Il Milan contro Mediaset, niente interviste prima del derby

Di notizie strane ne abbiamo sentite e riportate a decine, ma questa rasenta davvero il paradossale, considerando i ruoli dei diversi protagonisti. Nella settimana che precede uno dei derby milanesi più infuocati degli ultimi anni capita che una tv commerciale riveli la decisione di una delle due società di non concedere interviste alle sue emittenti. Non ci sarebbe nulla di anormale nella vicenda, se non fosse che la tv commerciale è Mediaset, di proprietà di Silvio Berlusconi, mentre la società di calcio è il Milan, di proprietà di… Silvio Berlusconi. Il motivo?

Tutta “colpa” di Paparesta, ex arbitro ed ora moviolista proprio per le reti Mediaset, che la scorsa domenica si è permesso di mettere in dubbio il rigore concesso ai rossoneri e trasformato da Ibrahimovic. Il tutto alla presenza di Allegri, che invece era di parere opposto e che ha fatto sentire la propria voce nel corso della discussione.

Nicchi: niente Facebook per gli arbitri

Meno di un mese fa ne salutavamo con piacere l’elezione a presidente dell’Aia, sebbene qualcuno avanzasse dei dubbi sulle capacità di un uomo che in giacchetta nera ha lasciato molto a desiderare, ritirandosi anzitempo dalla scena calcistica.

Ma un conto è decidere sul campo in una frazione di secondo, un altro è rispondere dell’intera classe arbitrale e, da questo punto di vista, Marcello Nicchi era sembrato attento alle nuove esigenze del calcio italiano, aprendosi al confronto con l’opinione pubblica.

Niente dichiarazioni a caldo, certo, ma comunque un passo avanti verso il tifoso o il giornalista che chiedono di conoscere il motivo di una determinata decisione sul rettangolo verde. Questo era quanto promesso dal capo degli arbitri all’indomani dell’elezione, ma evdentemente tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare ed il buon Nicchi non solo non mantiene la promessa, ma aggiunge una postilla al regolamento, impedendo alle giacchette nere di usare i mezzi di comunicazione più avanzati, primo fra tutti il social network Facebook.

La verità di Paparesta: mai chiuso negli spogliatoi da Moggi!

6 novembre 2004: una data che resterà a lungo nella memoria dei tifosi Juventini, non solo per il risultato della serata, ma anche per tutte le conseguenze che quella serata si portò dietro. Si era appena conclusa la gara Reggina-Juventus con esito decisamente sfavorevole ai colori bianconeri, che si erano visti negare un rigore ed annullare la rete che avrebbe consentito loro di pareggiare.

Il 2-1 rimediato al Granillo fece infuriare i dirigenti della Vecchia Signora che non trovarono nulla di meglio da fare che precipitarsi nello spogliatoio dell’arbitro Paparesta per esternare il proprio disappunto. In che modo? Chiudendo a chiave nello spogliatoio il povero arbitro e impedendogli di uscire. I dirigenti in questione erano Moggi e Giraudo e la vicenda venne alla luce da alcune intercettazioni telefoniche, nelle quali Big Luciano si vantava del suo gesto. Questo almeno è quello che ci hanno fatto credere finora. Ora però, a più di quattro anni dal fattaccio, abbiamo l’opportunità di ascoltare la versione del diretto interessato:

Moggi e Giraudo entrarono nel mio spogliatoio, agitati, lamentandosi del mio operato. Ce l’avevano con me da tempo… con la mia direzione avevano perso anche la finale di Coppa Italia con la Lazio. Non mi hanno chiuso negli spogliatoi e questa non è la mia verità. E’ la verità. C’erano due assistenti, il quarto uomo e un osservatore. C’erano gli ispettori della Lega Calcio. Qualcuno se ne sarebbe accorto e sarebbe intervenuto.