Lo Monaco-Mourinho: polemica chiusa (o quasi)

Tutto era iniziato una settimana fa, quando quella lingua lunga di Mourinho aveva fatto passare un giocatore de Catania per simulatore, assolvendo di fatto il “suo” Muntari (che tanto innocente non deve essere, visto che si è beccato tre giornate di squalifica per la manata rifilata all’avversario che lo contrastava). Apriti cielo! Il polemico e sempre meno simpatico mister portoghese ha trovato pane per i suoi denti anzi, a dirla tutta “bastonate” per i suoi suoi denti, visto che proprio questo trattamento veniva auspicato dall’ad del Catania, Pietro Lo Monaco.

Di qui il fiume di polemiche e di botta e risposta a distanza tra il dirigente catanese e l’allenatore nerazzurro, che trovava anche un difensore “involontario” nel ministro Maroni, sempre più calato nel ruolo di salva-calcio neanche fosse il ministro dello sport.

Risultato? Lo Monaco è stato deferito alla disciplinare per “istigazione alla violenza”, avendo parlato appunto di “bastonate sui denti” e di “cemento a presa rapida”, senza a suo dire voler convincere qualche scagnozzo a passare dalle parole ai fatti. E’ chiaro che noi la stiamo prendendo sullo scherzo e stiamo giocando su affermazioni che dovrebbero restare nell’ambito sportivo e circoscritte ad un dopopartita in cui le parole solitamente lasciano il tempo che trovano. Ma la questione sembra andare per le lunghe, se è vero che il dirigente del Catania continua a tirare fuori storie che hanno ben poco a che fare con la gara in questione. Cosa è andato a pescare?

Lo Monaco viene deferito e attacca Maroni

Lo Monaco, chi era costui? Fino a ieri un signor nessuno, ma nelle ultime ore è  diventato l’amministratore delegato più famoso d’Italia. Tutta colpa di una dichiarazione di Mourinho che ha scatenato le reazioni “violente” (almeno verbalmente) del dirigente del Catania, che pare non voglia smettere di gettare benzina sul fuoco e, nonostante avvertimenti arrivati da più parti, continua la sua personale polemica a distanza con il tecnico nerazzurro.

L’ultimo capitolo della storia è il deferimento arrivato su invito del Ministro Maroni, già preoccupato per il clima di tensione che ha caratterizzato questo inizio di campionato e poco propenso ad affrontare altre grane calcistiche. Ma l’ira di Lo Monaco non si placa ed anzi si riversa ora contro il Ministro stesso e contro il partito che questi rappresenta:

Mi auguro che quello di Maroni sia l’ultimo intervento su questa vicenda. Non sono certamente io il rappresentante di un partito che ha fatto propri i capisaldi dell’istigazione alla violenza in questi anni. Non sono stato io a parlare di fucili o di ‘Roma ladrona’. Mi sembra che la predica provenga da un pulpito fuori luogo.

Mourinho il polemico

Dovrebbe essere al settimo cielo per il risultato raggiunto e per le 99 partite interne senza sconfitte. Dovrebbe gongolare e godersi il momento, lui che sa che nel calcio non

Mancini non allena, ma fa sempre sentire la sua voce

In attesa di vederlo su qualche panchina di Serie A, per ora Roberto Mancini lo si può vedere solo in Sardegna, mentre trascorre le vacanze e spende qualcuno dei milioni di euro che sta prendendo dall’Inter senza nemmeno muovere un dito.

Ringrazia Mourinho il Mancio dalla sua lussuosissima villa, per avergli dato la possibilità di guadagnare senza lavorare, e così la sua abbronzatura continua ad aumentare. Nonostante questo, i giornalisti italiani gli hanno voluto ugualmente conferire il premio Maestrelli, premio che si assegna al miglior allenatore del 2008. E lì Mancini ha avuto la possibilità di fare il punto della situazione.

Vieira ritorna in campo, sfortuna o no, contro il Catania

Il test infrasettimanale di Locarno consegna un bel regalo a Josè Mourinho: il ritorno in campo di Vieira. Il colosso francese era fuori dallo scorso campionato, quando dopo un exploit nel finale che consentì all’Inter di mettere a distanza di sicurezza la Roma, fu costretto a casa per l’ennesimo infortunio.

Sembrava avesse recuperato per l’inizio del campionato, ma lo stiramento al retto femorale di Luglio lo ha bloccato per l’ennesima volta in una carriera che lo ha visto più tempo in ospedale che sull’erba con il pallone tra i piedi.

