Liga: passerella d’onore per il Real, umiliato il Barcellona

Rito del “pasillo“, letteralmente corridoio, per i giocatori del Barça che aggiungono al danno di non avere più obiettivi di stagione, anche la beffa di dover porgere gli onori agli acerrimi rivali del Real Madrid. Si apre così il turno infrasettimanale della Liga spagnola, arrivata a 3 gare dalla fine.

Lo show del pasillo è una tradizione spagnola che vuole che quando una squadra vince la Liga prima dell’ultima giornata di campionato, la giornata successiva gli avversari dovranno disporsi alle ali dell’ingresso del tunnel per tributare l’ingresso trionfale dei campioni (un pò come fecero i giocatori dell’Inter al ritorno del Milan da Tokyo). Solo che stavolta non è stata una scelta sportiva da parte dei giocatori del Barcellona, e molti l’hanno fatto con una smorfia sul volto, mentre altri hanno evitato di farlo facendosi squalificare apposta nella partita precedente, come Eto’o e Deco, per evitare l’umiliazione.

Il disastro del Milan continua nel calciomercato: persi Ronaldinho e Drogba

Brutte notizie per i tifosi del Milan. Forse adesso si renderanno conto cosa significa avere Berlusconi presidente, della società, oltre che del Consiglio.
Ad elezioni già passate si può parlare liberamente, e allora notiamo come le tecniche elettorali siano simili a quelle che il Presidente usa per il suo Milan.

Berlusconi aveva promesso, ancor prima di rendersi conto della possibilità effettiva, di far acquistare l’Alitalia da un gruppo italiano, e la stessa cosa ha fatto con Ronaldinho e Drogba.
Chissà, magari l’ha fatto per accaparrarsi i voti dei tifosi milanisti, fatto sta che, passate le elezioni, la compagnia italiana per aquistare l’Alitalia è svanita nel nulla, così come i due fuoriclasse di Barcellona e Chelsea.

Ronaldinho: ora c’è anche la Juve, ma a chi serve veramente?

Ronaldinho alla Juventus? E’ il consiglio di Gigi Buffon, affascinato dall’idea di poter ammirare le magie del brasiliano in maglia bianconera. La telenovela, dunque, si arricchisce di una nuova puntata e, dato per scontato il suo addio al Barcellona, le squadre italiane sulle sue tracce diventano tre.

Ma è un affare possibile o, come qualcuno fa giustamente notare, dalle nostre parti non si può sostenere un simile sacrificio economico? Se il Barcellona facesse valere la clausola rescissoria -ormai sui contratti della gran parte dei calciatori-, investire sul brasiliano sarebbe impresa proibitiva per qualunque club.

Chi pagherebbe 130 milioni per assicurarsi le sue prestazioni? Il prezzo però dovrebbe aggirarsi tra i 16 ed i 30 milioni e l’affare a questo punto diventerebbe fattibile anche per i club del Bel Paese, alle prese con continui problemi di bilancio.

Ronaldinho comprato dal fratello, Cannavaro&Co in vendita!

Stampa spagnola scatenata in questi giorni e non solo per la vittoria della nazionale su una delle squadre favorite per la conquista dell’Europeo, ma anche sulle questioni di mercato che riguardano i due club più blasonati della Liga.

In casa Barcellona tiene banco da tempo immemorabile la vicenda Ronaldinho, dato per sicuro partente già lo scorso gennaio e poi rimasto (malvolentieri) in Catalogna. Lo voleva il Chelsea, pronto a sborsare 14 milioni di euro all’anno per assicurarsi le sue prestazioni, ma il club si oppose al trasferimento. Ora però la situazione è precipitata ed i continui capricci del brasiliano avrebbero convinto la società ad abbattere il costo del cartellino (120 milioni di euro), per facilitare la sua partenza.

Il presidente Laporta continua a negare questa possibilità, ma la maglia numero 10 del Barca sarà indossata da qualcun altro nelle prossime stagioni. Il Chelsea è sempre in pole position per l’acquisto del giocatore, anche se negli ultimi giorni si è fatta avanti un’altra ipotesi che creerebbe un precedente nel mondo del calcio. Secondo il quotidiano Marca, infatti, Roberto de Assis, fratello-procuratore di Ronaldinho, nonché proprietario del Porto Alegre, potrebbe avvalersi di una norma Fifa e comprare il cartellino per 16 milioni di euro, per poi rivenderlo al miglior offerente per almeno 40 milioni netti.