Borriello chiama Prandelli

E’ tempo di amichevoli estive, ma per i calciatori italiani è anche tempo di mettersi in mostra agli occhi del neo-ct Cesare Prandelli, in vista della prima gara senza punti

Le finali più emozionanti dei Mondiali (video)

La Spagna festeggia la sua prima Coppa del Mondo, conquistata con merito al termine di una partita tiratissima, caratterizzata da un numero impressionante di falli cattivi. Non si può dire che quella di ieri sera a Johannesburg sia stata una finale da ricordare, sebbene alla fine conti solo vincere e portare a casa il trofeo.

E allora a meno di 24 ore dalla consegna della Coppa nelle mani di Casillas, torniamo indietro con la memoria ed andiamo a rivivere le finali più emozionanti nella storia del mondiale, quelle che per un verso o per l’altro sono rimaste nella memoria di chi ha avuto la fortuna di viverle direttamente.

Mazzarri difende Lippi

L’Italia è uscita a testa bassa dal mondiale sudafricano ed ancora non si spengono le polemiche intorno all’operato di Marcello Lippi. Tutti contro il tecnico viareggino, reo di non aver

Prandelli: Totti no, oriundi si, Buffon capitano

L’Italia cambia faccia, dopo la debacle che l’ha vista uscire prematuramente dalla kermesse mondiale. Lo avrebbe fatto conunque, anche se avesse conquistato posizioni migliori tra le grandi del mondo, anche se il miracolo di Berlino si fosse ripetuto sotto il cielo del Sudafrica. Marcello Lippi ha dato l’addio alla panca azzurra ed al suo posto ora siede Cesare Prandelli, uno dei migliori tecnici del panorama italiano, capace di portare la Fiorentina nell’élite del calcio europeo per diversi anni di seguito.

Oggi è stato il giorno della presentazione per l’ex tecnico della Viola, che ora si trova a dover ricostruire sulle ceneri della vecchia Italia, di quella che è uscita con le ossa rotte dal mondiale sudafricano, arrendendosi alla foga agonistica di nazionali ben meno attrezzate dal punto di vista tecnico.

Lippi preso a schiaffi dal tricheco (video)

Poteva andarsene quattro anni fa da campione del mondo, dopo aver riportato a casa una Coppa che mancava da quasi un quarto di secolo, ma lui, Marcello Lippi, decise di lasciare solo temporanenamente la guida della nazionale azzurra, facendo l’offeso per l’implicazione del figlio Davide nella vicenda-Calciopoli. Passata la bufera, poi, era tornato al suo posto, all’indomani dell’eliminazione degli azzurri dai Campionati Europei, deciso più che mai a bissare il successo nella kermesse mondiale.

Sappiamo tutti come è finita ed è ormai inutile star qui a discutere di colpe e di responsabilità di fronte alla disfatta azzurra in terra sudafricana, ma nessuno ci può impedire di consolarci con un video-parodia, che vede l’ex selezionatore della nazionale italiana preso a schiaffi da un tricheco. L’idea nasce dallo spot di una nota marca di chewingum, dove un ragazzo gioca a darsi il cinque con un tricheco, finendo poi per essere schiaffeggiato. Stavolta però al posto del ragazzo c’è il faccione non sempre simpatico di Lippi, che si becca una serie di ceffoni dal mammifero marino, con tanto di tifo rumoroso sullo sfondo. Gustatevi il video.

Il rientro degli azzurri tra contestazioni e accuse

Dopo l’amara eliminazione dalla Coppa del Mondo, la comitiva azzurra ha fatto ritorno in Italia questa mattina poco prima delle otto. Niente scene simili  a quelle che seguirono la disfatta contro la Corea del Nord nel 1966, ma di certo non si può parlare di accoglienza calorosa. Il volo charter proveniente da Johannesburg ha fatto scalo a Roma, dove sono scesi alcuni dei 23 azzurri, Marcello Lippi e qualche membro dello staff, prima di proseguire per Milano, destinazione di un’altra fetta della comitiva.

L’atmosfera era quasi surreale, ben lontana da quella del 2006, con pochi tifosi ad attendere gli “eroi” e qualche urla di protesta (“vergogna” la parola più gettonata). Qualche incoraggiamento solo per Daniele De Rossi, che ha risposto elargendo sorrisi, mentre gli altri sono passati dall’aereoporto di Fiumicino nella quasi totale indifferenza, circondati da un cordone di agenti.

Cannavaro: il calcio italiano non ha futuro

Lippi si è addossato l’intera responsabilità della debacle azzurra in terra sudafricana e non si può certo dire che sia esente da colpe. Ma è giusto che anche i giocatori lo aiutino a portare la croce, come fa Capitan Cannavaro all’indomani dell’eliminazione dalla Coppa del Mondo:

Nel 2006 ho portato una coppa, ora sono qui a metterci la faccia. È la sconfitta peggiore, più brutta anche della Corea. È una pagina nera. Non mi vergogno a dirlo: nello spogliatoio ho pianto. Tutto mi sarei aspettato tranne che di conquistare solo due punti nel girone. È un peccato, almeno gli ottavi erano alla nostra portata.

Da Pak Doo Ik a Vittek, gli sconosciuti ammazza-Italia

Correva l’anno 1966 e l’Italia viveva la sua pagina più triste dal punto di vista calcistico. L’Inghilterra organizzava il Mondiale e lo vinceva, Eusebio portava il suo Portogallo ai vertici del calcio mondiale, regalandogli un terzo posto storico a suon di gol (9 in 6 partite), ma alle nostre latitudini di quella manifestazione resterà un solo nome: Pak Doo Ik. Chi era costui? E’ passato alla storia come il dentista che ha eliminato l’Italia dai Mondiali inglesi, ma in realtà di professione faceva il militare, per poi dedicarsi all’insegnamento dell’educazione fisica.

Un nordcoreano ebbe il merito di buttare fuori la nazionale che vantava nomi come quelli di Giacomo Bulgarelli, Sandro Mazzola, Gianni Rivera, Tarcisio Burnich, Giacinto Facchetti, Roberto Rosato (scomparso proprio qualche giorno fa). Un nordcoreano fu responsabile dell’accoglienza a suon di pomodori riservata all’Italia di ritorno dal Mondiale. Un nordcoreano fu responsabile del blocco degli stranieri nel campionato italiano per quindici lunghi anni.

Italia – Slovacchia 2-3 – Mondiali 2010

L’Italia Campione del Mondo è fuori dal Mondiale sudafricano. Meritatamente. Alla vigilia della gara con la Slovacchia mister Lippi aveva provato a caricare l’ambiente, invitando tutti a fare i conti alla fine. Bene, il mondiale dell’Italia si conclude qui, prima ancora di assaggiare gli ottavi di finale, di fronte ad una Slovacchia bella e pimpante, che non mostrava timori reverenziali e che aggrediva gli azzurri su tutti i palloni.

Nella prima frazione di gioco, a parte un tiro velleitario di Di Natale, erano Hamsik e compagni a guidare le danze, arrivando primi su ogni palla ed impedendo di fatto ai nostri di ragionare. E come se non fosse bastato il vigore messo in campo dalla Slovacchia, ci si metteva pure un errore di De Rossi, che spalancava la porta a Vittek, lesto a bruciare Marchetti.