Mou vs. Ranieri, i gol di Ibra e Del Piero, i due club più tifati in Italia: Inter-Juve è già sfida scudetto

L’Inter è ormai pronta per il grande anticipo di domani sera contro l’acerrima rivale Juventus. E’ una gara aperta a qualsiasi pronostico, con i nerazzurri che possono vantare dalla loro parte il primato in classifica con 27 punti, mentre i bianconeri sognano l’aggancio e infliggere la prima sconfitta interna alla squadra dell’odiato Mourinho. Una rivalità storica che ha fatto negli ultimi anni peggiorare anche le cose a causa della vicenda Calciopoli, che ha spinto in Serie B la Vecchia Signora.

Cobolli Gigli-Moratti in tribuna, Ranieri-Mourinho sulle panchine, sono soltanto due dei tanti temi che presentano la supersfida. L’Inter vuole dimostrare che il colpo di Palermo sia stato da attribuire non solo alla straordinaria forza di Zlatan Ibrahimovic, ma anche al collettivo.

Ibrahimovic trascina l’Inter, aspettando il derby d’Italia

E’ il giorno di Ibrahimovic, sempre più determinante per l’Inter di Mourinho, sempre più uomo-squadra, senza il quale l’armata nerazzurra sarebbe ben poca cosa. Ieri sera ne abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione al cospetto di un Palermo che per un tempo è riuscito a tenere bene contro la prima della classe, meritando forse qualcosa in più di quanto ottenuto.

Non che le emozioni siano state tali da parlare di una gran bella gara, ma quantomeno i rosanero hanno cercato di proporsi in avanti senza soggezione, difettando però nella mira.

E l’Inter? Poco da segnalare nel primo tempo, nonostante la presenza di Julio Cruz sin dal fischio d’inizio (novità assoluta per quest’anno).

Mourinho taglia, via mezza squadra a Gennaio

Il tecnico della rivoluzione Josè Mourinho l’aveva detto sin dall’inizio del campionato: non gradisce le rose grandi. La domanda sorta spontanea a questo punto è stata come mai abbia deciso di andare ad allenare proprio l’Inter. E la risposta l’ha data lui stesso proprio oggi, presentando una lista di calciatori che gradirebbe partissero già nel mercato di Gennaio.

I nomi ufficiali sono 4, ma quelli che potrebbero partire probabilmente sono molti di più. Ammettendo che non dovesse arrivare nessun’altro, cosa poco probabile, visto il passato di Moratti, i partenti sicuri sarebbero Adriano, Crespo, Dacourt e Jimenez. Ma non solo.

Mourinho ossessionato da Mancini

Incorreggibile Mourinho! E’ arrivato in Italia con la fama dell’antipatico e non si può certo dire che stia facendo chissà quale sforzo per smentire chi lo ha giudicato senza nemmeno conoscerlo. Ad ogni uscita scatena una polemica, ogni sua parola diventa motivo di discussione o offesa per qualcuno. Sarà perché è permaloso o semplicemente perché questo modo di fare rientra nel suo personaggio, sta di fatto, però, che spesso riesce ad essere irritante.

Nella giornata che ha riportato la sua Inter in testa alla classifica, il portoghese ha trovato il modo di procurarsi parecchi “nemici”, prima in campo, zittendo chi lo contestava, poi davanti alle telecamere di Sky, polemizzando con chi lo invitava a tornare sul paragone con Mancini. Basta così? No, perché mister Mou conosce il valore della par condicio ed ha voluto deliziare anche i telespettatori di Mamma Rai con il suo show.

Una cosa però l’abbiamo capita: lo Special One soffre il confronto con Roberto Mancini e chiunque abbia voglia di chiacchierare con lui, da oggi in poi dovrà fare attenzione a non nominare il nome dell’ex allenatore dell’Inter.

Calcio, serie A: al Meazza Inter-Udinese. Si giocano il primato in classifica

Alzi la mano chi avrebbe mai pensato che Inter-Udinese dopo due mesi di campionato sarebbe stato il match clou della 11° giornata. Complimenti quindi alla squadra di Marino che oltre a disputare un grande inizio di torneo, sta brillando anche in Europa, dando segno di grande maturità. L’Inter, invece, nonostante abbia gli stessi punti (21), non sta attraversando un grande momento di forma. Il nuovo modulo provato da Mourinho (4-2-4), non sta dando i frutti sperati, anzi in due gare è suonato l’allarme difesa che ha subito cinque gol; due dalla Reggina e tre in Champions dall’Anorthosis.

Adriano, Gallas, Adebayor: quanti esclusi in giro per l’Europa

Chi sbaglia paga: sembra essere il motto preferito dagli allenatori di mezza Europa in questo periodo. In casa nostra abbiamo Mourinho che si è impuntato contro un paio di giocatori, ma anche in Inghilterra c’è chi ha scelto di fare la voce forte e minaccia esclusioni.

Partiamo dall’Inter e dalla conferenza stampa del tecnico portoghese, deciso più che mai a lasciare ancora una volta fuori squadra Adriano e Cruz, dopo l’esclusione di mercoledì nella gara contro la Fiorentina. Ma mentre in quell’occasione si era rifiutato di parlare dei non convocati, stavolta spiega le sue scelte:

Non so se Adriano capirà stando fuori, non lo so. Posso dire che se c’è qualcuno che si è dedicato a lui con il cuore come allenatore, ma anche come compagno di lavoro, sono stato io. Domani sarebbe stato importante averlo con la Reggina, ovviamente sì, ma per me è più importante il rispetto dei professionisti e della società. Ci sono cose che per me non è possibile accettare. La strada per ritornare è lunga, ma non impossibile.

