Zeman come Moggi: “revocate lo scudetto all’Inter”

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Clamoroso! Per una volta Zeman e Moggi sono d’accordo su qualcosa, la revoca dello scudetto all’Inter. E se due personaggi così diversi e così opposti nel vedere il calcio convergono su una posizione, significa che c’è davvero qualcosa di grave sul conto dell’Inter.

Credo che sia giusto revocare lo scudetto 2006 all’Inter. Questo è un mio parere, ma le intercettazioni dimostrano che qualcosa è successo

ha dichiarato il neo tecnico del Pescara che ha confermato quanto di buono si diceva sul personaggio di Facchetti, anche se le leggerezze commesse in occasione delle intercettazioni non si possono perdonare.

Scudetto 2006, Moggi attacca Moratti

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Continua a tenere banco la vicenda dello scudetto 2006, in attesa che la Figc scriva la parola fine su una delle pagine più buie del calcio nostrano. Il procuratore Palazzi ha stabilito che l’Inter era colpevole quanto i club che all’epoca furono pesantemente penalizzati (Juventus in primis che conobbe l’onta della Serie B e fu costretta a restituire due tricolori).

I reati sono ormai caduti in prescrizione, ma ciò non toglie che anche i nerazzurri (e in particolare Giacinto Facchetti) debbano essere iscritti nel libro dei colpevoli. Una situazione che ovviamente non piace a Moratti, il quale cerca di dissolvere le ombre, affermando che si può fare un processo a chi non c’è più e non può difendersi. Ma Moggi, radiato ed escluso di fatto dal calcio italiano, non ci sta ed attacca il patron nerazzurro:

Certo è che devono toglierlo all’Inter. E’ inutile che Moratti si nasconda dietro la morte di Facchetti, cosa che ovviamente come uomo mi è dispiaciuta molto, ma le voci non si cancellano.

Scudetto 2006: gli ultimi scenari tra risarcimenti e riassegnazioni

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La fatidica data del 18 luglio si avvicina, e forse la decisione sul famoso scudetto del 2006 potrebbe essere persino presa prima. Ma rimanendo con il giorno segnato in rosso sul calendario, cerchiamo di capire com’è la situazione allo stato attuale. L’unica certezza è che lo scudetto non verrà riassegnato alla Juventus. Tutto il resto è solo supposizione.

Dall’essere sicuro che lo scudetto non verrà toccato, ora Moratti ha capito che la situazione dell’Inter si fa sempre più difficile, tanto da minacciare di chiedere i danni. In pratica la sentenza di pochi giorni ha stabilito che l’Inter è colpevole ma prescritta. Alla prescrizione si può rinunciare, e se i nerazzurri sono così angioletti come dicono, potrebbero chiedere di continuare il processo, ma quest’eventualità è sicuramente da scartare.

Scudetto 2006: Inter colpevole, salvata solo dalla prescrizione

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Che fine farà lo scudetto del 2006? Resterà nella bacheca dell’Inter o seguirà le sorti di quello dell’anno precedente, non assegnato ad alcuna squadra? Il destino di quel tricolore conteso tra Juventus ed Inter poco importa alla luce delle motivazioni che hanno portato all’archiviazione sportiva della cosiddetta “Calciopoli-bis”, i cui reati sono ormai caduti in prescrizione.

Massimo Moratti aveva tirato un sospiro di sollievo allorché Palazzi aveva parlato di prescrizione, ma è evidente che non conosceva le motivazioni della sentenza, seconda le quali quella che viene chiamata la banda degli onesti avrebbe avuto le stesse colpe delle squadre (prima fra tutte la Juventus) che pagarono pesantemente il comportamento dei propri dirigenti nel 2006. Insomma, i nerazzurri si salvano solo perché ormai quei reati non sono più punibili, ma il defunto Facchetti, Moratti e compagnia bella non possono vantarsi di essere persone pulite.

Calciopoli: ascoltati Nucini, Zamparini e il figlio di Facchetti

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Udienza del processo di Calciopoli all’insegna dell’imbarazzo. I Pubblici Ministeri come molti saprete, hanno avanzato una nuova istanza di ricusazione della presidente del tribunale Teresa Casoria – comunque sembra che anche se il giudice dovesse passare la mano si possa arrivare ad un verdetto.

Ma imbarazzo anche perché dall’ascolto dei testimoni interrogati sono emerse tante parole ma nessun elemento concreto. La deposizione più interessante – dal punto di vista giornalistico – è stata quella del patron del Palermo Zamparini, che ha ricordato un episodio: mentre era a Torino, Moggi avrebbe fatto una telefonata e lui avrebbe ottenuto per il suo Palermo l’arbitro richiesto – Rizzoli.

L’avvocato di Moggi parla della madre di tutte le intercettazioni

Inutile nasconderlo, a Napoli si svolge un processo che è prima di tutto mediatico. E questo lo sa benissimo anche l’avvocato di Moggi Maurilio Prioreschi – che non perde l’occasione per commentare quanto succede a Napoli.

Su alcune radio locali è ritornato sulla “madre di tutte le intercettazioni”, ovvero la conversazione telefonica tra Giacinto Facchetti e l’ex-designatore degli arbitri Paolo Bergamo del 26 novembre 2004 – quella per intenderci del “metti Collina“.

Collina lo disse Bergamo non Facchetti

Udienza abbastanza interlocutoria al processo su Calciopoli. Di tutto quello che è successo è emersa sui mass media soprattutto l’integrazione della perizia fonica di Roberto Porto, il perito che deve trascrivere le intercettazioni chiamate in causa dalla difesa di Luciano Moggi.

Il perito ha accertato che il nome di Collina viene fatto dall’ex-designatore Bergamo e non da Facchetti. Non c’era bisogno di un perito per capire che nella “madre di tutte le intercettazioni” si sente Facchetti pronunciare le parole “Metti dentro”, mentre la parola “Collina” viene detta da Bergamo.

Calciopoli, ripreso il processo

E’ ripartito poco più di un’ora fa il processo per Calciopoli che vede come principale imputato Luciano Moggi. La principale novità della giornata è che la difesa ha chiesto l’utilizzo

Calciopoli: le telefonate da “brividi” di Meani e Facchetti

Purtroppo più si va avanti e più le telefonate che vengono pubblicate fanno paura. Sì perché se il sistema-Moggi sembrava somigliare a quello mafioso, che dire dei toni utilizzati dai dirigenti di Milan e Inter, Meani e Facchetti?

Oggi sembra il giorno del Milan, dato che su tutti i principali giornali sono spuntate le telefonate di Leonardo Meani, in parte già scoperte nel primo filone di Calciopoli, e per le quali i rossoneri furono già puniti con la sottrazione di alcuni punti in classifica. Ma quelle che escono oggi sono ben peggiori. In una telefonata con Galliani, il dirigente rossonero chiede se è possibile piazzare due loro uomini nelle commissioni dilettanti di serie C perché così

abbiamo un po’ di controllo anche nelle categorie inferiori, è meglio.

Cosa significa? Che il controllo ce l’hanno anche nelle categorie superiori? Fatto sta che la preoccupazione di Galliani in quella telefonata non è di trattenere Meani, ma solo di sapere se i “due uomini” siano gente affidabile. Ma l’ex addetto agli arbitri è stato beccato al telefono anche con Collina, quando era ancora direttore di gara, e prima che fosse “premiato” per la sua estraneità a Calciopoli con l’affidamento del posto da designatore arbitrale. Forse se fossero state sentite queste telefonate, quel posto non lo avrebbe mai ottenuto.