocampista del Getafe Dani Parejo. Il giocatore si era messo particolarmente in luce nella partita di campionato giocata contro le Merengues – mettendo tra l’altro anche a segno una rete.
José Mourinho è un vero e proprio globetrotter. L’allenatore portoghese ha 48 anni ed ha già lavorato nei tre campionati europei più importanti – oltre ovviamente al Portogallo -: dopo il Chelsea (2004-2008), l’Inter (2008-2010) e attualmente il Real Madrid.
Ma lo Special One non può accontentarsi di questo. Per uno che è alla ricerca di sfide sempre nuove il continente europeo è troppo piccolo.
Diavolo di un Mourinho, che quando viveva sul suolo italiano non faceva altro che lamentarsi delle abitudini del Belpaese, calcisticamente parlando s’intende, e che ora pagherebbe di tasca propria per respirare un po’ dell’atmosfera nostrana. Intendiamoci, lo Special One non soffre di nostalgia per alcune esagerazioni del calcio italiano, specie per quando riguarda i minuti successivi alla gara, quando un allenatore è “costretto” ad intrattenersi con i giornalisti:
La parte peggiore del calcio italiano è il dopo-partita e non mi riferisco alle discussioni in sé: parlare con gente come Arrigo Sacchi o Gianluca Vialli ti fa pensare e anche imparare, perché le loro sono opinioni sincere. Dopo una gara, però, noi allenatori siamo stanchi come i giocatori: uno vorrebbe andare a mangiare, riposare… Un’ora di televisione è la cosa che desideri di meno dopo una partita.
Ebbene sì, anche un mostro sacro come José Mourinho può finire sulla graticola come qualsiasi altro allenatore. Lo Special One, che quest’anno a Madrid di special ha fatto davvero ben poco, sta facendo aumentare i malumori, non solo tra la dirigenza. Nemmeno il pubblico lo segue più, imputandogli la colpa di destabilizzare l’ambiente e di fare scelte discutibili come quella di lasciare in panchina Benzema quando non c’erano attaccanti a disposizione.
Per questo, e a causa della sconfitta di domenica scorsa che ha fatto scivolare i blancos a -7 dal Barcellona, se finora era lui a lasciar intendere che rimarrà fino a fine stagione e poi andrà via, adesso è la società a prendere le redini della squadra, facendo sapere, nemmeno tanto velatamente, di star pensando di licenziare Mourinho.
Non è bastato l’esordio nel Real di Adebayor. Nonostante ora Mourinho abbia l’attaccante richiesto, il gol continua ad essere un problema, e come sempre se non segna Cristiano Ronaldo non segna nessuno. E siccome non si può sempre sperare nella cattiva vena realizzativa degli avversari, ecco che si materializza l’1-0 con cui l’Osasuna consegna al Real Madrid la seconda sconfitta in campionato che probabilmente toglie alla squadra blanca ogni speranza di raggiungere il Barcellona.
Specialmente se Messi e compagni continuano a viaggiare di questo passo. Nella giornata di sabato infatti i blaugrana affrontavano l’unica squadra in grado di batterli nel girone d’andata, l’Hercules di Trezeguet, ma stavolta l’ex juventino non ha potuto nulla contro una squadra ben diversa da quella con la testa ancora alle vacanze di 5 mesi fa. La Pulce segna una doppietta nello 0-3 rifilato alla neopromossa che ora vede avvicinarsi pericolosamente lo spettro della B.
Provocatore, rozzo e maleducato. Bisogna ammettere che Josè Mourinho è un vero maestro nell’attirarsi le antipatie dei tifosi avversari, anche se il suo modo di fare fa parte del personaggio, di uno che ha un solo obiettivo: vincere a qualunque costo. Ma in campo ci sono anche gli avversari, che rincorrono la medesima meta e che a volte fanno ricorso a tutte le armi in proprio possesso per arrivare sul traguardo. Ricordate ad esempio il video della “remuntada”confezionato dal Barça alla vigilia della semifinale contro l’Inter dello Special One?
Ebbene, c’è una squadra che si spinta oltre, non solo incitando i propri tifosi ad un tifo esagerato, ma cercando di spaventare Mourinho con una promessa precisa. Parliamo del Siviglia, prossimo avversario del Real Madrid in Coppa del Re. I calciatori andalusi hanno giocato a fare gli attori, proponendosi come protagonisti di un simpatico video. Volti pitturati e minacciosi, primi piani significativi ed un messaggio preciso per l’uomo di Setubal: ti lasceremo a zeru tituli! Basterà questo espediente a spaventare Mourinho? A voi il video del Siviglia.
Comincia a delinearsi il futuro dell’Inter, che da lunedì comincerà a decidere cosa farà da grande. Per l’immediato futuro, cioè il calciomercato di gennaio, l’unica cosa certa è che arriverà un attaccante, resta solo da vedere quale. Ormai Sanchez si può dire definitivamente sfumato perché Pozzo ha aumentato la sua richiesta a 30 milioni (tanto Abramovich paga), e perché Moratti lo vorrebbe da giugno, mentre con una buona offerta Sanchez partirebbe subito.
Un piccolo tentativo è stato fatto per Di Natale, ma proprio come per la Juve, anche all’Inter Totò ha detto di no, appoggiato dalla società che non può permettersi di perdere, nel giro di una settimana, Floro Flores, Sanchez e pure il suo capitano. Un tentativo è stato fatto anche per Mutu, ma il romeno verrà ceduto all’estero per non rinforzare una concorrente, mentre per Vucinic qualsiasi discorso dev’essere rimandato a giugno, anche se adesso pare ci sia la Juventus in pole position. Dunque chi prendere? Al momento pare che l’unica alternativa rimasta sia Luc Castaignos, che sarebbe dovuto essere ingaggiato a gennaio ma arrivare a giugno. Vista l’emergenza però potrebbe essere richiesto immediatamente, e questo rischia addirittura di far saltare l’intera trattativa.
C’è tensione a Madrid oppure no? Qual’è la verità? Jorge Valdano in questi giorni è piuttosto seccato dalle polemiche nate negli ultimi giorni e dalle voci che Mourinho starebbe pensando di lasciare il Real Madrid a fine stagione.
Per questo ha dichiarato che
Con Mourinho ho un rapporto normale e non è il caso di parlarne continuamente.
E prosegue:
Ripeto con Mourinho ho un rapporto normale, ceniamo e stiamo insieme nelle vigilie di ogni gara, ci mandiamo sms frequentemente, facciamo le cose che devono fare un dg e un tecnico.
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