Moggi: la Juve è diventata una provinciale

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Doveva essere la stagione della rinascita, dopo l’annata storta della gestione Ferrara-Zaccheroni. Non che la Juve mirasse alla conquista dello scudetto, ma si sperava almeno che l’arrivo della coppia Delneri-Marotta e l’acquisto di un gran numero di giocatori nel calciomercato estivo consentissero ai bianconeri di vivere una stagione tranquilla a ridosso delle prime della classe. E invece le batoste arrivano l’una dopo l’altra, anche e soprattutto con squadre di media classifica, tanto che il futuro del tecnico non è più così certo come si predicava qualche settimana fa. Tutta colpa di Delneri? No, a sentire Luciano Moggi:

L’avevo detto in estate: invece di ricostruire, chi è arrivato ha finito per distruggere del tutto la Juve. Non serviva una rivoluzione, ma solo 2-3 nuovi innesti di valore. La squadra è stata invece assemblata malissimo, senza né personalità né qualità, rovinando anche il precedente gruppo. I colpevoli? Chi ha permesso a Marotta di comprare 15 giocatori. Fosse per me li rivenderei tutti, salvando il solo Krasic. Hanno reso la Juve una provinciale capace di vincere contro le grandi quando gli stimoli la fanno da padrone per poi poter perdere però contro chiunque in malo modo, per la mancanza di classe.

Agnelli alza la voce

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La palla è rotonda ed il calcio ci ha abituati a sorprese di ogni tipo. Figuriamoci se non può starci che una squadra come la Juve possa perdere contro una delle ultime della classe, per di più in piena forma nelle ultime settimane. Insomma, perdere con il Lecce ci può stare, ma quello che proprio non ci sta è arrendersi senza neppure giocare, scendere nel Salento per esibirsi nell’arte delle belle statuine, mentre gli avversari corrono come forsennati e ti stringono in un angolino.

Poi ci si può aggrappare al rigore negato a Toni o all’espulsione di Buffon (tra l’altro sacrosanta), ma resta il fatto che i bianconeri potevano e dovevano portare a casa i tre punti per non perdere terreno dal gruppo di testa. Una situazione che piace affatto al presidente Andrea Agnelli, piuttosto contrariato davanti alle telecamere:

Penso che ieri a Lecce i giocatori della Juve non si siano nemmeno fatti la doccia, visto che in campo non hanno corso né sudato.

Delneri avverte l’Inter

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A meno di ventiquattro ora dal derby d’Italia, gli animi cominciano a scaldarsi e piovono “minacce” da una parte e dell’altra.  Juventus-Inter non è una partita come le altre, per quanto la si voglia dipingere come tale. Juventus-Inter si gioca tutto l’anno sulle pagine dei giornali e sulle bocche dei protagonisti, che rivendicano successi antichi e chiedono la restituzione di questo o quell’altro scudetto. Ma non provate a far ammette a Delneri che dietro questa gara così importante per la conquista di un posto al sole possa esserci qualche motivo che va al di là del fatto sportivo:

Calciopoli non mi interessa, non guardo queste cose. I risultati in questo momento dicono che l’Inter è la squadra più forte del mondo.

Juve in crisi: è colpa degli arbitri?

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Incredibile, ma vero: la Juventus si lamenta del trattamento ricevuto dalla classe arbitrale nelle ultime giornate di campionato! Possibile che la Vecchia Signora stia pagando per colpe passate? Possibile che sia sottoposta alla legge del contrappasso? Difficile da stabilire, ma intanto, all’ennesimo errore arbitrale contro, la Juve alza la voce e lo fa nelle persone di Gigi Delneri e Beppe Marotta. Il tecnico è un fiume in piena di fronte alle telecamere di diverse tv:

Abbiamo avuto delle situazioni pazzesche in campo oggi, falli non dati, calci di rigore di un’evidenza sconvolgente. Noi vogliamo rispetto. Non è che ci devono dare tutti i rigori, ma quelli che sono evidenti. Non può dire che non l’ha visto, altrimenti ci piglia anche in giro.

Delneri punta sulla Coppa Italia

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Scudetto: un termine bandito dal vocabolario della Vecchia Signora, almeno fino alla sosta natalizia, quando i risultati confortanti avevano convinto il tecnico Delneri a sbilanciarsi sulle reali ambizioni della Juventus. Poi è arrivata la sosta e c’è da supporre che Del Piero e compagni abbiano fatto una lauta abbuffata di panettoni e torroni, se è vero che al rientro non sono più riusciti a dare continuità ai risultati precedenti.

Ora la vetta della classifica è più lontana ed allora è il caso di percorrere altre vie, rincorrendo magari la qualificazione alle semifinali di Coppa Italia, in attesa di sapere quali possano essere le reali ambizioni in campionato. Impresa non semplice, visto che tra la Juventus e la semifinale della coppa nazionale c’è la Roma dell’ex Ranieri, in netta ripresa dopo un inizio di stagione non entusiasmante. Delneri carica i suoi e li invita a tirare fuori il meglio:

La Juve, al solito, dovrà tirare fuori il massimo di se stessa. Daremo tutto, perché quella di domani contro la Roma è una partita importante.

