Fabio Cannavaro si ritira

Foto: AP/LaPresse

Era il 9 luglio del 2006 e Fabio Cannavaro sollevava al cielo la Coppa del Mondo in quel di Berlino, dopo una finale al cardiopalma vinta ai rigori dagli azzurri. Oggi – a distanza di cinque anni da quella notte magica – il capitano di quella nazionale si ritira dal calcio giocato e si prepara a sedersi dietro una scrivania per continuare la carriera come dirigente.

Trentotto primavere il prossimo settembre, la maggior parte delle quali passate a correre dietro ad un pallone, a respingere gli attacchi degli avversari, ma anche quelli della critica, che in qualche circostanza non ha avuto pietà del difensore napoletano. Basti pensare alle polemiche nate nel 2005, quando vennero tirate fuori delle immagini in cui Cannavaro si mostrava su un lettino, intento a sottoporsi ad una flebo. In seguito venne accertato che si trattava di una sostanza non dopante, ma intanto le chiacchiere correvano sul filo.

E’ morto Enzo Bearzot

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Correva l’anno 1982, uno dei periodi che ricordo con maggiore nostalgia, sportivamente parlando. La comitiva azzurra partiva per la canicola spagnola accompagnata da mille polemiche sulle scelte del ct Enzo Bearzot. Uno dei tanti dubbi dei 50 milioni e passa di allenatori (in terra italica siamo un po’ tutti ct in occasione delle grandi manifestazioni internazionali) era la chiamata di Paolo Rossi, appena rientrato da una lunga squalifica legata al calcio-scommesse, e la contemporanea esclusione di Roberto Pruzzo, che pure in quella stagione aveva conquistato il titolo di capocannoniere.

Polemiche che si infiammarono ancor più alla luce dei tre pareggi nel girone eliminatorio e del ripescaggio per differenza reti, mentre il centravanti titolare non metteva a segno neppure una rete, lasciando l’incombenza a Graziani e Conti, autori sino ad allora delle uniche due reti italiane nel Mundial spagnolo.

L’Italia dalle stelle alle stalle. A chi dare la colpa?

Alla fine aveva ragione chi diceva che, se siamo diventati Campioni del Mondo per la quarta volta, qualche merito lo dobbiamo pure alla fortuna (quella con la C maiuscola come dice un nostro lettore).

Eh si, perché dopo tanti proclami sul fatto di essere i favoriti solo per aver cucito sul petto il fregio numero 4, siamo dovuti scendere sulla Terra e renderci conto che molte squadre erano più accreditate per la vittoria finale ad Euro 2008.

Un azzurro sbiadito quello che ci accompagnati dal 16 agosto del 2006 (data del debutto di Donadoni) fino alla disfatta con la Spagna, ma questo non potevamo certo dirlo fino a due giorni fa, quando c’era da esaltare l’Italia e spronarla a regalarci un altro sogno. Inutile a questo punto cercare i responsabili. Alla fine pagherà l’allenatore, come sempre, ma siamo sicuri che le colpe stiano da una parte sola?

Paolo Rossi: l’eroe Mundial!

Nel giorno dell’attesissima Italia-Spagna, vogliamo dedicare un capitolo ad un eroe del calcio nostrano, uno di quelli che a nominarli non si può far a meno di pensare subito alla maglia azzurra: Paolo Rossi.

La speranza è che per colui che ne ha preso il posto a quasi trenta anni di distanza il destino riservi le stesse soddisfazioni.

Già, perché anche il bomber di Spagna ’82 rischiò di fallire l’appuntamento con la storia, così come sta facendo Luca Toni. A differenza del presente, però, la squadra di Bearzot venne ferocemente criticata dopo i tre pareggi che rischiarono di compromettere il cammino mondiale.

Italia-Spagna: i pronostici, aspettando Toni

Il primo quarto è archiviato: la Germania è la prima semifinalista di Euro 2008, qualificata ai danni di un Portogallo presuntuoso e sceso troppo mollemente in campo. Tra oggi e domani conosceremo i nomi di altre due pretendenti al titolo, mentre per la nostra Italia dovremo aspettare domenica sera. Mancano ancora due giorni abbondanti, ma già la febbre sale e sui quotidiani è guerra di pronostici.

Ognuno è sicuro della propria forza, ognuno è convinto di vincere. Scende in campo addirittura il premier spagnolo, Luis Zapatero, sicuro del 3-2 finale. Per le Furie Rosse, naturalmente!

Previsione ottimistica per una Spagna che non riesce a batterci in sfide ufficiali da ben 88 anni, anche se questo dato fa solo statistica e con quella non si guadagnano punti.

Westfalenstadion: la Scala del calcio tedesco

Seconda tappa tedesca nel nostro viaggio alla scoperta degli impianti sportivi più suggestivi e ricchi di storia. Qualche tempo fa ci siamo occupati dell’Olympiastadion di Berlino che evoca in tutti noi ricordi di felici, legati alle sorti della nostra nazionale.

