Amo il calcio, amo scrivere di calcio, ma di fronte ad episodi simili preferirei non essere innamorata del gioco più bello del mondo. Inutile dire che il riferimento è allo striscione comparso due giorni fa sulle tribune del Dall’Ara, durante Bologna-Juventus, recupero della ventitreesima giornata di campionato. “Pessotto simulatore. Si è buttato o era rigore?”: questa la frase che ha fatto rabbrividire gran parte degli amanti del calcio e che ha prodotto reazioni ancor più contrariate quando si è venuti a conoscenza delle decisioni del giudice sportivo. Nessun provvedimento per il Bologna. Tutto finito nel dimenticatoio, dunque? No, perché il procuratore federale Stefano Palazzi ha deciso di aprire un fascicolo sulla vicenda.
Gianluca Pessotto
Bologna – Juventus, vergognoso striscione su Pessotto
Il calcio è bello perché anche gli sfottò ci stanno. Ma quando si passa il limite viene da pensare che forse qualche regola in più ci vorrebbe. Siamo durante Bologna-Juventus di ieri sera quando ad un certo punto un gruppetto isolato di tifosi (?) bolognesi ha tirato fuori uno striscione che fa rabbrividire:
Pessotto simulatore, si è buttato o era rigore?
Scudetto 2006: John Elkann risponde a Moratti
Il campionato non è ancora partito, ma la rivalità tra Juventus ed Inter infiamma l’estate italiana ancor più della vigilia di un derby. Il motivo del contendere – manco a dirlo – è lo scudetto 2006, vinto sul campo dai bianconeri ed assegnato d’ufficio all’Inter. La querelle Agnelli-Moratti continua a scaldare le nostre giornate, mentre anche altri protagonisti si aggiungono sull’uno o sull’altro fronte, come ha fatto oggi John Elkann, presidente della Fiat.
Nei giorni scorsi il presidente della Juventus aveva ribadito la volontà di rivolgersi alla giustizia ordinaria per veder riconosciuti i propri diritti. Moratti, dal canto suo, invitava Agnelli a concedersi un periodo di vacanza, come a dire “rilassati”. La risposta non si è fatta attendere ma è arrivata da un altro rampollo della famiglia Agnelli, John Elkann appunto:
La Juve è sempre stata molto coerente nel chiedere parità di trattamento, senza entrare nel merito della decisione. Noto disagio e consigli da parte di altri e questo fa supporre che qualcosa da nascondere c’è.
Pessotto racconta il suo dramma
Era il 27 giugno 2006. L’Italia era incollata alla tv per seguire le sorti della Nazionale Italiana, impegnata nel Mondiale tedesco alla ricerca del suo quarto titolo. Ma quel giorno un’altra notizia “sportiva” fece rapidamente il giro dei palinsenti, occupando persino le pagine di cronaca: Gianluca Pessotto, ex giocatore della Juventus, era volato giù dal tetto della sede della società bianconera, tentando di togliersi la vita.
Un gesto insiegabile che gettò nello sconforto il mondo del pallone, specie chi con con lui aveva condiviso gioie e dolori all’interno dello spogliatoio nei tanti anni di militanza in maglia bianconera. Tra questi, Fabio Cannavaro, capitano della Nazionale di Lippi, che appena ricevuta la notizia abbandonò incredulo la conferenza stampa. Poi tante manifestazioni d’affetto nei confronti del difensore bianconero, tanti striscioni che lo invitavano a non mollare, tante e tante visite all’ospedale torinese che lo ospitava. E poi ancora il lento recupero ed il “nuovo esordio” nel mondo del calcio, nelle vesti di team manager della Juventus.
Da quel triste giorno sono passati più di due anni ed ora che tutto è alle spalle, Gianluca è pronto ad affrontare l’argomento-suicidio, raccontandosi davanti alle telecamere di “La storia siamo noi”, in onda questa sera su Rai2.