Delneri fa il bilancio di fine anno

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Fine anno, tempo di bilanci. E’ così un po’ per tutti, figuriamoci per uno come Gigi Delneri che in questo 2010 si è tolto parecchie soddisfazioni, prima sulla panchina della Sampdoria, poi su quella della Juventus, dove spera di poter sedere per ancora molto tempo:

Ho raggiunto questi traguardi a sessant’anni, dimostrando di essere uno che non molla mai. Se sono a Torino, devo ringraziare le persone che hanno lavorato e che lavorano con me, a partire da Agnelli e da Marotta, decisivo nel mio approdo all’ombra della Mole. Ho la fortuna di avere collaboratori bravissimi, che sono anche amici. Nei miei successi c’è tanto del loro.

Delneri vuole lo scudetto

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La partenza deludente della Vecchia Signora (sconfitta con il Bari e pareggio interno contro la “sua” Samp) gli aveva consigliato di volare basso, tanto che il ritornello in quelle settimane era sempre lo stesso:

Siamo una squadra giovane, completamente rinnovata. Voglio tempo, chiedo pazienza.

Ma Gigi Delneri oggi non si nasconde più, visti gli ultimi confortanti risultati e – soprattutto – la capacità di concludere le gare senza prendere caterve di gol come ad inizio stagione (solo 4 reti al passivo nelle ultime otto gare). Dove può arrivare questa Juve. Il tecnico non si pone limiti e dà voce alle speranze del popolo bianconero:

La parola scudetto non deve farci paura. Siamo pronti a combattere per un risultato importante, ma allo stesso tempo siamo consapevoli che la strada è molto lunga e difficile.

Veltroni: auguri a Del Piero, uomo straordinario

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Trentasei anni e non sentirli. Trentasei primavere e non avere alcuna voglia di smettere. Trentasei candeline da spegnere sulla torta della vita, che tante soddisfazioni gli ha regalato sia a livello professionale che privato. Alessandro Del Piero festeggia oggi il suo 36esimo compleanno e lo fa da professionista, giocando ancora (e bene) in uno dei club più blasonati del mondo, al contrario di molti colleghi che alla sua età vanno in cerca di gloria e fortuna in qualche campionato minore.

Il giorno del ritiro si fa sempre più vicino, eppure sembra che Pinturicchio stia vivendo una seconda giovinezza, risultando sempre più determinante per le sorti della Vecchia Signora e stritolando un record dopo l’altro, a dispetto dell’età che avanza. Un esempio da imitare in campo e fuori, come ha ricordato oggi Walter Veltroni, tifoso bianconero ed ex sindaco di Roma.

Delneri consola la Juve

Comincia male la stagione della Juventus, battuta da un Bari vivo e pimpante nell’anticipo pomeridiano della prima giornata di campionato. L’impressione è che ci sia ancora molto da lavorare per fa assimilare alla squadra le idee di Delneri, ma a quanto pare il neo-tecnico della Vecchia Signora non la pensa in questo modo:

La Juve non mi è dispiaciuta. Siamo stati solo battuti da un eurogol di Donati. Siamo all’inizio, è logico che non tutto ha funzionato. Penso, ad esempio, alle disattenzioni sulle punizioni veloci degli avversari, ma credo che il giudizio debba essere positivo. La squadra è rimasta viva, anche quando è stata costretta a giocare in 10 per oltre metà ripresa. Abbiamo cercato di riagguantare il pari fino al 92′. Dal punto di vista caratteriale i ragazzi mi sono piaciuti.

Juventus: Diego non si muove

Diego non parte, almeno per ora. Ad ufficializzare questa decisione è Gigi Delneri nella conferenza stampa di presentazione della gara di Europa League contro lo Sturm Graz. Il fantasista brasiliano non andrà via da Torino, ufficialmente perché rientra nei piani dell’allenatore, ma in pratica perché l’offerta del Wolfsburg è da ritenersi troppo bassa.

Un anno fa i bianconeri hanno dovuto sborsare 25 milioni di euro per strapparlo al Werder Brema, stavolta il Wolfsburg aveva offerto solo 14 milioni, saliti poi a 16, tenendo ugualmente chiusa la porta per Dzeko. E allora la Juve ha detto no, Diego partirà con la squadra e con ogni probabilità sarà in campo contro gli austriaci.

La Juve cerca Pazzini (e sogna Ribery)

Primo giorno di scuola per Gigi Delneri, appena approdato sulla panca della Juve con l’aria di chi sa di avere davanti una grande sfida. Il primo obiettivo è quello di ricostruire una mentalità vincente, quella che in passato ha fatto della Vecchia Signora una delle squadre più temibili del campionato italiano e che negli ultimi anni sembra essere finita in naftalina. Ma, oltre alla mentalità, servono i giocatori giusti ed è per questo che il dg Marotta, altro ex sampdoriano arrivato alla corte della Juventus, si sta già muovendo in diverse direzioni. Quali gli obiettivi della Vecchia Signora?

Beh, Gigi Delneri – come ogni altro tecnico che si rispetti – vorrebbe portarsi dietro qualcuno dei suoi pupilli, primo fra tutti Gianpaolo Pazzini, capace di garantire uno score in doppia cifra a fine campionato. Per averlo, il neo tecnico sarebbe disposto a rinunciare a Trezeguet o a mettere sul tavolo delle trattative Giovinco, che già da ora non sembra rientrare negli schemi della Juve del futuro.