Telenovela riaperta: “Cassano può andare alla Juve”

Sembrava che il discorso fosse chiuso dalle parole del presidente juventino Cobolli Gigli: “Cassano non è nei nostri piani”. Una dichiarazione che convinse ben pochi addetti ai lavori e ancor di meno i tifosi bianconeri. E invece stavolta la smentita arriva direttamente dall’amministratore delegato Beppe Marotta, proprio colui che ha portato il talento barese alla Sampdoria

“Cassano alla Juventus? Mi sembra che il discorso sia prematuro. Comunque dipenderà da lui, è padrone del suo futuro”

Una dichiarazione da far leccare i baffi agli estimatori del calciatore che tifano juve, che si traduce nel fatto che viene lasciata al calciatore la patata bollente della decisione. Tradotto in parole povere: “se se ne vuole andare, che vada pure“.

Juve-Stankovic: l’amore continua

Faceva parte del trio degli indesiderati, di quei giocatori cioè che per un motivo oper l’altro non erano graditi ad una parte della tifoseria del club che li voleva acquistare. Gli altri due, Vieri e Zauri, sono stati ingaggiati ugualmente da Atalanta e Fiorentina che hanno preferito non lasciarsi trascinare dai sentimenti di rivalsa.

Dejan Stankovic invece è rimasto dov’era, nonostante la poca stima da parte di mister Mourinho, che ha fatto capire in più di un’occasione di non gradire la presenza del serbo nella sua rosa.

La Juve lo voleva ancor prima di puntare su Poulsen, ovvero appena si è resa conto che la trattativa con Xavi Alonso non si sarebbe conclusa felicemente. Ma la tifoseria si è opposta al suo acquisto ed alla fine la pista Stankovic è stata abbandonata. Ora si torna a parlare di lui ed il suo nome viene nuovamente accostato alla società bianconera, nonostante i proclami della dirigenza sulla conclusione del mercato.

Mercato pazzo: Juve su Alonso, Inter su Henry, Lippi al Barcellona

Mancano ancora due turni alla fine del campionato, ma già fervono i preparativi per allestire le squadre di serie A per la prossima stagione. A muoversi soprattutto i grandi club, orientati non ad un radicale cambiamento dei propri organici, ma a delle sistemazioni nei vari reparti, tali da garantirgli maggior competitività sia in Italia che in Europa.

Si è mosso in anticipo il Milan, unica società per il momento ad essersi garantita il grosso nome, Flamini, strappato alla concorrenza di club italiani e stranieri. Lo voleva anche la Juventus, costretta ora a volgere lo sguardo verso altri obiettivi, primo fra tutti Xabi Alonso, non più titolare nel Liverpool di Benitez ed in cerca di una collocazione che gli permetta di esprimere il suo talento con maggiore continuità.

Ma lo spagnolo non è il solo obiettivo della società bianconera, ancora alla ricerca di un accordo definitivo con Amauri e impegnata in diverse trattative per garantire a Buffon un valido sostituto. I papabili sono nomi noti e meno noti, come Cudicini, secondo portiere del Chelsea, e Fiorillo, 18enne portiere di proprietà della Samp. Nei progetti di Cobolli Gigli ci sarebbe la volontà di acquistare metà del cartellino del giovane numero uno, per poi lasciarlo maturare ancora un anno a Genova.

Diego e Flamini, i due nomi per il centrocampo della Juventus

Juventus scatenata sul mercato. La terza posizione ancora non è consolidata che già circolano nomi interessanti. Dopo l’annuncio dato dal presidente Giovanni Cobolli Gigli di mettere a disposizione 50 milioni di euro per la prossima campagna acquisti, le difficoltà che trovano le inseguitrici a vincere fanno aumentare le azioni del club bianconero, sempre più vicino alla qualificazione in Champions League. E con la qualificazione europea anche i grandi calciatori sono attratti dall’idea di trasferirsi a Torino.

Questa volta a farla da padrone è il centrocampo. Semi-sfumato l’ingaggio di Lampard, che è ancora in alto mare, i nomi che si fanno sempre più insistenti nelle ultime ore sono quelli di Flamini dell’Arsenal e di Diego del Werder Brema. Ma con due motivazioni diverse.

Juventus: squadra nuova, colpe vecchie?

Ladri! E’ questo che si sentono ripetere da una vita i tifosi juventini, troppo spesso nella scomoda posizione di dover difendere la propria squadra dalle accuse di chi vedeva il marcio in ogni singolo episodio che la favoriva.

Si parlò per anni di sudditanza psicologica della classe arbitrale, che quasi temeva di arrecare danni alla Vecchia Signora e nei casi dubbi faceva sempre prevalere una sorta di rispetto verso il blasone. Ma il condizionamento psicologico è difficilmente dimostrabile e non può essere portato nell’aula di un tribunale, mentre le intercettazioni telefoniche rappresentano una prova certa del reato.

I dubbi dell’Italia anti-bianconera hanno trovato in calciopoli tutte le risposte che cercavano e, seppure nello scandalo fossero coinvolte altre squadre, la Juventus fu quella che pagò il prezzo più alto. Ed era giusto così, ma non perché avesse rubato più di altri, ma perché aveva in organigramma una volpe (Luciano Moggi) che si rivelò un allocco, facendo scoprire tutti i suoi intrallazzi. Ovviamente questa è una mia personalissima opinione, che può essere tranquillamente non condivisa.