Serie B recupero della 29a giornata: FOTO Ascoli – Vicenza 2-1

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Recupero della ventinovesima giornata di serie B.
Stadio Del Duca, Ascoli:
Ascoli-Vicenza 2-1
Rete:
10′ pt Martinelli (V), 42′ st e 45′ st Mendicino (A)

A volte decidi una stagione in un istante. Nel caso specifico, 90’ di sudore e sofferenza per portare a casa un risultato fondamentale per il proseguo della cadetteria. Non è una finale né l’ultima spiaggia ma, nonostante ciò, il recupero di B che pone Ascoli e Vicenza una di fronte all’altra ha le fattezze di un crocevia in grado di dare più di una risposta. I marchigiani sapranno quanto diventa difficile lottare per una salvezza da contendere con unghie e denti; i veneti possono saggiare il terreno per valutare se le ambizioni di un qualcosa in più rispetto alla difesa tranquilla della cadetteria (si può dire play off?) abbiano effettivamente motivo di esistere.

Alla vigilia del match i biancorossi occupavano la sesta posizione con 45 punti, penultimi i bianconeri in condivisione della scomoda posizione con il Frosinone (32 lunghezze in graduatoria). Gli uomini di Castori hanno nel collettivo una valida arma su cui puntare, tra gli ospiti tocca invece a bomber Abbruscato caricare sul groppone compagni e tifosi e lasciare che continuino a sognare regalando prodezze in successione. Qualche dato statistico: negli ultimi sei scontri diretti in casa marchigiana, i locali si sono imposti per quattro volte a fronte di un pareggio e una vittoria ospite.

Serie B: FOTO della 32a giornata

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Mano destra a sollevare il mento, garantire postura eretta, mostrare un viso che chiede di essere ricordato così, nella semi perfezione di chi ha appena inciso in modo indelebile sulla sfida in corso. Cristiano Doni, capitano dell’Atalanta, torna a trascinare i compagni a suon di gol e lascia alle spalle un periodo delicato, nel corso del quale il suo nome era circolato con prepotenza nell’ambito di una indagine sui capi ultrà bergamaschi per i quali la Procura di Bergamo ipotizzava il reato di associazione a delinquere. Mancava la rete, a Doni: ne sono arrivate due, entrambe dal dischetto a corollario di altrettante azioni corali dei bergamaschi che restano primi in graduatoria dopo aver liquidato un Piacenza meno pimpante di come lo abbiamo osservato di recente. Il Siena dista tre punti, un’inezia da difendere – in casa orobica – con unghie e denti: gli uomini di Conte hanno vita facile contro un Crotone in grado di replicare agli affondi ospiti solo nel finale. Basta l’uno due di Brienza e Reginaldo, senesi in lizza per la prima posizione fino al termine del campionato. La coppia pare lanciata verso la promozione diretta e neppure il Novara, che tanto ha impressionato nella prima parte della stagione, pare in grado di alterare la marcia delle prime due. Semmai, i piemontesi sembrano giunti al limite: fisicamente spompati, cominciano a pagare l’ineccepibile cammino precedente che ha fatto del Novara la squadra rivelazione di cadetteria.

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Ardemagni risolleva il Padova con una doppietta che serviva, in questa fase, più di ogni altra cosa: in primo luogo, per il fatto che i veneti necessitano di un bomber affidabile quanto quel Succi che, per infortunio, ha lasciato i compagni senza un riferimento offensivo; in secondo luogo, per riscattare immediatamente la sconfitta – pesante e contestata – della precedente giornata contro il Cittadella: un derby perso in malo modo, tre reti all’attivo e pochissime azioni da gol prodotte. In questo lasso di tempo – una settimana – è accaduto che la società abbia esonerato Alessandro Calori e affidato la prima squadra al tecnico della Primavera, Alessandro Dal Canto. La mossa ha dato i primi frutti, il cambio alla guida tecnica pare funzionare.

Serie B 31a giornata: FOTO Cittadella – Padova 3-1

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Posticipo della trentunesima giornata di serie B.
Stadio Tombolato, Cittadella:
Cittadella-Padova 3-1
Reti:
2′ pt nassi (C), 28′ pt e 4′ st Piovaccari (C), 22′ st rig. Vantaggiato (P)

Nulla è salutare quanto una vittoria, specie se i tre punti servono come il pane. Più al Cittadella, recita la graduatoria che vede i padroni di casa invischiati nella lotta per non retrocedere, sebbene il Padova stia inanellando una serie di prestazioni opache che hanno irrimediabilmente compromesso ogni ambizione di inizio stagione, allorchè i biancoscudati sembrava potessero lottare per traguardi prestigiosi.

