Che Italia ieri sera!Portogallo battuto 3 a 1

E’ finita col risultato di 3 reti ad 1 la partita amichevole disputatasi a tra Italia e Portogallo sul neutro di Zurigo, nella terra che ospiterà il prossimo Campionato Europeo.
Donadoni schiera gli azzurri con un 4-3-2-1, Amelia tra i pali, Zambrotta, Cannavaro, Barzagli e Oddo in difesa, De Rossi, Pirlo, Ambrosini a centrocampo, Di Natale e Palladino dietro l’unica punta Toni.
Felipe Scolari risponde con un 4-2-1-3, mettendo in campo Ricardo, Bosingwa, Ricardo Carvalho, Bruno Alves, Caneira, Petit, Maniche, Deco, Queresma, Makukula e Cristiano Ronaldo.

Inzaghi, Sentimenti, Maradona: storie di calcio e di fratelli

Storie di fratelli calciatori e subito la mente va ai cinque Sentimenti che negli anni ’40-’50 facevano impazzire gli addetti ai lavori, costretti a “numerarli” per poterli riconoscere facilmente. E così Ennio divenne Sentimenti I, Arnaldo, Sentimenti II, Vittorio, detto Ciccio, Sentimenti III, Lucidio, detto Cochi, il più famoso di tutti, portiere indimenticato di Juventus e Lazio, Sentimenti IV, e Primo che a dispetto del suo nome divenne Sentimenti V.

Cinque fratelli, tutti calciatori e tutti di grande livello, un vero record per il calcio mondiale, seppure si faccia riferimento ad un’epoca in cui forse era più facile che il primo facesse da apripista per l’arrivo degli altri. Mai più si ripetè una favola simile, ma il calcio ci ha regalato negli anni altre coppie di fratelli arrivati a buoni livelli, a volte addirittura nella stessa squadra.

E’ il caso dei gemelli Filippini, Emanuele ed Antonio, che tanto bene hanno fatto giocando per anni soprattutto con la maglia del Brescia, ma anche dei gemelli Zenoni, frutto del vivaio dell’Atalanta.

Dino Zoff: il numero 1 assoluto!

Mito: termine usato spesso a sproposito nel mondo del calcio per definire questo o quel calciatore che ci sa fare un po’ più degli altri con il pallone tra i piedi. Ma il titolo di mito bisogna guadagnarselo sul campo e nessuno come lui è riuscito così bene nell’intento di restare stampato nalla memoria dei tifosi.

Dino Zoff, classe 1942, interprete di un calcio in continua evoluzione, attraversato da decenni di gloriosa carriera. In pochi avrebbero scommesso su di lui, su quel ragazzino esile, che per mantenersi faceva il meccanico e giocava per puro diletto. Lo scartarono Juventus ed Inter, giunte fino in Friuli per osservare questo portierino in azione, ma l’occasione di riscatto gliela offrì l’Udinese, facendolo esordire giovanissimo in serie A.

Inizio in salita per lui, con 5 gol beccati all’esordio contro la Fiorentina ed un pubblico ostile pronto a sottolineare qualunque suo errore. Poi il Mantova per 4 anni e finalmente Napoli, città rumorosa, aperta, molto lontana da quel suo carattere chiuso e serioso. Eppure fu amore a prima vista e Dino diventò in fretta uno degli idoli di quella squadra che pure vantava la presenza di campioni come Sivori e Altafini, Canè e Bianchi.

Mauro Matias Zarate: il giovane talento che sceglie il Qatar

Storia bizzarra quella di Mauro Matias Zarate, attaccante argentino poco più che ventenne, protagonista di una scelta di vita a dir poco inconsueta per il calcio moderno.

Ma andiamo per ordine, ripercorrendo le tappe della sua carriera sin dagli esordi nelle giovanili del Velez, quando muoveva i primi passi su un campo di calcio, seguendo l’esempio dei suoi tre fratelli. Non la solita storia dell’argentino che cresce nei sobborghi di Buenos Aires, cercando un riscatto nel calcio: Mauro proviene da una famiglia piuttosto agiata, in cui il pallone rappresenta una professione più che un divertimento.

Suo nonno era un nazionale cileno mentre suo padre giocava nell’Indipendiente dell’Avellaneda; dei suoi fratelli, solo Sergio Fabian ha appeso le scarpette al chiodo, dopo, tra l’altro, una breve permanenza in Italia nell’Ancona, gli altri due ancora calcano i campi di gioco con alterne fortune.

Coppa d’Africa al via tra polemiche e stelle

Finalmente si parte! Stasera alle 18:00 partita inaugurale tra il Ghana e la Guinea, che aprirà ufficialmente la 26esima edizione della Coppa d’Africa.

