L’Italia anti-Slovacchia

L’Italia Campione del Mondo si è presentata così (foto) al debutto mondiale contro il Paraguay, per poi riproporre la stessa formazione (Buffon a parte) nella gara contro la modesta Nuova Zelanda. Stessa formazione, stesso risultato: due pareggi e due punti, che ora ci obbligano a vincere per passare agli ottavi di finale. In realtà si potrebbe anche pareggiare, ma poi bisognerebbe sperare in strani incroci del destino, con l’ipotesi monetina a fare da spauracchio, nel caso di pareggio con lo stesso numero di reti di Paraguay-Nuova Zelanda.

Un’ipotesi che Lippi e i suoi non devono neanche prendere in considerazione, sebbene il ct abbia la fama di uomo fortunato. L’obiettivo è vincere e non possono esserci alternative ai tre punti. E per vincere bisogna buttarla dentro, cosa che finora l’Italia non ha fatto, se non su calcio piazzato, dando ragione a quanti vedevano nella formazione azzurra la mancanza dell’uomo di fantasia, di quello capace di piazzare il passaggio decisivo.

Lippi vuole vincere

E’ il momento della verità per l’Italia, fermata sul pareggio nelle prime due gare del Mondiale sudafricano ed ora costretta a vincere per essere certa di passare il turno. Inutile star qui a far calcoli su prima o seconda posizione nel girone di qualificazione, perché a questo punto conta solo restare in Sudafrica e non tornare anticipatamente a casa, abbandonando sin da subito il titolo di Campioni del Mondo.

L’impresa non è delle più facili, perché l’avversaria di turno si chiama Slovacchia, anch’essa ancora in corsa per la qualificazione, sebbene finora abbia raccattato un solo punto. Ma Lippi è sicuro che la sua Italia può farcela:

Non vogliamo che sia l’ultima partita per noi. Vogliamo passare il turno. Non abbiamo fatto benissimo finora, dobbiamo fare meglio e andare avanti.

Lippi carica gli azzurri: il Mondiale comincia ora

Ci aspettavamo un inizio di mondiale migliore per l’Italia, se non nel gioco (da sempre un problema per il clan azzurro), almeno nei risultati, vista la caratura tecnica delle avversarie. E invece ci ritroviamo con due punti in due partite e costretti a giocarci la qualificazione nella gara ontro la Slovacchia. Non c’è da stare tranquilli di fronte all’eventualità dell’eliminazione anticipata dalla kermesse sudafricana ed è per questo che mister Lippi carica i suoi:

Non dobbiamo vedere il bicchiere vuoto. I percorsi possono essere molto semplici o più difficoltosi di quanto si pensi. Le prospettive possono migliorare strada facendo, l’importante è avere fiducia nelle cose che si fanno e nelle persone con cui si lavora.

La delusione azzurra nelle parole dei protagonisti

Una gara da vincere assolutamente perché l’avversaria, con tutto il rispetto, si chiama Nuova Zelanda. Una partita alla portata degli azzurri Campioni del Mondo contro la cenerentola del gruppo F, quella che tutti vorrebbero trovarsi di fronte in una kermesse mondiale.

Poi il campo racconta un’altra storia, quella di una squadra che ci mette l’anima, che si impegna, lotta, corre alla ricerca del risultato, ma manca di lucidità e di buone idee per penetrare nella barricata alzata dagli avversari. Il campo racconta la storia di una squadra, la Nuova Zelanda che indovina subito il pertugio giusto per portarsi in vantaggio, costringendo gli azzurri ad inseguire con grande affanno. Si poteva fare di più, si doveva fare di più, ed i protagonisti ne sono pienamente consapevoli, a partire da mister Lippi, intervistato a caldo dai soldatini di Mamma Rai.

Italia – Nuova Zelanda 1-1 – Mondiali 2010

L’Italia non c’è. Quanto di buono fatto contro il Paraguay viene cancellato dalla prestazione di oggi contro la modesta Nuova Zelanda, considerata la cenerentola del girone F sin dal sorteggio. Da salvare solo il possesso palla, nettamente a favore degli azzurri e qualche conclusione in più rispetto alla gara d’esordio. Per il resto, tanta confusione, poche idee apprezzabili ed una condizione fisica che è sembrata meno brillante di qualche giorno fa.

Lippi ha riproposto la stessa formazione del debutto, eccezion fatta per Buffon, fermo per un ernia del disco. Nessun cambio di modulo come ci sarebbe aspettati, ma a cambiare sono stati alcuni schemi non eseguiti alla perfezione come nella gara con i sudamericani. A complicare le cose ci è messa poi la rete realizzata a freddo dalla Nuova Zelanda, quando il cronometro segnava il minuto numero 7 del primo tempo.

Mondiali 2010, l’Italia ci crede

Non è ancora il momento della verità per l’Italia di Lippi, ma il prosieguo del cammino mondiale dipende molto dalla gara di oggi contro la Nuova Zelanda, perché vincere significherebbe portarsi in testa al girone e guardare con maggiore tranquillità all’ultima partita. Molto dipenderà dal risultato di Slovacchia-Paraguay, ma questo non è certo il momento di far calcoli e l’unica cosa che conta è portare a casa tre punti fondamentali.