Detto della classifica, non va affatto trascurato il dato secondo cui qualunque derby  sfida in cui si è chiamati a vincere per una serie di motivazioni che stanno a corredo solo formalmente. In realtà, la rivalità di campanile conta molto più di parecchi altri dettagli. In attesa che possa parlare il campo, la prima sorpresa è quella che regala Calori, tecnico ospite, in fase di pre partita, quando decide di schierare dal 1’ Hochstrasser, centrocampista recente acquisto e mai utilizzato nell’undici titolare.

Serie B 30a giornata: FOTO Atalanta – Novara 1-1

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Posticipo della trentesima giornata di serie B.
Stadio Azzurri d’Italia, Bergamo:
Atalanta-Novara 1-1
Reti:
7′ st Padoin (A), 41′ st Rubin (N)

Sfida attesissima e, in qualche maniera, oracolo rispetto all’andamento della lotta al vertice che ci attenderà da qui alla fine della stagione calcistica. Atalanta e Novara sanno che gran parte delle speranze di strappare una promozione diretta passano soprattutto attraverso la sfida che chiude la trentesima giornata di serie B. Problemi di formazione per Colantuono: non ci sono  Doni, Pettinari, Raimondi e Talamonti e il tecnico orobico sceglie di schierare l’undici titolare con un 4-4-2 che vede quale terminale d’attacco la coppia composta da Marilungo e Ruopolo.

Di contro, Tesser non rinuncia al 4-3-1-2 che ha in Bertani e Gonzalez i due bomber di riferimento. La prima azione è dei bergamaschi: al 7′ Marilungo entra in area e conclude di poco a lato. Al 17′, palo dei padroni di casa: Ruopolo raccoglie l’assist di Marilungo, lascia partire una gran botta da posizione centrale che supera Ujkani ma si infrange sul montante. Il solo assalto ospite è affidato a un calcio da fermo e a un tiro dalla distanza: al 26′ calcia Gheller ma la conclusione è murata dalla barriera; al 36′ Motta conclude sul primo palo ma il suo colpo di testa termina a lato.

Serie B: FOTO della 30a giornata

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Poche reti, nel corso del trentesimo turno di cadetteria: nove marcature in altrettante gare – Torino-Vicenza e Novara-Atalanta si giocheranno di lunedì in posticipo, attesissima la sfida al vertice tra piemontesi e bergamaschi: in caso di vittoria esterna, si parlerà di minifuga – con la media di un gol a incontro. In realtà, non è stato così visto che Crotone-Ascoli non si è giocata per impraticabilità di campo e che in tre sfide – Livorno-Varese, Padova-Siena e Pescara-Reggina – il risultato finale è stato di zero a zero. I gol, a conti fatti, si sono concentrati sui rimanenti cinque campi; il maggior numero di reti realizzate in una sola partita lo si è registrato al Matusa, dove i locali del Frosinone si sono imposti per 2-1 su un AlbinoLeffe tonico ma reattivo solo nel finale della seconda frazione. Decisivo, ai fini della vittoria dei ciociari, il colpo inferto dall’undici allenato da Salvatore Campilongo tra l’11’ e il 12′: prima Cariello e poi Cesaretti si sono resi protagonisti di affondi risolutori che hanno premiato l’ottima coralità della manovra.

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Si sorride in Emilia Romagna perchè, eccezion fatta del comunque positivo pareggio del Sassuolo, Modena e Piacenza riescono nell’arduo compito di portare in cascina tre punti a testa andando a espugnare mura esterne. I canarini sfruttano al meglio il guizzo immediato di Signori per mettere a tacere la reazione – solo abbozzata e mai compiutasi per davvero – di un Empoli deludente rispetto alle attese; il Piacenza continua a viaggiare a vele spiegate e, sebbene Cacia decida per una volta di non infierire a colpi di tiri nell’angolino, per tornare a casa con la vittoria prende al balzo la vena positiva di Piccolo, abile a concludere a rete con un diagonale che non lascia scampo a Colombo.

