Come promesso (o come temuto) arrivano nuove bombe dalle intercettazioni telefoniche legate a Calciopoli. Stavolta Moggi e la Juve c’entrano ben poco (se non come accusatori), mentre a finire sul patibolo è l’Inter, che finora si era vantata di essere una delle poche società pulite del calcio italiano, quella che vince senza aiuti, quella che perde per le macchinazioni altrui, quella che finisce sempre per essere la pecora nera.
Scusate la foga e la presa di posizione, ma dopo aver visto piangere i tifosi bianconeri ai tempi della discesa in serie B per illeciti sportivi, dove aver sentito tutte le curve d’Italia dare della ladra alla Vecchia Signora, mi corre l’obbligo di spezzare una lancia in favore del popolo bianconero, non difendendolo (perché sarebbe improponibile una difesa), ma quantomeno equiparandolo ad altre società che non sono certo esenti da colpe.
L’ennesima dimostrazione viene da alcune intercettazioni telefoniche pubblicate oggi da tutti i quotidiani, nelle quali Gennaro Mazzei, allora designatore dei guardialinee e Giacinto Facchetti, Presidente dell’Inter, intrattenevano “amabili conversazioni” su arbitri ed assistenti da mandare su questo o quell’altro campo.