Solite polemiche ad accompagnare la manifestazione sportiva più importante del continente africano, che priva dei pezzi migliori le squadre di mezza Europa. I presidenti dei club si lamentano da tempo della formula che prevede lo svolgimento della manifestazione ogni due anni e per di più in un periodo -tra gennaio e febbraio- in cui i campionati europei sono nel momento clou della stagione.

La replica di Issah Hayatou, presidente della Confederazione Africana, è sempre la stessa:

Non ci piegheremo ai capricci dei club europei. Fino a quando sarò io il Presidente la Coppa d’Africa si giocherà ogni due anni e a gennaio.

My Football Club: 50 euro per comprare una squadra di calcio!

Stanchi di arrabbiarvi per le sorti della vostra squadra? Inviperiti contro il Presidente che non apre i lacci della borsa per comprare rinforzi? Siete tra quelli che pensano “Se fossi io l’allenatore…”? Ho un consiglio per voi: comprate una squadra di calcio e gestitela come meglio credete.

E qui la maggior parte di voi cliccherà sul tasto “indietro” per cambiar pagina, ma chi avrà la bontà e la pazienza di continuare a leggere, scoprirà che non servono i miliardi di Moratti e Berlusconi per poter essere presidenti e allenatori di un club.

L’idea iniziale è di un inglese, tifoso del Fulham, stanco di vedere la sua squadra navigare nelle zone basse della classifica a causa dei guai finanziari, tanto da lanciare un’iniziativa via web, per rilevare le quote della società: 35 sterline a testa per salvare la squadra del cuore dal fallimento.

Gianluca Pessotto: un nuovo debutto

Finalmente si ricomincia, con la consapevolezza di chi sa che si può rinascere a nuova vita dopo un incubo durato più di un anno.

Sabato 12 gennaio 2008: una data che resterà stampata nella mente di Gianluca Pessotto che inizia oggi la sua nuova avventura all’interno dello staff juventino con la carica di team manager. In pochi ci avevano creduto guardando i servizi sui telegiornali di un anno e mezzo fa che mostravano le immagini della sede bianconera, dove Gianluca aveva tentato il suicidio, gettandosi dal tetto.

Si parlò molto di lui in quel periodo, con le notizie poco confortanti che arrivavano dall’ospedale e che lo davano quasi per spacciato. L’Italia intera era con lui, sebbene fossimo tutti molto presi dalla Nazionale che si apprestava a vincere il Mondiale in Germania.

De bello gallico

Ed eccolo il sorteggio un pò temuto. Quello che dopo uno stentato avvio, poi glorificato dal gol di Panucci in Scozia, ci vede approdare ad Euro 2008 che si terrà

Tutti allo stadio

Che il calcio sia la passione degli italiani si sa. Per alcuni viene addirittura prima di moglie e fidanzata. Allora accomodiaci in poltrona e godiamoci il secondo anticipo della 14a

Scozia-Italia, Glasgow val bene un pareggio

Una partita che vale un anno e mezzo di lavoro. Sabato prossimo contro la Scozia, all’ Hampden Park di Glasgow, si deciderà forse il destino della Nazionale Italiana di calcio e con esso anche quello del suo commissario tecnico. All’Italia basterebbe un punto per garantirsi la qualificazione all’Europeo, dando per scontata la vittoria mercoledì con le isole Far Oer, ma Donadoni non vuole sentir parlare di pareggio: “E’ impossibile programmare un risultato, ancorché di comodo: in venticinque anni di calcio non sono mai sceso in campo per pareggiare e neppure la Scozia cerca un pareggio, quindi troveremo pane per i nostri denti. In Scozia l’Italia non ha mai vinto, ma quello è il passato: questa nazionale andrà a Glasgow per giocarsela, e vincere“. Già, la storia non è dalla nostra parte: nei precedenti tre incontri in terra scozzese abbiamo rimediato solo due pareggi ed una sconfitta.

Il ct scozzese Alex McLeish sembra avere le idee molto chiare: “Sappiamo che di fronte avremo i campioni del mondo, così come sappiamo che loro hanno già affrontato diverse volte situazioni del genere e che quindi sapranno come gestire il tutto mentalmente“.
L’atmosfera di Glasgow sarà sicuramente infuocata
, in Scozia la febbre per il match è altissima e McLeish si aspetta molto dai propri giocatori e dal pubblico: “Sarà una normale partita di calcio, undici contro undici e sono sicuro che i ragazzi italiani sono esseri umani come tutti gli altri. Sono anche certo che se riusciremo a stravolgerli, la partita diventerà interessante. Il fattore paura sarà determinante perchè c’è’ molta pressione su di loro, hanno addosso l’aspettativa di tutta la nazione e scenderanno in campo sapendo che noi non avremo niente da perdere. In questo girone ci hanno già battuto, ma ad Hampden abbiamo un eccellente ruolino di marcia e vogliamo un’altra vittoria: per noi questo stadio è una fortezza“. Una fortezza nella quale i nostri avversari, fino ad oggi, hanno ottenuto cinque vittorie su altrettante partite.