Serie B: FOTO della 29a giornata

Foto: AP/LaPresse

Un minuto di silenzio in memoria di….
Mi sia concessa la digressione: fossi stato una delle pedine umane schierate a mezza luna intorno al campo avrei rivolto un pensiero rispettoso a Massimo Ranzani, 37 anni e 37esima vittima italiana in Afghanistan dal lontano 2004. Secondo militare ucciso nel 2011.
A lui, vero, ma non solo.
Perchè la cronaca spiccia delle ultime ore pone di fronte al cadavere di una bimba – 13 anni 13 – sfregiata e abbandonata tra le fronde alte un metro e mezzo di Chignolo d’Isola, in provincia di Bergamo. Una ics incisa sulla schiena sembra la firma dei peggiori tra gli analfabeti.
E Daniel Busetti, vent’anni appena compiuti. Il corpo del giovane è stato rinvenuto in serata dai Saf e dalle unità cinofile dei vigili del fuoco nel torrente Chiusella in località Baldissero Canavese, provincia di Torino. La supposizione è che sia morto per assideramento volontario, rannicchiato come un bimbo in seguito a una marachella. Si era reso protagonista di un incidente stradale privo di conseguenze, credeva di aver determinato una tragedia.

Serie B: FOTO della 28a giornata

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Anche Siena, nel corso di un pomeriggio giallo canarino, ha scoperto che il gioco del calcio non è fatto solo da primedonne in grado di incidere da un momento all’altro. Tra i vari Calaiò e Matronunzio, Troianiello e Reginaldo, esistono coloro che – per una stagione intera – sono chiamati a portare la borraccia. Spomparsi i polmoni. Sopperire a chili di tecnica mancante con quintali di fatica e sacrificio. Tra gli architetti e i geometri, si insinua la manovalanza di coloro che sudano a oltranza e la cui unica gloria riconosciuta, legittima, è quella di essere parte di un insieme nel quale, a incidere per davvero, sono i fenomeni. Capita poi che, tra un tackle e una sgroppata di decine di metri a inseguire l’avversario di turno, il tuttofare si trasformi anche in uomo decisivo. E’ toccato a Francesco Bolzoni, calciatore delle retrovie, inventare la conclusione da fuori area con cui il Siena ha sbancato Modena e consentito ai toscani di agganciare il Novara al secondo posto. “Abbiamo cercato subito di aggredirli – ha dichiarato nel post partita il centrocampista – di fare una gara di forza e abbiamo dato tutti il 100%; preferiamo vincere e non fare una gara bellissima, che giocare bene e perdere”. Nella filosofia dei gregari, conta anzitutto la fatica: vincere senza aver brillato significa in ogni caso essere riusciti a gestire nel migliore dei modi un incontro difficile. Una battaglia tra chi molla per ultimo.

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Rinascere altrove, archiviare un momento professionale delicato, difficile e farlo con l’umiltà richiesta dal caso. La storia di Gennaro Delvecchio è particolare, a tratti incomprensibile se solo non si tenesse conto delle migliaia di sfaccettature psicologiche che si nascondono dietro il manto di un campo verde, oltre le tribune di uno stadio festante. Arrivato a incidere sui terreni della massima serie, prima la Sampdoria, poi il Catania – di punto in bianco il centrocampista si è perduto. Elemento imprescindibile dei blucerchiati di un paio d’anni fa, il mediano ha poi dovuto fare i conti con una lenta decadenza priva di un evidente perchè. Il bagno d’umiltà lo ha portato a riprendere in mano la propria carriera accettando di ripartire dalla cadetteria. La nuova sfida – portare l’Atalanta in vetta – nella sfida – tornare a essere un calciatore importante – ha avuto un passaggio fondamentale nel corso della sfida tra bergamaschi e Sassuolo: un acuto per griffare in maniera indelebile una gara che ha consentito agli orobici di consolidare il primato in graduatoria. L’iniezione di fiducia del classe 1978 è la stessa che si palpa osservandone l’esultanza. Ritrovarlo al meglio della condizione significa, per i bergamaschi, disporre di un’arma vincente di comprovata affidabilità.

