Coppa Italia 2012, la finale si farà a Roma

 E’ durata meno di 24 ore la bagarre per la finale di Coppa Italia. Petrucci e Beretta non se le sono mandate a dire, ma alla fine tutto è rientrato e, come accaduto nelle ultime tre stagioni, la finale della coppa nazionale si terrà nella Capitale. Anche perché altrimenti sarebbe stato complicato far consegnare il trofeo al Capo dello Stato (che peraltro pare abbia un impegno istituzionale per quella data e potrebbe passare la mano al Presidente del Senato).

Tavolo della Pace: le dichiarazioni a caldo dei Presidenti

 Il tavolo della pace si è appena concluso dopo 4 ore e 36 minuti, ma nonostante fosse partito con buoni propositi sembra si sia risolto con il più classico dei nulla di fatto. E’ però un punto da cui partire, un primo incontro a cui sicuramente ne seguiranno altri, anche se le posizioni degli interpreti non sono cambiate come ha detto Diego Della Valle, il primo a rilasciare dichiarazioni all’ uscita della sede del CONI:

 Al tavolo della pace non è stato fatto nessun passo in avanti. Ognuno rimane sulle sue posizioni

Pochi istanti dopo è il presidente Petrucci a confermare il fallimento del Tavolo, che non ha portato a niente:

Devo essero onesto e sincero, non sono stati fatti passi avanti. Le scorie di Calciopoli restano scottanti, ognuno è rimasto sulle proprie posizioni. Mi auguro che mondo del calcio possa avviare quelle riforme che sarà poi mia cura portare all’attenzione del governo. C’è stata la buona volontà ma non si sono ottenuti risultati.Non è arrivato un risultato ma non è stato un fallimento e non accuserò i presidenti del calcio. E’ un tentativo non riuscito e basta.

Moratti, Agnelli e il tavolo per salvare il calcio italiano

Cosa ci fanno Moratti, Agnelli, Petrucci e gli altri presidenti di Serie A intorno ad un tavolo? No, non è una barzelletta, ma quello che potrebbe accadere a breve quando i presidenti di Serie A ed i rappresentanti della Federazione potrebbero riunirsi con lo scopo di “salvare il calcio italiano”.

In realtà quello che si vuol fare è mettere la parola fine alla vicenda Calciopoli che ormai sembra riaperta più che nel 2006 e sta facendo arricchire solo gli avvocati senza portare ad un nulla di fatto, coinvolgendo le parti in causa e quelle esterne.

Petrucci: “Juventus, fermati”

Diciamolo subito, Gianni Petrucci, non ha chiesto direttamente alla Juventus di fermarsi, ma dalle sue parole esce fuori chiaramente questo messaggio. Il vertice dello sport italiano non le manda a

Abete: la seconda giornata si giocherà regolarmente

Anche se l’accordo sul contratto nazionale non è stato trovato, Giancarlo Abete è sicuro che il prossimo 11 settembre la seconda giornata di campionato si giocherà. Lui e Petrucci vanno a braccetto quando dicono che l’accordo c’era, ma per i soliti “fenomeni” è saltato tutto.

Non fanno nomi i due dirigenti, ma il riferimento è chi, tra l’Associazione dei Calciatori e i Presidenti si Serie A, cerca di tirare l’acqua al suo mulino facendo il male comune. Nei prossimi giorni in Figc si incontreranno Beretta e Tommasi a cui viene chiesto un gesto di responsabilità.

Serie A, non si gioca, per Petrucci la colpa è dei presidenti

 A quest’ora avremmo dovuto esser con gli amici a commetare i primi risultati del campionato di serie A, invece lo sciopero ne ha blocccato la partenza ed ora siamo quasi tutti a parlare con gli stessi amici di prima dello sdegno a riguardo dello dello sciopero dei calciatori. Ma siamo poi così sicuri che siano loro i “colpevoli”?  Il numero uno del Coni, Gianni Petrucci, ha rilasciato una interessante intervista, in cui addossa la responsabilità ai presidenti, e non ci sentiamo di dargli torto:

E’ innegabile che il clima nella Lega Calcio sia cambiato. Ricordo un mondo solidale, costruttivo. Adesso vanno d’accordo solo a Natale, per gli auguri. Poi tutti in ordine sparso. Ma non è che se qualcuno grida più forte di Abete, allora Abete è un incapace. Non lascerò che venga dimissionato dai presidenti sfasciatutto in esilio (riferimento a Lotito, ndr). Contro l’arroganza, noi abbiamo la legge.

Roma: primo giorno per Di Benedetto nella Capitale e prime polemiche

Foto: AP/LaPresse

Non ha fatto in tempo ad arrivare a Roma, che subito Thomas Di Benedetto è stato investito nella prima polemica. Arriva da un Paese in cui si può dir tutto di tutti, e forse non è abituato ai poteri forti italiani, fatto sta che è bastato muovere qualche critica, simpatica e costruttiva certo, ma sempre qualche critica è, allo stadio Olimpico, da mandare su tutte le furie il presidente del Coni Gianni Petrucci.

Dopotutto il futuro patron dell’As Roma non ha detto nulla di grave, ma solo che nell’attuale stadio il calore del pubblico si disperde un po’ perché è troppo distante dal campo, e che per la sua squadra sogna uno stadio moderno in stile inglese. Evidentemente deve aver toccato un filo scoperto se Petrucci ha reagito in questo modo.

Lippi-Donadoni, chi la spunterà?

Più passano le ore, più il nome del futuro allenatore della Nazionale sembra incerto. Ieri vi avevamo dato quasi per scontato che da luglio in poi sarà Lippi a sedere sulla panchina dei campioni del mondo. Pareva fatta anche per la Gazzetta dello Sport, che anzi, andava ancora più sul sicuro, dando per certo il cambio di allenatore.
A rovinare la festa a tutti è stato Petrucci, presidente del Coni, che non vuol sentir parlare di esoneri, ma lascerebbe Donadoni in panchina fino ai prossimi mondiali. Insomma, in questo clima si rischia di non capirci più niente.