Inzaghi, Sentimenti, Maradona: storie di calcio e di fratelli

Storie di fratelli calciatori e subito la mente va ai cinque Sentimenti che negli anni ’40-’50 facevano impazzire gli addetti ai lavori, costretti a “numerarli” per poterli riconoscere facilmente. E così Ennio divenne Sentimenti I, Arnaldo, Sentimenti II, Vittorio, detto Ciccio, Sentimenti III, Lucidio, detto Cochi, il più famoso di tutti, portiere indimenticato di Juventus e Lazio, Sentimenti IV, e Primo che a dispetto del suo nome divenne Sentimenti V.

Cinque fratelli, tutti calciatori e tutti di grande livello, un vero record per il calcio mondiale, seppure si faccia riferimento ad un’epoca in cui forse era più facile che il primo facesse da apripista per l’arrivo degli altri. Mai più si ripetè una favola simile, ma il calcio ci ha regalato negli anni altre coppie di fratelli arrivati a buoni livelli, a volte addirittura nella stessa squadra.

E’ il caso dei gemelli Filippini, Emanuele ed Antonio, che tanto bene hanno fatto giocando per anni soprattutto con la maglia del Brescia, ma anche dei gemelli Zenoni, frutto del vivaio dell’Atalanta.

Premesse della 21esima di Serie A

La seconda giornata del girone di ritorno, inizia Sabato alle 18:00, con l’anticipo tra Palermo e Livorno, due squadre in difficoltà che cercano punti preziosi, la prima per raggiungere in fretta la zona Europa, la seconda per arrivare alla salvezza al più presto possibile. Ma sembra molto difficile che i rosanero possano farsi sfuggire 3 punti che sembrano facili facili, specialmente in un periodo nel quale questi sarebbero dei punti d’oro. Il secondo anticipo che si giocherà sempre Sabato ma alle 20:30, sarà quello al San Paolo tra Napoli e Udinese. I partenopei cercano riscatto dopo la sconfitta – beffa di Cagliari, mentre i friulani proveranno a recuparare terreno e punti dopo la caduta casalinga contro l’Inter.

Dino Zoff: il numero 1 assoluto!

Mito: termine usato spesso a sproposito nel mondo del calcio per definire questo o quel calciatore che ci sa fare un po’ più degli altri con il pallone tra i piedi. Ma il titolo di mito bisogna guadagnarselo sul campo e nessuno come lui è riuscito così bene nell’intento di restare stampato nalla memoria dei tifosi.

Dino Zoff, classe 1942, interprete di un calcio in continua evoluzione, attraversato da decenni di gloriosa carriera. In pochi avrebbero scommesso su di lui, su quel ragazzino esile, che per mantenersi faceva il meccanico e giocava per puro diletto. Lo scartarono Juventus ed Inter, giunte fino in Friuli per osservare questo portierino in azione, ma l’occasione di riscatto gliela offrì l’Udinese, facendolo esordire giovanissimo in serie A.

Inizio in salita per lui, con 5 gol beccati all’esordio contro la Fiorentina ed un pubblico ostile pronto a sottolineare qualunque suo errore. Poi il Mantova per 4 anni e finalmente Napoli, città rumorosa, aperta, molto lontana da quel suo carattere chiuso e serioso. Eppure fu amore a prima vista e Dino diventò in fretta uno degli idoli di quella squadra che pure vantava la presenza di campioni come Sivori e Altafini, Canè e Bianchi.

Pasquale Bruno: “O animale” contro il calcio moderno

O animale: tanto basta per descrivere Pasquale Bruno, roccioso difensore vecchio stile, che tanti attaccanti ha fatto piangere, nel corso della lunga carriera.

Esordio nel calcio che conta con la maglia del Lecce in serie B, dove giocherà per quattro anni prima di essere acquistato dal Como, con cui conquisterà una promozione nel massimo campionato. L’occasione di giocare in una grande squadra gliela offre la Juventus nel 1987, consentendogli di inserire nel suo palmares una Coppa Italia ed una Coppa Uefa. Tre anni con la maglia bianconera, prima del passaggio dalla parte degli odiati cugini. Poi la Fiorentina e ancora il Lecce, prima di concludere la carriera in Scozia, nell’Hearts, dove gioca per due stagioni.

Ha lasciato il segno in ogni club in cui ha militato, a causa del suo carattere duro e schietto, che spesso gli ha procurato antipatie e critiche. Ma i segni più forti li ha lasciati nelle gambe dei poveri attaccanti che nulla potevano contro il suo furore agonistico.

20^ Largo ai nuovi, in attesa di Bianchi e Lucarelli

Grande attesa per i nuovi/vecchi bomber della serie A. Nella giornata in cui dovrebbero esordire vecchie conoscenze del calcio italiano, i Fantallenatori (e non solo) dovranno avere un pò di pazienza, e magari rischiare anche un piccolo investimento.

I nuovi arrivati, Cristiano Lucarelli e Rolando Bianchi infatti, partiranno dalla panchina, ma siamo sicuri che si riveleranno un buon investimento, perchè portano in dote decine di gol dalle passate stagioni. Entrambi avranno voglia di riscatto dopo le deludenti esperienze all’estero, e daranno l’anima per far vedere al proprio pubblico di valere ancora tanto, e magari giocarsi un posto in nazionale che fino a qualche mese fa poteva sembrare solo un miraggio.

