Grecia – Italia vale un record

Ci siamo. E’ il giorno della gloria per Marcello Lippi, che stasera in quel di Atene potrebbe raggiungere il record di rusultati utili consecutivi alla guida della nazionale italiana. Per ora è a quota 30 ed un pezzo di gloria è già conquistata, avendo raggiunto il mese scorso Vittorio Pozzo, ct azzurro dei primi due titoli mondiali. Ma stasera l’impresa potrebbe essere completata, Grecia permettendo.

Una partita senza punti in palio, eppure di fondamentale importanza per il tecnico viareggino che non nasconde una certa emozione per il record personale:

Voglio fare 31 partite consecutive senza sconfitte, eguagliare il record di Clemente (Spagna) e Basile (Argentina). Già essere a 30, come riuscì Vittorio Pozzo, è un onore. Arrivare a 31 poi sarebbe davvero importante anche come metro della costante crescita del gruppo.

Amauri sempre più vicino all’Italia

C’è un allenatore che farebbe carte false per farlo giocare nella sua nazionale (Lippi) e un altro che sta facendo di tutto per non farlo giocare nella sua (Dunga). Noi tutti speriamo che in questo tira e molla alla fine la spunti il ct campione del mondo, ma per quanto riguarda il futuro di Amauri Carvalho de Oliveira, ancora è tutto in alto mare.

La cittadinanza italiana dovrebbe essere ormai questione di settimane, e così all’attaccante della Juventus viene chiesto di fare una scelta: la nazionale italiana o quella brasiliana. I sogni di Amauri sono sempre stati due: giocare in Champions League (e quest’anno lo sta facendo, e bene) e giocare i mondiali. L’Italia gliene offre la possibilità, il Brasile non si sa.

Amauri sceglie la sua nazionale

Italia o Brasile? Ce ne siamo occupati più volte su queste pagine, dimostrando anche una certa ostilità verso l’indecisione di un calciatore conteso tra le maglie di due Paesi. Il caso-Amauri continua però ad occupare le pagine dei giornali e non c’è intervista al brasiliano che non finisca sul tema della scelta.

ieri sera nel corso della trasmissione Controcampo l’attaccante juventino è stato nuovamente solleticato in proposito, trovando una risposta che mette d’accordo tutti, almeno in apparenza:

Per il momento la mia nazionale è la Juve.

Mondiali 2010: l’Italia nel segno di Aquilani

E fanno 30! Trenta partite consecutive senza sconfitte per Marcello Lippi, che così entra nella storia, eguagliando il record di Vittorio Pozzo. Ma questo, come fa notare lui stesso, conta poco. Quello che conta è che la Nazionale azzurra è in testa al girone di qualificazione per i mondiali sudafricani e può permettersi di dormire sonni tranquilli da qui a marzo, quando ci sarà la ripresa della corsa.

Quattro partite ufficiali per il Lippi bis: un pareggio e tre vittorie, caratterizzate da altrettante doppiette. Con Cipro il match winner era stato Di Natale, nel suo periodo di forma migliore, poi ci aveva pensato De Rossi a mettere il timbro sulla gara contro la Georgia; ieri sera è toccato ad Aquilani il ruolo di goleador (primi gol in azzurro per lui).

Di fronte al pubblico di Lecce, l’Italia ha dato segnali di crescita, sebbene abbia rischiato più del dovuto in fase difensiva. Sin dall’inizio gli azzurri si sono spinti in avanti alla ricerca del gol con Dossena, Gattuso e Pepe, prima della zampata vincente di Aquilani.

Mondiali 2010: l’Italia non brilla, ma è in testa

Abbiamo cercato di vincere, non ci siamo riusciti ma la Bulgaria è una squadra con fior di giocatori. Quindi ritengo il risultato positivo, e anche la prestazione.

Questo il Lippi-pensiero al termine della terza gara di qualificazione in vista del Mondiale 2010. Poche parole per descrivere una partita che ha offerto scarse emozioni al numeroso pubblico presente sugli spalti. Prepartita macchiato da qualche incidente, a causa dei soliti quattro imbecilli (stavolta nostri connazionali) arrivati a Sofia con l’intento di piantar grane.

Al fischio d’inizio Lippi proponeva un’Italia diversa dalle precedenti uscite, con le novità Montolivo e Pepe, il rientro di Chiellini dopo l’infortunio e la presenza tra i pali di Amelia al posto di Buffon. Una nazionale giovane che però ha dimostrato sin da subito un buon affiatamento, pur non riuscendo a pungere in avanti. Gilardino, preferito a Toni, ha avuto modo di lamentarsi per un’uscita del portiere Ivankov, ma a parte questo episodio, il primo tempo non ha regalato emozioni.

