Gli piaceva essere chiamato
“pallottola”, così come lo aveva soprannominato
Sandro Mazzola, dopo averlo visto
schizzare da una palo all’altro della porta con velocità impressionante, ma
Ivano Bordon era famoso soprattutto per l’atteggiamento glaciale con cui affrontava le gare, tanto da meritarsi il titolo di
“portiere di ghiaccio”.
Una vita quasi interamente dedicata al calcio, soprattutto a difesa della porta dell’Inter, dove giocò per 13 stagioni, conquistando due scudetti e due Coppe Italia. Di lui si ricorda una gara in particolare, una di quelle partite storiche a noi tanto care, che avremo modo di raccontare più in là, in un articolo a parte.
Per ora accontentatevi di conoscerne l’epilogo, con un giovanissimo Ivano Bordon (20 anni appena), che prendeva il posto di Lido Vieri e regalava la qualificazione al terzo turno di Coppa dei Campioni alla squadra nerazzurra. Quella sera il ragazzino davanti ad ottantamila spettatori riuscì a parare di tutto e di più, concedendosi anche il lusso di respingere un calcio di rigore a Hevcknes, e guadagnandosi meritatamente il titolo di eroe della serata.