Gascoigne, terapia in… frigorifero

Pensavamo che per aiutarlo a risolvere i suoi problemi fosse necessario chiuderlo in qualche clinica e buttare via la chiave, per un tempo sufficientemente lungo da fargli passare la voglia di combinar guai. E invece, che ci crediate o no, basteranno tre minuti per aiutare Paul Gascoigne nella sua lotta disperata contro se stesso e contro gli eccessi che lo hanno portato quasi alla morte.

Tre minuti? Esattamente. Sarà questo il tempo che Gazza trascorrerà all’interno di una cella frigorifera alla poco invidiabile temperatura di -135 gradi, in un processo chiamato krioterapia, che mira a far concentrare il sangue al centro del corpo per la stimolazione delle difese naturali.

Detto in questo modo sembra una tortura (immaginate cosa debba significare essere ibernati per tre lunghissimi minuti con il gelo che ti entra nelle ossa e ti impedisce persino di pensare), ma a quanto pare è una tecnica molto usata per la cura dell’osteoporosi, ma anche di malattie “nascoste” come depressione e stress.

Gascoigne dà ancora di matto, ora rischia 2 anni di carcere

Gazza Gascoigne ne ha combinata un’altra delle sue. Solo che questa è molto più grave delle precedenti. Dopo essere stato ricoverato in un ospedale psichiatrico per aver dato mezzo distrutto la sua camera all’hotel Hilton, ne è uscito più svitato di prima, e i problemi con alcol e droga sono tornati a farsi vivi più che mai.

Questa volta il malcapitato è stato un tassista, Hanzale Aziz, che ha avuto la sfortuna di incrociare la strada dell’ex campione della Lazio. Con la promessa del pagamento della corsa di 400 sterline più una generosa mancia, “Gazza” ha chiesto di essere trasportato da Newcastle a Birmingham per assistere ad un evento di beneficienza. Nonostante i comportamenti dell’ex calciatore fossero arcinoti nel Regno Unito, il tassista ha accettato l’incarico, perchè davanti a quella somma non se l’è sentita di dire di no. Ma è stato l’errore più grosso che potesse fare, le successive 4 ore sono state un inferno.

Paul Gascoigne come George Best? Forse peggio!

George Best era un mio amico ed era anche il mio eroe. La notizia della sua morte mi ha distrutto: ma io non sono come lui: mi curo, vado da uno psicologo e tengo sotto controllo i miei problemi con l’alcol.

Parola di Paul Gascoigne nel dicembre 2005. Sono trascorsi poco più di due anni e lo ritroviamo ricoverato forzatamente al Middleton St. George Hospital di Darlington, in condizioni pietose, soprattutto dal punto di vista psichico. La causa? Proprio quei problemi che lui credeva di poter tenere sotto controllo e che evidentemente gli sono sfuggiti di mano, portandolo a dare di matto in due diversi alberghi inglesi. La prima volta era arrivata sua sorella ad evitare che Gazza si cacciasse in guai più grossi, la seconda è dovuta intervenire la polizia, caricandolo su un van, destinazione clinica.

I fatti sono noti, la stampa inglese gli ha dedicato pagine e pagine e la notizia ha fatto velocemente il giro delle tv di mezzo mondo: Paul era ospite dell’escusivo hotel Malmaison a Gateshead, suo paese natale, e già da qualche giorno era solito mostrarsi nudo a chiunque si presentasse davanti la porta della sua stanza, esibendo la scritta mad (pazzo) sulla fronte.

Streakers: tra esibizionismo e pubblicità

Avete mai sentito parlare di Mark Roberts? Magari non ricorderete il nome, ma di certo avete ancora davanti agli occhi qualche sua esibizione su un campo di calcio. Per quale squadra giocava? Per se stesso o per qualche sponsor, che pensava bene di utilizzarlo come testimonial per le proprie campagne pubblicitarie. Un attore? Quasi.
Tranquilli, il gioco del “chi è?” finisce qui: Mark Roberts è un disoccupato inglese, oggi 42enne, che nel corso degli anni si è esibito in oltre 380 streaks completi, diventando un vero numero uno nel suo campo.

Giusto per intenderci, lo streaker è uno di quei pazzi scatenati, che tante volte abbiamo visto correre nudi su un campo di calcio, interrompendo partite per lo più importanti o comunque molto seguite da pubblico e tv. Un siparietto che diverte sicuramente gli spettatori, ma che il più delle volte fa infuriare i protagonisti in campo, costretti ad interrompere il gioco, per aspettare che l’intruso venga fermato e portato via a forza.

Immaginate ora cosa significhi ripetere la scena per 380 volte, mostrare il proprio corpo nudo, quanto e più di un attore porno. Da pazzi! Eppure il buon Roberts lo ha fatto, guadagnandosi la fama di principe degli streakers, nonché un discreto gruzzoletto sul conto in banca. Eh si, perché, nonostante lui ci racconti la storiella del “clown” che vuole solo far divertire il pubblico, non si può negare che almeno parte delle sue performances siano state abbondantemente ripagate con fior di sterline.