Toni e Ronaldinho: nessuno è profeta in patria

Può un calciatore essere acclamato quando scende in campo con la maglia del proprio club e venire invece fischiato non appena indossa quella della nazionale? Può, eccome! Accade a due miti del calcio mondiale, due di quelli che fa strano veder contentastati su un campo di calcio, due di quelli che dovrebbero vivere di rendita, per quanto di buono hanno fatto nei tempi passati.

Eppure capita che anche due come Toni e Ronaldinho vivano il loro momento difficile, e non in assoluto, ma solo quando vengono chiamati a difendere i colori del proprio Paese.

Per fortuna non è sempre così, ed anzi siamo sicuri che già dalla prossima occasione i due talenti avranno modo di riscattarsi, ma fa strano dover registrare fischi e contestazioni nei loro confronti.

Italia: l’importante è vincere

Già, quel che conta è l’aver portato a casa i tre punti, che ci permettono di guardare le avversarie dall’alto della leadership in classifica. E non è poco, se si considera che siamo ancora a settembre, che le gambe non girano come dovrebbero e che la maggior parte delle squadre è più avanti di noi in fatto di preparazione.

Lippi in settimana aveva auspicato per le prossime stagioni un avvio di campionato anticipato, per permettere anche agli azzurri di essere in palla sin dalle prime uscite, ma in attesa che prevalga il buon senso sulle questioni economiche, accontentiamoci di aver messo nel carniere sei punti utilissimi ai fini della qualificazione al mondiale sudaficano del 2010.

Dopo l’esordio deludente e fortunato in quel di Cipro, dobbiamo registrare qualche passo in avanti della nostra nazionale, dimostratasi più squadra e meno distratta di fronte ad una Georgia che ci ha creato ben poche preoccupazioni. E se con i ciprioti ci avevano salvato le prodezze di Buffon e Di Natale, stavolta gran parte del merito spetta a De Rossi, autore della prima doppietta in nazionale e candidato al ruolo di leader nel centrocampo di Lippi.

Lippi: Di Natale si, Toni forse

Prove generali per l’Italia di Lippi, impegnata domani sera nella seconda gara di qualificazione ai mondiali sudafricani del 2010. L’allenamento di questa mattina ha dato qualche utile indicazione riguardo alla

Terzo infortunio per l’Italia: fuori anche Gattuso

Speriamo che sia finita qui e che l’Italia non debba continuare a pagare dazio alla sorte! Tre infortuni in meno di 24 ore ci sembrano troppi anche per una nazionale che ha avuto la gran fortuna di vincere una gara che non meritava neanche di pareggiare. L’espiazione va bene, ma così ci sembra esagerato.

Non bastavano i guai che hanno costretto Gamberini e Grosso a dare forfait per infortuni più o meno gravi, ora ci mancava anche Gattuso a creare grattacapi al ct azzurro, che partito con un certo tipo in formazione in testa, dovrà ora rivoluzionare tutto e cambiare completamente le carte in tavola.

E poi che infortunio! Non uno scontro di gioco o un risentimento muscolare dovuto alla scarsa preparazione fisica, ma una caduta nel fossato della panchina, durante una partita di allenamento senza troppe pretese. E’ così che si è infortunato ieri Rino Gattuso, suscitando un gesto di stizza da parte di Marcello Lippi che ha gettato violentemente il pallone a terra, dopo essersi reso conto della gravità della situazione.

Renato Cesarini e quei gol all’ultimo minuto

La vittoria conquistata ieri sera in quel di Cipro, proprio allo scadere del tempo, ci fa tornare in mente un modo di dire che è entrato a far parte del linguaggio comune e che sta ad indicare una rete realizzata proprio negli ultimi minuti di gioco: la zona Cesarini. Ma sapete chi era Cesarini e perché è stato coniato questo modo di dire?

Era il dicembre 1931 e l’Italia affrontava quella che all’epoca era considerata la mitica Ungheria. Renato Cesarini, classe 1906, nato in Italia e trapiantato in Argentina, segnò una rete proprio al 90° minuto, ripetendo una prodezza realizzata in campionato allo scadere del tempo.

Nasce da qui il detto “segnare in zona Cesarini”, utilizzato ancora oggi per indicare un gol all’ultimo minuto di gioco. Di Natale ieri sera, come tanti altri prima di lui, ha regalato tre punti alla nazionale emulando l’illustre predecessore.

Grosso e Gamberini, quanta sfortuna! Si torna a casa con un referto medico preoccupante

“Tornano a casa”. Con queste tre parole il Prof. Castellacci, il medico della Nazionale, lascia trasparire tutta l’amarezza sulle condizioni dei due calciatori, Grosso e Gamberini, che ieri sera hanno dovuto lasciare il campo anzitempo per infortunio.

Gli stop saranno dovuti anche a problemi piuttosto seri, anche se in campo non sembrava dovessero essere così terribili: un mese di stop per il terzino del Lione, almeno due settimane per il centrale viola.