Giochiamo contro una delle cenerentole del mondiale, ma abbiamo imparato in questi giorni che in Sudafrica non ci sono squadre materasso e che anche le grandi possono inciampare sulla voglia di mettersi in mostra delle cosiddette piccole. Lippi questo lo sa bene e mette in guardia i suoi:

Non dobbiamo certamente temere la Nuova Zelanda sul piano tecnico, ma sulla fisicità e sui colpi di testa. Ci è richiesta una partita di grande attenzione sui calci piazzati e di tenerli lontano dalla nostra area di rigore e di sfruttare il gioco in velocità, con palla bassa. Abbiamo molto da perdere, c’è in gioco il passaggio del turno, quindi lavoreremo sodo.

L’esultanza di Radio Padania al gol del Paraguay (audio)

Sono italiana, me ne vanto e mi vergogno di fronte all’imbecillità (perché solo così si può definire) di alcuni miei connazionali. Mi scuseranno gli affezionati lettori di Calciopro, alcuni dei quali magari avranno dato la propria preferenza al Carroccio in sede di votazione, ma anticipo sin da ora che non è mia intenzione trasformare questo articolo in una tribuna politica.

Il mio disgusto nasce dalla radiocronaca di Italia-Paraguay andata in onda ieri sera dalle onde di Radio Padania Libera, durante la quale lo speaker di turno si è esibito in un tifo anti-azzurro senza precedenti. Alla rete del Paraguay il picco dell’esultanza, con tanto di ringraziamenti a Cannavaro per aver concesso all’avversario di colpire di testa. La notizia era giunta alle mie orecchie sin da ieri sera, ma solo oggi ho avuto modo di ascoltare la registrazione e non immaginavo certo che si potesse arrivare a tanto.

Marcello Lippi soddisfatto a metà

L’Italia c’è! Si, è vero, le occasioni da rete sono state davvero poche, ma alla fine della fiera possiamo brindare al bel gioco dell’Italia, anche se a tratti. La condizione fisica, poi, è nettamente in crescita rispetto alle amichevoli premondiali e non possiamo far altro che dar ragione a Lippi, quando predicava pazienza. Ed è lo stesso tecnico italiano ad analizzare la gara con il Paraguay, dopo un pareggio che ci va fin troppo stretto:

Siamo solo all’inizio, l’Italia c’è. Se qualcuno aveva dubbi avete visto che l’Italia c’è di testa, gambe e di cuore: unico rammarico è che non abbiamo vinto, lo avremmo meritato.

Italia – Paraguay 1 – 1 – Mondiali 2010

Comincia tutto sommato bene il Mondiale dell’Italia. La gara più difficile del girone, quella contro il Paraguay, si conclude sull’1-1 che ai punti premia gli azzurri. Alla fine portiamo a casa soltanto un misero punto, ma la prestazione degli uomini di Lippi lascia ben sperare per il proseguio del torneo.

Le preoccupazioni restano due, una la si sapeva già, e cioè la difesa, troppo incerta, come ha dimostrato la rete del vantaggio dei sudamericani; l’altra sono le condizioni di Buffon, uscito durante l’intervallo per un problema, molto probabilmente fisico, che però ancora non si conosce.

Mondiale 2010, tocca all’Italia Campione del Mondo

Si ricomincia da qui, da quella Coppa del Mondo sollevata da Capitan Cannavaro sotto il cielo di Berlino, da quell’abbraccio che ha unito più di 60 milioni di cuori (solo per restare entro i confini nazionali), facendoli brindare al quarto titolo mondiale dell’Italia.

Da allora sono trascorsi 4 lunghi anni, che hanno visto avvicendamenti clamorosi sulla panchina azzurra, con Lippi dimissionario all’indomani della conquista del titolo e Donadoni chiamato a traghettare la squadra in attesa del grande ritorno del viareggino. In mezzo un Europeo non esaltante per i colori azzurri, costretti a cedere il passo alle Furie Rosse alla lotteria dei rigori dei quarti di finale, gli stessi rigori che solo due anni prima ci facevano vivere uno dei sogni più belli.

Azzurri, parte dei premi all’Unità d’Italia

Mai edizione dei mondiali partì con così tante polemiche intorno alla maglia azzurra. Non bastavano i 60 milioni e passa di commissari tecnici pronti a sparare addosso a Lippi per ogni singola scelta, ci mancavano solo le accuse del mondo della politica (e di Calderoli in particolare) che qualche giorno fa ha invitato la Federcalcio a ridurre gli eventuali premi vinti dai calciatori azzurri in terra sudafricana.

La polemica è rimbalzata qua e là per un paio di giorni, con gli azzurri che non hanno preso bene il suggerimento del ministro leghista e con Abete, presidente della Figc, pronto a precisare:

C’è molta attenzione sul versante fiscale. Se la Federazione determina un premio a un giocatore, è un reddito a 360 gradi e determina la tassazione. Sul versante fiscale dobbiamo dire che avere dei giocatori che guadagnano bene vuol dire anche avere la certezza di introiti per lo Stato.

Wenger: Italia vecchia e senza talento

Quante possibilità ha l’Italia di bissare il trionfo di quattro anni fa? Nessuna, stando al parere di Arsene Wenger, tecnico dell’Arsenal:

Rispetto l’Italia. Riesce sempre ad ottenere il massimo dal minimo e non bisogna mai trascurarla. Il talento per vincere il Mondiale, però, non c’è. Avete qualche centrocampista emergente, come Marchisio, però le punte, Gilardino e Pazzini, sono già vecchie. Voi italiani siete troppo conservatori con i giovani: quando arrivano in squadra hanno già dato.