C’è chi sostiene che Platini
non sarebbe stato Platini, se non avesse giocato nella
Juventus. Tutte storie! La verità è che
Michel Platini “era il calcio”, uno dei più grandi
numeri 10 che si sia mai visto calcare un campo di gioco.
Cresciuto calcisticamente in Francia (nel Nancy prima, nel Saint Etienne poi), venne fortissimamente voluto dall’Avvocato Gianni Agnelli, che lo aveva visto giocare e si era innamorato di quel brunetto riccioluto, tutto classe ed eleganza. Arrivò alla Juventus nel 1982, in una squadra che vantava la presenza di sei freschi Campioni del Mondo, di fronte ai quali la sua stella poteva essere offuscata. Così non fu e, dopo un primo periodo di comprensibile ambientamento, riuscì ad imporre il suo ruolo di leader, prendendo per mano la squadra e trascinandola verso i più alti successi in campo italiano e internazionale.
Era un centrocampista capace di segnare quanto e più di un attaccante (tre volte capocannoniere del campionato italiano), ma da buon regista non negava l’ultimo passaggio per il compagno libero. Di lui i compagni dicevano che avrebbero potuto anche chiudere gli occhi ed aspettare in area avversaria, perché Michel sarebbe stato capace di segnare, usando i loro corpi come sponda.