Trentasette anni (quasi) suonati, la maggior parte dei quali trascorsi a rincorrere un pallone su un prato verde, a dare e prendere spallate in area di rigore, a segnare gol pesanti per squadre di club e nazionale argentina. Hernan Crespo è sicuramente uno dei migliori attaccanti degli ultimi venti anni, ma la sua favola calcistica termina qui, in un freddo giorno di febbraio, di fronte ad una platea di giornalisti pronti a registrare il suo addio al calcio.
Il tutto accade nella sala stampa del Tardini, il suo stadio, nella sua Parma, la città che lo adottò nel 1996 per trasformarlo in un grande campione. La commozione si taglia a fette:
Non gioco più, non faccio più parte del progetto tecnico Parma. Voglio andarmene a testa alta, non essere un peso. Per questo metto oggi la parola fine al calcio giocato ad alti livelli.
Inter ancora in emergenza, Parma alla ricerca di punti salvezza. L’anticipo dell’ora di pranzo sembrava destinato a non fare storia in un campionato anomalo come quello che stiamo vivendo e – a bocce ferme – forse nessuno si sarebbe aspettato quello che poi è accaduto sul terreno di San Siro.
Pronti via e Crespo mette la dirigenza nerazzurra nella condizione di pentirsi di averlo venduto. Il colpo di tacco incanta e strappa applausi, mentre Benitez vede da vicino il baratro e si domanda se troverà il panettone sotto l’albero. Ma non c’è tempo per disperarsi e di lì a poco la fortuna si toglie la benda e punta diritta verso i padroni di casa, che ringraziano sentitamente.
Anticipo della quattordicesima giornata di serie A.
Stadio Meazza di San Siro, Milano: Inter – Parma 5-2
Reti: 4′ pt e 35′ pt Crespo (P); 18′ pt, 19′ pt e 31′ st Stankovic (I); 23′ pt Cambiasso (I); 27′ st Motta (I)
Osservi il primo tempo di Inter-Parma e capisci. Perchè i nerazzurri stanno stentando, perchè non sembrano quelli dello scorso anno, perchè hanno vissuto – e, ancora per un po’, continueranno a vievere – un periodo critico. Se troppe volte si è, nel passato recente, puntato il dito contro un atteggiamento parso assai diffente da quello degli altri anni, stavolta no. Osservi i 45′ dell’anticipo del Meazza e viene da pensare che, per davvero, il male dei nerazzurri è solo legato a una serie di infortuni che hanno messo ko mezza formazione titolare. Il motivo? Coi fuoriclasse – e Stankovic lo è alla stessa stregua di Cambiasso – si può ribaltare una gara in 5′; non solo: con gli stessi campioni quei 300 secondi bastano e avanzano per mettere a segno tre reti.
Il pre gara mette in evidenza quel che sappiamo da qualche giornata: l’emergenza locale costringe Benitez a schierare chi c’è e fare affidamento sui ragazzi della Primavera (su sei panchinari, quattro vengono da lì) per garantirsi qualche alternativa. Lucio e Materazzi quale coppia centrale con Cordoba e Zanetti ai lati; il serbo e l’argentino a centrocampo con il supporto di Sneijder e Biabiany che agiscono a ridosso dell’unica punta. Pandev. Stupisce il ruolo di Santon, che gioca leggermente avanzato rispetto al solito e agisce sulla fascia sinistra. Nelle file dei ducali, Marino ritrova Paletta in difesa; Angelo e Giovinco ritrovano collocazione in mediana mentre l’ex Crespo vince la concorrenza di Bojinov. Pioggia battente, terreno di gioco in pessime condizioni.
Posticipo dell’undicesima giornata di serie A.
Stadio Tardini, Parma: Parma-Sampdoria 1-0
Rete: 39′ st Bojinov (P)
Hernan Crespo (in panchina) alla vigilia di Parma-Sampdoria, caricava i ducali, ultimi in classifica: “Restiamo uniti per il bene della squadra“. Farebbero, in tal caso, anche un favore a Pasquale Marino, traballante già da un po’. Sul versante doriano, invece, continua a fare rumore il caso Cassano che, con il passare delle ore, si arricchisce di dettagli (il barese è accusato dal club di insubordinazione, aperta contestazione delle direttive aziendali ed eccesso di critica).
Il risultato? FantAntonio ancora fuori rosa, gialloblu vogliosi di risalire la china. Una rinuncia forzata per Marino – quella di Giovinco – e tre cambi tra gli ospiti rispetto all’undici che ha pareggiato contro il Catania: a sostituire il folletto locale, Bojinov (Dzemaili favorito a Gobbi); tra i blucerchiati, ad affiancare Pazzini è nuovamente Marilungo mentre cominciano dal 1′ Accardi, Poli e Mannini. Tutti schierati con puntualità nonostante la fitta nebbia che sovrasta il Tardini e rischia di mettere a repentaglio il regolare svolgimento della gara. Per Peruzzo si può cominciare.
Questa giornata del Fantacalcio sarà caratterizzata dalle squalifiche. Prima fra tutte, la squadra che avrà più problemi è senza dubbio l’Inter, con mezza difesa squalificata e mezza infortunata, tanto da essere costretta a giocare con Materazzi in non perfette condizioni. Ma chi sta in piena crisi è anche la Sampdoria, con Cassano ancora non al meglio, ma soprattutto sia Pozzi che Pazzini squalificati.
Tra le altre, non se la passa bene nemmeno il Bologna, il quale oltre a fare a meno di Di Vaio, già assente domenica scorsa, dovrà rinunciare ad uno dei suoi calciatori più in forma, Raggi, per squalifica, e forse anche a Zalayeta, non al meglio.
Il calciomercato di gennaio si è chiuso col botto. Ieri pomeriggio è suonato il gong, e tutte le trattative sono state chiuse o sono fallite. Ovviamente non si poteva non chiudere con il classico botto dell’ultimo minuto. A regalarcelo è il Milan, che spera di far tornare grande Amantino Mancini dopo la parentesi triste dell’Inter. Ma anche i nerazzurri si sono fatti valere, ingaggiando il talentuoso centrocampista kenyota del Parma Mariga.
Ma a parte queste trattative, se c’è una squadra che più di tutte si è fatta notare in queste ultime ore è la Lazio. Dopo aver fatto saltare la trattativa per Ledesma, che presumibilmente rimarrà in tribuna fino alla prossima estate, ha ingaggiato diversi nomi importanti. Il migliore è Thomas Hitzlsperger, centrocampista della nazionale tedesca, preso a parametro zero dopo la rescissione consensuale con lo Stoccarda. Insieme a lui Lotito ha portato a Roma anche il difensore André Dias del Flamengo, e il centrocampista del Villareal Eguren, in prestito con diritto di riscatto.
Correva l’anno 1996 ed un giovane argentino arrivava in Italia in cerca di fortuna, acquistato dal Parma per una cifra prossima ai 6,5 miliardi di lire. Da allora ne è
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