Oriali dà l’addio all’Inter: sono stato silurato

Gli allenatori vanno e vengono, ma i dirigenti restano, specie se sono stati bandiere del club in questione. Di solito è così, ma non nel caso di Gabriele Oriali, dirigente dell’Inter fino ad oggi e disoccupato di lusso a partire da domani. L’ex mediano nerazzurro lascia l’Inter dopo anni ed anni di successi al fianco di Mancini prima e di Mourinho poi, a causa di scelte fatte dalla dirigenza e non condivise dal diretto interessato.

Per raccontarla in parole povere, il dirigente nerazzurro è stato declassato, nel senso che gli è stato proposto un ruolo di tramite tra la squadra e la società in luogo del suo attuale stato di responsabile tecnico. Una proposta che Oriali non ha neppure preso in considerazione, preferendo lasciare la sua Inter:

Avevo un ruolo ben preciso nella società, che espletavo nel migliore dei modi, ma di fatto sono stato sollevato da questo incarico, sostituito, diciamo “fatto fuori”. Credo di essere arrivato al capolinea.

Mancini-Inter, è guerra!

Non fa in tempo a lasciare Milano l’ormai ex tecnico dell’Inter, che subito si riaccendono le polemiche. Non è mai stato esente l’ex calciatore della Samp e della Lazio da questo genere di scontri extra-calcistici, ma stavolta sembra proprio che si vada giù pesanti.

Sembra che al Mancio non siano andate giù determinate dichiarazioni da parte della dirigenza interista, a proposito del suo esonero, e al grido “sono tutte falsità” sono partiti i suoi legali per prendere provvedimenti per tutelare “il suo onore e la sua reputazione”. Secondo Mancini i pretesti presi in considerazione da Moratti provengono da vicende false e illecite che lo hanno gravemente offeso, non solo in ambito nazionale, ma anche in quello europeo, dato che le dichiarazioni del presidente dell’Inter sono state diffuse anche all’estero.

Deferiti Inter e Milan per plusvalenze false

Ormai è destino, il calcio si gioca più negli uffici che sul campo. Dopo lo scandalo scommesse, calciopoli, fidejussioni false, e adesso errori arbitrali a senso unico, si aggiunge un nuovo capitolo alle inchieste giudiziarie del calcio di casa nostra.
La settimana scorsa Galliani e Moratti furono prosciolti dall’accusa di aver falsificato i bilanci delle stagioni 2003 e 2004 (senza i quali non potevano nemmeno iscriversi al campionato), perchè il fatto non costituisce più reato.

A distanza di una settimana, quando ancora non sono finiti i festeggiamenti, ecco notificare una nuova accusa ai dirigenti delle milanesi: deferimento per le plusvalenze.
I fatti si riferiscono ai bilanci che andavano dal giugno 2003 al marzo 2005 “per aver sottoscritto alcuni contratti di cessioni dei diritti alle prestazioni sportive di alcuni calciatori, con abnorme e strumentale valutazione delle medesime prestazioni sportive” si legge sulla motivazione. Le plusvalenze sono state considerate “fittizie” dal procuratore della Federcalcio Stefano Palazzi, che minaccia forti ammende e diffide per i diretti interessati, e cioè Adriano Galliani per la violazione dell’articolo 1 sulla lealtà sportiva, il Milan e l’Inter, per responsabilità diretta, e altri quattro dirigenti o ex dirigenti nerazzurri (tra cui anche Lele Oriali).