Podolski core ingrato, ne fa due alla sua Polonia. L’Austria è un flop

La seconda giornata degli Europei si chiude con gli stessi identici risultati della prima. La gara pomeridiana finisce 1-0 contro i padroni di casa, stavolta dell’Austria; quella serale si chiude sul 2-0, dove ad avere la meglio, come peraltro facilmente prevedibile, è la Germania, contro una comunque buona Polonia.

E la febbre sale per l’esordio dell’Italia, che ci sarà tra qualche ora, insieme anche ad altre due big di questo torneo, Olanda e Francia, il cui programma sarà disponibile su Cinetivu. Per adesso invece andiamo ad analizzare come mai le due squadre di casa hanno aperto in maniera così ingloriosa.

Gli svizzeri nei guai, i portoghesi sugli allori

Comincia con il freno a mano tirato l’Europeo 2008. Nel pomeriggio la Svizzera si inguaia da sola, perdendo una gara che avrebbe potuto vincere a mani basse, in una noia mortale. Ci si rifanno gli occhi invece nella gara serale, dove il Portogallo stapazza la Turchia. Il risultato finale è 2-0, ma sarebbe potuto anche essere 5-0 se i rossoverdi non si divertissero a prendere un palo e due traverse. Oggi si replica con Austria-Croazia e Germania-Polonia, il cui programma si potrà vedere su Cinetivu.

Buona anche la direzione di gara di Rosetti, che superata l’emozione di arbitrare la gara inaugurale, tiene la partita in pugno, aiutato anche dalla correttezza dei calciatori in campo, come dimostrano i soli 3 ammoniti di gara, peraltro quasi tutti nel finale, quando gli animi erano più accesi.

Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo!

Era l’undici luglio 1982 e l’Italia si vestiva a festa per l’ultimo capitolo dell’entusiasmante Mondiale in terra di Spagna. Nessuno ci avrebbe scommesso alla partenza dal ritiro e men che mai dopo le prime tre partite deludenti nel girone, che ci aveva messo di fronte squadre che sembravano ampiamente alla nostra portata. Polemiche a non finire, i giornali si chiedevano il motivo di certe scelte di Bearzot, che si ostinava a mandare in campo una formazione dimostratasi fin lì al di sotto delle aspettative.

Poi arrivò l’Argentina di Maradona, rispedita a casa con la coda tra le gambe, ed il Brasile dei grandi campioni, che avrebbe dovuto fare dell’Italietta un sol boccone e che invece risvegliò l’assonnato Paolo Rossi, facendolo entrare nella leggenda. Un gioco da ragazzi, la semifinale con la Polonia, battuta con due gol dello stesso Pablito, che ci lanciarono direttamente nella finale con la Germania.

Ed ora sembrava tutto facile, l’Italia non era più tanto piccola ed era consapevole della sua forza in campo, mentre da fuori nessuno più osava criticare il ct, che stava per farci vivere il sogno più bello. Ma non fu così facile, non subito almeno, perché una finale è una partita a sé e la paura di perdere può fare brutti scherzi.