Serie B 28a giornata: FOTO Livorno – Ascoli 1-1

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Anticipo della ventottesima giornata di serie B.
Stadio Picchi, Livorno:
Livorno-Ascoli 1-1
Rete:
24′ pt aut. Di Donato (A), 45′ st Feczesin (A)

Dopo il pari a reti inviolate tra Padova-Piacenza, la ventottesima giornata di cadetteria pone di fronte in anticipo serale altre due formazioni che, in un senso e nell’altro, hanno più di un interrogativo a cui dare risposta. Il Livorno del nuovo corso griffato Walter Novellino – vittorioso all’esordio – è chiamato ad agganciare l’ultimo treno che porta dritto in massima serie: compromessa ogni possibilità di una promozione diretta, i labronici puntano con forza a strappare un posto per i play off. I marchigiani, invece, stanno vivendo una stagione difficile che rischia di inficiare la permanenza in B. Sei punti di penalità per sanzioni legate a incongruenze societarie hanno di fatto condizionato la graduatoria dell’Ascoli al punto da lasciare i bianconeri al penultimo posto in classifica in condivisione con la Triestina.

Il campo pone di fronte a moduli speculari: tra i locali, che hanno tra i pali De Lucia, i quattro di difesa sono Salviato, Miglionico, Knezevic e Pieri; poker di centrocampisti con attitudini incontriste e offensive: Luci, Iori, Schiattarellla e Belingheri. D’Alessandro e Dionisi in avanti. La replica ospite è affidata alle manone di Guarna che è tutelato da Gazzola, Marino, Micolucci e Calderoni. Mediana composta da Moretti, Di Donato, Giorgi, Cristiano; Lupoli e Feczesin gli attaccanti.

Serie B: FOTO della 27a giornata

Foto: AP/LaPresse

Chissà cosa nasconde il campo. Storie di amicizia, rapporti di reciproca sopportazione, legami indissolubili e duraturi fatti di rispettiva apertura nelle case, tra le famiglie, in quell’intimità che si concede solo agli affini. Oppure, magari, davvero la professione richiede che si sappia fare squadra, gruppo anche solo per quei pochi frangenti che si sta a contatto. Quel che il terreno di gioco non dice, lo si può immaginare. Ma, al di là delle centinaia di storie che stanno aggrappate alla storia, l’immagine dell’abbraccio dei padroni di casa presso lo stadio Olimpico di Torino non racconta certo di rapporti incrinati. Tutt’altro. L’occasione propizia è offerta dalla marcatura di Antenucci, rete con cui i granata erano riusciti a ribaltare il risultato contro un Pescara partito a razzo. Uno, due, tre. Uno accanto all’altro e uniti da un abbraccio a più braccia che pare rendere un corpo estensione dell’altro. Il tutt’uno dei calciatori – raggianti – di un Torino in rimonta è sintomatico di quel che s’è visto nel corso della sfida tra i granata e il Pescara. Una centrifuga di sensazioni e sentimenti nella quale, come in un gioco di cromatismi a raggiera, si è passati dalla contestazione all’esultanza. Armonie sul terreno di gioco, sguardo fisso verso la panchina di mister Lerda. Si giocava anche per tutelare il posto del tecnico granata. Altrova la rosa non vede l’ora di rifilare un calcione a chi è noto – l’allenatore – per essere parafulmine di ogni male. Qui, invece, la squadra sta con il tecnico e, oltre che a parole, lo ha mostrato con i fatti.

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Elemento non accaduto, per esempio, a Livorno dove, nonostante l’impegno (nelle ultime settimane, per la verità, minimo) i labronici non sono riusciti nell’intento di fare quadrato intorno a Bepi Pillon, cacciato da Spinelli in seguito a una serie di risultati  – e prestazioni – negativi. Al suo posto, Walter Novellino che, pivello manco per scherzo, ha subito brindato all’esordio grazie alla vittoria contro gli ex capoclassifica del Novara. Carattere e voglia di mollare mai: si è cominciato con un paio di ingredienti basilari. Il resto verrà giornata dopo giornata.

Serie B 27a giornata: FOTO Grosseto – Empoli 2-1

Foto: AP/LaPresse

Anticipo della ventisettesima giornata di serie B.
Stadio Zecchini, Grosseto:
Grosseto-Empoli 2-1
Reti:
30’ pt Immobile (G),11’ st Musacci (E), 50’ st Caridi (G)

Non è sfida diretta tra due pretendenti allo stesso obiettivo. Tutt’altro: il Grosseto ambisce a una salvezza tranquilla e immediata; l’Empoli cerca di non perdere eccessivo terreno dalla zona play off per provare a giocarsi le chances di promozione in massima serie proprio nelle sfide secche di fine stagione. Non è gara di cartello, si diceva, ma resta pur sempre uno degli innumerevoli derby toscani che regala con cadenza annuale la cadetteria quindi, a prescindere dalla graduatoria, rimane match suggestivo e importante in ogni caso.