Oggi invece ci fermiamo a Dortmund per ammirare la maestosità del Westfalenstadion, considerato da sempre la Scala del calcio tedesco.

La sua costruzione risale al 1974, quando, per ospitare i Mondiali, la Germania fu costretta a dotarsi di stadi capienti e sicuri. La città di Dortmund aveva già un impianto, il Rote Erde, che poteva essere ristrutturato, ma si preferì progettare uno stadio ex-novo, grazie all’utilizzo di elementi pre-formati che abbattevano i costi di costruzione.

Inghilterra-Italia 0-1: lezione di calcio in casa di Sua Maestà!

Tempi duri per la Nazionale Italiana presa a schiaffi con prepotenza dall’Olanda un paio di giorni fa, a dimostrazione che non basta il titolo di Campioni del Mondo per guadagnare punti. Il presente è questo e ci propone un’Italia costretta ad inseguire le avversarie e a sperare di conquistare il passaggio del turno nelle gare con Romania e Francia.

E allora, visto che l’attualità è così dolorosa, godiamoci una bella pagina di passato, nel ricordo di una delle serate più entusiasmanti della storia azzurra.

Era il 14 novembre 1973 e nel mitico stadio di Wembley l’Italia affrontava l’Inghilterra davanti a 100.000 spettatori.

Euro 2008: comincia l’avventura azzurra!

Ci siamo. Le mani cominciano a sudare su quel telecomando, diventato unico oggetto indispensabile delle nostre giornate da tifosi doc. Dopo fiumi di chiacchiere finalmente si gioca!

La sorte in fase di sorteggio ha scelto per noi un girone non proprio semplicissimo da superare, nonostante si arrivi in terra svizzera con il titolo di Campioni del Mondo cucito sulla pelle più che sulla maglia.

Stasera saremo chiamati a superare il primo ostacolo, che di nome fa Olanda e di cognome Marco van Basten, grande calciatore e discreto allenatore, all’ultima chiamata nazionale prima di dedicarsi completamente al suo Ajax. Diverso il destino del nostro Donadoni, intorno al quale aleggia ancora il fantasma di un Lippi vincente, che fa parte del passato, ma potrebbe rifarsi vivo anche per il futuro. Tutto dipenderà da questo Europeo e dai risultati raggiunti, che tradotto in parole comprensili significa almeno semifinale.

Marco Tardelli: un urlo mondiale!

Guardate l’immagine, chiudete gli occhi e tornate a quel magico 11 luglio del 1982. E adesso ditemi che cosa provate.

Personalmente non riesco a ricordare un’emozione simile (calcisticamente parlando, s’intende): brividi che scendono lungo la schiena ed una lacrima trattenuta a fatica nel ricordo di una serata unica ed indimenticabile.

Indimenticabile per me, per noi tifosi tutti, che abbiamo avuto la fortuna di assistere alla messa in onda di una pagina di storia, ma immaginate che cosa deve aver rappresentato quella serata per il ragazzo immortalato nella foto divenuta simbolo di un intero mondiale, tanto che ancora vi chiedessero chi era Tardelli, rispondereste quasi sicuramente “quello dell’urlo”.

Italia-Francia 6-4: Campioni del Mondo. Ed ora il bis, please!

Volutamente abbiamo atteso questa settimana per raccontare uno dei momenti più emozionanti per il calcio italiano, l’ultima delle partite storiche in ordine di tempo vissute tutti insieme appassionatamente.
Che sia di buon auspicio per gli azzurri che si apprestano a farci vivere l’ennesima avventura, nella speranza che l’epilogo sia il medesimo, nonostante l’assenza del nostro capitano.
Preparatevi dunque ad asciugare una lacrima, che sono certa scorrerà sul vostro volto proprio come quella sera, perché oggi, ragazzi, andiamo a raccontare un pezzo di storia d’Italia, un pezzo della nostra storia personale ed una emozione difficilmente uguagliabile dal punto di vista sportivo.

Fabio Cannavaro out: chi al suo posto?

Se il buongiorno si vede dal mattino, non si può certo dire che l’avventura degli azzurri in terra austriaca sia iniziata nel migliore dei modi. Uno scontro fortuito durante un normale allenamento ha messo fuori causa proprio lui, mister Pallone d’Oro, uno dei forti difensori del mondo, praticamente insostituibile, Fabio Cannavaro.

La situazione dopo il contrasto con Chiellini e l’urlo di dolore del capitano è sembrata subito grave a chi seguiva la sgambata dalle tribune del Bundesstadion Sudstadt, stadio dell’Amira Wacker, stracolmo di tifosi.

Le prime voci parlavano di una distorsione alla caviglia, con una valutazione da fare nelle 24-48 ore successive all’infortunio. Non è servito tutto questo tempo e la risonanza magnetica effettuata nell’ospedale viennese ha evidenziato la lesione dei legamenti. Non c’è possibilità di recupero: l’avventura è finita prima di cominciare e l’Italia si ritrova senza il suo capitano. Ma questo sarebbe il minimo.