Mourinho ringrazia Moratti

Voleva Mancini e l’ha avuto. Voleva Lampard e ci è andato molto molto vicino, chiedendo poi Muntari come seconda scelta, ed anche in questo caso è stato accontentato. Voleva Quaresma

Bentornato a casa, Sheva!

Era partito due anni fa da quell’aereporto, trascinandosi dietro una scia di rimpianti, i suoi rimpianti per un’avventura che finiva dopo un lungo amore, ed i rimpianti dei tifosi che lo vedevano volare via in cerca di fortuna con una maglia con lo stesso numero, ma di un altro colore.

Lascio per motivi familiari, ringrazio la società per tutto quello che mi ha dato. Non c’è un problema di rapporti e non c’è un problema economico.

I motivi familiari di Andriy Shevchenko si chiamavano Kristen Pazik, l’ex modella americana nonché moglie del bomber ucraino, che voleva dare ai propri figli un futuro lontano dall’Italia e possibilmente in un Paese di lingua inglese. E così Sheva, dopo sette anni di Milan e 173 gol in maglia rossonera, partiva alla volta dell’Inghilterra, destinazione Chelsea, con una faccia più triste del solito ed una valigia piena di speranze, oltre ad un ingaggio di 9 milioni netti stagione.

Aspettando Roma-Inter

Comincia il conto alla rovescia per la gara che assegnerà il primo trofeo ufficiale della stagione 2008-2009. Domani sera andrà in scena la finale di Supercoppa Italiana che vedrà impegnate ancora Inter e Roma, le due squadre che si sono sfidate fino all’ultimo minuto (quasi) della scorsa stagione, per poi dividersi equamente i titoli: scudetto ai nerazzurri e Coppa Italia ai giallorssi.

Si riparte dunque da dove si era terminato tre mesi fa, quando la Roma sotto il cielo dell’Olimpico alzava la Coppa Italia, per mano del suo capitano, fresco di operazione al ginocchio e non presente tra i 22 in campo.

Sono trascorsi solo tre mesi, ma molte situazioni sono cambiate da allora. Sulla panchina dell’Inter è arrivata l’esperienza di mister Mourinho, giunto in Italia con l’intenzione di confermare la fama di vincente, a partire proprio dalla gara di domani sera. Ed a Milano è arrivata anche la classe di un romanista doc, Amantino Mancini, che ora spera di fare uno sgambetto alla sua ex squadra, portando a Milano la Coppa.

Crisi Inter, si ferma anche Adriano: le punte sono tutte in infermeria

La sfortuna in casa Inter non conosce limiti. E’ l’attacco a dare maggiori problemi a Mourinho, che adesso dovrà fare a meno anche di Adriano. Stiramento alla coscia sinistra e ora sono guai. I tempi di recupero non dovrebbero essere molto brevi, e quindi la partita di Supercoppa con la Roma è fuori discussione, mentre l’esordio in campionato è ancora tutto da vedere.

Peccato perchè si stava riprendendo bene il brasiliano, e invece adesso dovrà sedersi insieme a Ibrahimovic e ad altri numerosi colleghi sul lettino del medico per capire cosa nei calciatori dell’Inter proprio non va.

Mourinho-Ranieri: continua il botta e risposta

Perché mi attaccano tutti? Facile, perché sanno che il giorno dopo le prime pagine dei giornali si occuperanno di loro. E’ tutta pubblicità gratis.

Così parlò Josè Mourinho nell’ultimo episodio di una telenovela destinata a continuare per tutta la stagione. I “tutti” che lo attaccano sono Ranieri e Scolari, che negli ultimi giorni si sono permessi di criticarlo per alcune sue esternazioni non proprio felici. Ma partiamo dall’inizio, da quando cioè il portoghese alla vigilia del Trofeo Tim aveva punzecchiato la “Giuve”, dichiarando che in caso di sconfitta con l’Inter, Ranieri avrebbe dovuto preoccuparsi, perché più avanti nella preparazione rispetto ai nerazzurri.

La Juve alla fine vinse grazie ad un gol di Iaquinta, e Ranieri intervistato a fine partita aveva manifestato tutta la propria stima nei confronti del collega, ricordandogli che aveva messo in campo la squadra meno allenata per dargli un’opportunità. E figuriamoci se Josè lasciava cadere il discorso, esimendosi dal rispondere.