I precedenti di categoria raccontano di una realtà equilibrata: Grosseto ed Empoli si affrontano in serie B per la sesta volta nella storia. Il bilancio dei precedenti cinque confronti diretti è perfettamente in parità: sia gli azzurri che i biancorossi si sono imposti in un’unica occasione. Il risultato di parità si è registrato in 3 circostanze.

Serie B 26a giornata: FOTO Novara – Torino 1-0

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Posticipo della ventiseiesima giornata di serie B.
Stadio Silvio Piola, Novara:
Novara-Torino 1-0
Rete:
23′ aut. Garofalo (T)

Il derby piemontese più importante della stagione. Eppure, per certi versi e in alcuni frangenti che hanno preceduto e accompanato i minuti iniziali di Novara-Torino, la gara ha rischiato di trasformarsi in una delle partite da cancellare in fretta. Responsabilità di pseudo tifosi i quali, in fetta cospicua granata, si sono presentati allo stadio Silvio Piola sprovvisti di biglietto e con l’intenzione – evidente – di creare scompiglio e provocare disordini. Tafferugli sono scoppiati prima del posticipo di cadetteria allorchè alcune centinaia di tifosi ospiti, giunti senza biglietto, hanno tentato di forzare l’ingresso. I disordini e la tensione si sono protratte fino all’intervallo tra i due tempi, quando tutti i tifosi del Torino senza tagliando sono stati fatti entrare e sistemati nella curva riservata agli ospiti.

Il campo. Padroni di casa schierati con il 4-3-1-2 che prevede la presenza di Pinardi (solo panchina per Gonzalez) alle spalle di Motta e Bertani, gli ospiti – di contro – si affidano al collaudato 4-4-2 con Antenucci e Bianchi in attacco che possono beneficiare del contributo sulle fasce di Sgrigna e Lazarevic. I primi minuti sono di marca ospite: Ogbonna e Lazarevic hannno a disposizione palle invitanti ma, mentre il difensore sciupa malamente, il centrocampista – al 4’ – colpisce di testa da buona posizione concludendo a lato di poco.

Serie B: FOTO della 26a giornata

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Chi lo calcia con la testa alta, guardando il portiere, dicono sia nettamente avvantaggiato. Gli esperti dei tiri dal dischetto, per altro, confermano che sia la maniera migliore per apprestarsi a trarre, dal penalty, il massimo vantaggio. Tirare osservando l’estremo difensore negli occhi, sfidandone riflessi e freddezza. Perchè è l’unica maniera, una volta deciso dove calciare, per tornare sui propri passi a seconda dei movimenti di chi sta tra i pali: se quello, il portiere, si muove appena e lascia intuire da che angolo si tufferà, l’esecutore del tiro dagli undici metri sa di dover correggere – eventualmente – ogni decisione in una frazione di secondo. Poi, va da sè, il momento del contatto piede-palla arriva in un istante. E l’attimo immediatamente successivo a quello in cui il calciatore si è apprestato a tirare è di quelli da non poter più tornare indietro. Eccolo. Immortalato così: la palla è appena partita, lo scarpino si allontanerà man mano sempre più. Graffiedi contro Mangiapelo, il grosso è fatto. La conclusione, vincente o fallita, per una volta non deciderà la gara solo perchè gli emiliani del Piacenza, contro il Grosseto, avevano già ampiamente dato: 3-0 acquisito, il capitano firmerà la quarta rete di giornata. Graffiedi guarda la palla, incurante di ogni parere poc’anzi espresso, e ciò inciderà poco rispetto all’esito del tiro dal dischetto. Pallone in rete, poker sonante dei padroni di casa.