Adriano – Ronaldinho: le due facce di Milano

Sono giovani, ricchi, forti e belli (vabbè non esageriamo) e con tanta voglia di godersi la bella vita. E poi, particolare non trascurabile, sono brasiliani e quando sentono odore di festa, non riescono proprio a resistere e spesso finiscono per mettersi nei guai.

Loro sono Adriano e Ronaldinho, brasiliani trapiantati a Milano, dove stanno facendo le fortune (non sempre a dire il vero) di Inter e Milan. Avversari in campo, divisi dal colore delle maglie, ma abbastanza amici da concedersi qualche ora di divertimento in compagnia a ritmo di hip hop.

E’ successo la scorsa domenica, dopo le prestazioni non proprio entusiasmanti offerte nelle rispettive gare di campionato (per il milanista c’è l’attenuante dell’infortunio, ma questa è un’altra storia). Sta di fatto che i due hanno fatto bisboccia insieme fino alle prime luci dell’alba, provocando reazioni totalmente diverse da parte degli allenatori. Ma andiamo per ordine.

Mourinho: in Italia non mi rispettano!

Il campionato è fermo per dar spazio alle qualificazioni per i Mondiali del 2010, ma in un modo o nell’altro lui, allenatore di una squadra di club, riesce sempre ad attirare l’attenzione, togliendo spazio persino alla nazionale italiana.

Lui è Josè Mourinho, presente un giorno si e l’altro pure sulle pagine dei quotidiani. Sarà perché è l’allenatore di una delle squadre prime in classifica (ma allora dove sono Rossi e Marino?) o sarà perché uno come lui riesce a far parlare di sé anche quando non parla (vedi delega concessa a Baresi dopo la gara contro il Lecce), sta di fatto che giornali e tv fanno a gara per sentire le sue verità.

Ieri è stata la volta del Tg5 che ha provato a pungolarlo sulla solita questione relativa alla sua antipatia. E figuriamoci se non prendeva la palla al balzo e non approfittava dell’occasione per attaccare i suoi detrattori.

Newcastle: record di parolacce all’esordio, Kinnear manda 52 volte tutti a quel paese

Ci siamo sorpresi quando Mourinho alla sua prima intervista in italiano ha detto di non essere un pirla. Siamo rimasti a bocca aperta quando, partita dopo partita, litigava con tutti, allenatori e giornalisti, anche con frasi piuttosto scorbutiche. Abbiamo riso quando il Trap inveì fortemente contro la sua squadra, ed in particolar modo verso il centrocampista Strunz.

Ma stavolta c’è chi ha superato tutti i limiti, della decenza ma anche dell’indecenza: è Joe Kinnear, che alla sua prima conferenza stampa alla guida del Newcastle ha detto ben 52 parolacce, rivolte verso tutti, ma in special modo ai suoi calciatori.

Incredibile svolta di Gerrard, potrebbe lasciare il Liverpool, ma non per l’Inter

Dopo che per tutta l’estate Mourinho ha provato in tutti i modi (e senza riuscirci) a portare Gerrard a Milano, sembrava proprio che il capitano dei Reds dovesse rimanere a Liverpool per tutta la vita. Il ritrovato amore con i tifosi faceva pensare che non avesse più intenzione di andar via, e il contratto che lo aveva blindato confermava questa impressione.

Soltanto una squadra però al momento è in grado di sovvertire qualsiasi regola del calcio: il Manchester City, che con i tanti milioni da poter spendere si è fatta avanti con il Liverpool per acquistare il cartellino di colui che in patria è considerato il centrocampista più forte del mondo.

Mourinho, l’uomo da copertina

Che la squadra vinca o perda è sempre lui ad occupare le prime pagine dei giornali, più dell’attaccante che l’ha buttata dentro, più del difensore che ha perso il contrasto, facendosi superare. E’ il destino di Josè Mourinho, professione mister, ma con un futuro assicurato di attore, grazie a quella faccia da uomo sicuro di sé e a quell’inclinazione innata  per la recitazione.

E così, da quando è sbarcato a Milano lo abbiato ritrovato spesso a far notizia con quel suo modo di porsi presuntuoso ed arrogante, che più di una volta ha innescato polemiche infinite con il “nemico” di turno. Sarà che agli italiani interessano più i pettegolezzi che il calcio giocato (come dice lui), ma non si può certo dire che il portoghese sia esente da colpe.

Ma negli ultimi quattro giorni la sua espressione è mutata rispetto al passato e, pur continuando a ripetere che l’Inter sta raccogliendo meno di quanto semina, è evidente che alcune sue certezze cominciano a vacillare.

Apettando MIlan-Inter

Mancano ancora due giorni ad uno degli appuntamenti clou della stagione, ma a Milano cresce già l’attesa per il derby. Sarà che l’Inter macina risultati e vola già davanti a tutte, sarà che il Milan dopo un inizio stentato sta ritrovando gioco e punti, sta di fatto che quello di domenica si prospetta come un derby di fuoco.

Per i nerazzurri è già tempo di fare i conti con il tifo-contro dell’Italia intera, nella speranza che il MIlan non  arresti sul più bello la sua rincorsa alla vetta della classifica. Certo, dopo sole quattro gionate di campionato, non si può parlare di fuga solitaria, ma i risultati fanno morale e, in caso di vittoria nel derby, l’Inter si ritroverebbe a mettere una seria ipoteca su un autunno più tranquillo.

Discorsi che per ora lasciano il tempo che trovano, considerando la particolarità di una partita come questa, in cui conta poco il talento in campo o la condizione fisica. Il derby è una partita a sé, al di là di tutto. Ma che derby sarà?