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Via la maglia, si potesse per esprimere la gioia – ogni tanto – via anche la pelle. La felicità è Viola, in quel di Modena, dove le casacche giallo sole dei locali escono un po’ più sbiadite. Merito di una Reggina puntuale più di altre volte, quando ne abbiamo evidenziato i difetti prima di riconoscerne i meriti. La truppa di Lillo Foti, oggi, ha saputo imporsi con classe e agonismo: bene sotto il profilo atletico e sotto quello del gioco, altrochè. Decide la rete di Viola che aveva sugellato il momentaneo 2-0 che avrebbe in seguito vanificato la rete di Greco su calcio di rigore. Per i calabresi, tre punti fondamentali per mettere in cassaforte il quinto posto provvisorio: significherebbe, allo stato delle cose,  play off. Ma per capire quel che effettivamente significherà per gli amaranto la stagione attuale occorre attendere ancora. Attendere e sperare: che quanto visto a Modena sia consuetudine. Non eccezione.

Serie B 26a giornata: FOTO Atalanta – Siena 0-0

Foto: AP/LaPresse

Anticipo della ventiseiesima giornata di serie B.
Stadio Azzurri d’Italia, Bergamo:
Atalanta-Siena 0-0

Antonio Conte subissato di fischi: di fronte ai suoi ex tifosi, il tecnico del Siena ha dovuto riscontrare totale assenza di clemenza. Ingaggiato dagli orobici il 21 settembre 2009, dopo aver collezionato 13 punti in 13 partite in seguito a 3 vittorie, 4 pareggi e 6 sconfitte, l’allenatore si dimise il 7 gennaio 2010 in seguito alla sconfitta rimediata in casa con il Napoli. E lo stadio Azzurri d’Italia, sebbene gli ultras dell’Atalanta abbiano ben altri problemi da affrontare (l’inchiesta che coinvolge i principali referenti della curva nerazzurra è appena all’inizio), non ha dimenticato.

Il campo, che metteva di fronte le prime due della cadetteria, ha invece svelato una gara giocata con il freno a mano: va di lusso ai padroni di casa che, pur non vincendo, conservano inalterate le due lunghezze di differenza che tengono i toscani ancora dietro mentre il Siena perde l’occasione di scavalcare i principali avversari per il primo posto e rimane appena a ridosso. Calaiò e compagni tengono dietro il Novara di un punto ma i piemontesi devono ancora giocare la sfida della sedicesima (posticipo di lunedì, altra partita affascinante contro il Torino in quello che è a tutti gli effetti il derby piemontese più importante dell’anno).

Serie B: FOTO della 25a giornata

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Serie B, la venticinquesima. Che diventa, e non perchè si sia festeggiato ovunque (sarebbe statisticamente impossibile), l’occasione di ammucchiate celebrative importanti e belle da vedersi. Non ne vogliano gli sconfitti, ma alcune tra le vittorie odierne sono state parecchio significative e importanti. In chiave play off e in ottica play out, in vista della promozione e ai fini della salvezza. Si parte da Torino per immortalare il Sassuolo. Messi maluccio, gli emiliani, ai quali si poteva semmai chiedere di provare a mettercela tutta per contenere – quantomeno – la voglia dei padroni di casa. Invece, al di là di un avvio a razzo da parte dei granata – che sono tuttavia passati in vantaggio grazie a un rigore ben calciato da Rolando Bianchi ma concesso in maniera piuttosto frettolosa e (poco) arbitraria dal direttore di gara –  sono stati poi gli ospiti a macinare chilometri e prendere possesso del campo. Azione non pressante, quella del Sassuolo, ma tatticamente intelligente: attendisti e contropiedisti sono andati a nozze tra le maglie di un Torino che -ma va? – s’è sfaldato con il passare dei minuti. Un paio di guizzi griffati da De Falco hanno frastornato gli uomini di Lerda (rischia? non rischia? Fosse stato il Cairo della passata stagione, saremmo già al terzo tecnico granata in bilico) e consentito ai neroverdi di strappare tre punti d’oro. La permanenza in cadetteria è possibile, serve l’unità di intenti dell’abbraccio di cui sopra.

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A ruota, l’Ascoli. Che dopo il roboante successo interno contro i diretti concorrenti del Piacenza in realtà restano ancora lì, nei bassifondi, ma guadagnano, oltre a punti preziosissimi, anche una iniezione di fiducia necessaria per il proseguo della stagione. Vederli abbracciati e compattati fa pensare che i momenti più critici siano stati superati: tale spirito d’insieme potrà solo diventare il valore aggiunto di un gruppo che, dal punto di vista dell’organico, non ha da invidiare nulla a parecchie formazioni meglio posizionate.