Purtroppo nella nostra formazione odierna non rientreranno, perchè nessuno dei due partirà titolare, anche se sarà molto probabile il loro utilizzo a partita in corso.
La nostra Fantaformazione per questa prima partita del girone di ritorno punterà su:
Frey in porta, contro uno degli attacchi meno prolifici del campionato (l’Empoli), ricordandovi che al 99% Buffon non giocherà, per un problema di lombalgia.

Dalla mitraglia di Batistuta alle capriole di Martins

Al di là dei milioni spesi, dei campioni comprati, delle orde di tifosi che invadono lo stadio, della moviola, delle polemiche che impazzano sulle pagine dei giornali… al di là di tutto, al di sopra di tutto, c’è un solo gesto, l’unico che conta veramente, l’unico capace di infiammare i cuori e far esplodere la felicità collettiva: il gol!

C’è chi la butta dentro raramente e chi è abituato a gonfiare la rete, ma tutti, proprio tutti, dopo ogni gol esplodono in un’esultanza liberatoria e coinvolgente.

Ognuno ha un suo modo di festeggiare il gol fatto, una specie di segno distintivo, un marchio di fabbrica assolutamente personale. E se una volta il massimo della particolarità era correre sotto la curva, magari togliendosi la maglia, negli ultimi anni è sempre più frequente vedere esultanze nuove e divertenti da ripetere dopo ogni rete. Esultanze semplici come quella di Andrea Pirlo che bacia la fede o quella di Ronaldo a braccia aperte o ancora quella di Kakà, che alza gli occhi e le braccia al cielo in segno di ringraziamento verso Dio, ma anche esultanze costruite e bizzarre.

Alex Ferguson e gli altri: l’esultanza che offende

Reading-Manchester United ovvero Davide contro Golia, in una partita di Premier League che avrebbe dovuto essere una passeggiata per i Red Devils, ma che si è trasformata in una lotta durissima. Alla fine i rossi hanno vinto ugualmente (2-0, gol di Waine Rooney e Cristiano Ronaldo), ma il dopopartita è stato incandescente, se non in campo, in tutte le trasmissioni sportive del Regno Unito. Motivo dell’accesa polemica, il comportamento non proprio signorile di Sir Alex Ferguson, che subito dopo il vantaggio si è rivolto allo staff tecnico del Reading e poi al pubblico, esibendosi nel celeberrimo gesto dell’ombrello.

Tutto quello che ho fatto e’ stato esprimere il mio sollievo per aver vinto una delle gare piu’ dure della stagione

ha spiegato poi nelle interviste successive alla gara, ma, offensivo o no, resta comunque un gesto lontano dai modi di fare eleganti per i quali il baronetto si è sempre distinto.

Si tratterà di un virus che colpisce uomini di sport solitamente compassati e mai fuori dalle righe? Probabilmente si, vista la storia recente che ha visto nella stessa situazione veri e propri “signori” come Moratti, durante l’ultimo derby milanese, e Van Nistlerooy poco avvezzo ad esultanze di questo tipo.

Da Banega a Giovani: i talenti da tenere d’occhio

C’era un tempo in cui i ragazzini venivano lasciati crescere tranquillamente nei vivai, dove erano coccolati ed aiutati ad entrare gradualmente nel calcio che conta. Non ci sono più quei tempi e non c’è più quel calcio: ora contano i milioni investiti e l’abilità degli osservatori nell’individuare i baby-talenti.

Proviamo a fare delle previsioni sui nomi che esploderanno da qui a qualche tempo, tralasciando Pato, di cui si è abbondantemente parlato nell’ultima settimana, e gli ormai consacrati Messi e Benzema.
Partiamo da nomi già noti al grande pubblico perché già apparsi sui palcoscenici internazionali con le proprie squadre di club o con la maglia della Nazionale.

Non ci sono dubbi sul futuro stellare che attende gli eroi dell’Argentina Under 20, a partire da Ever Banega, passato di recente dal Boca Juniors al Valencia per 18 milioni di euro, lasciando a bocca asciutta diversi club europei che gli davano la caccia (Milan e Fiorentina compresi). A fargli compagnia in terra spagnola, Sergio Aguero, miglior giocatore dei Mondiali Under 20 dello scorso anno ed acquistato dall’Atletico Madrid per 23 milioni di euro. Venti anni non ancora compiuti e già 9 gol nella Liga quest’anno, per un calciatore di cui sentiremo molto parlare nel prossimo futuro. A completare a lista dei giovani talenti argentini, il centrocampista Angel Di Maria, che ha preferito il Portogallo, sponda Benfica.

Nei consigli per gli acquisti spunta Figueroa

E’ il nuovo astro nascente del calcio internazionale. 26 anni, un passato sfortunato, costellato di infortuni e disgrazie familiari, eterna promessa, dopo aver giocato in Argentina, Messico, Inghilterra e Spagna, sembra aver trovato il suo ambiente ideale a Genova. Ha iniziato il campionato da quarta scelta, ma dato il cattivo stato di forma di Di Vaio, la poca vena realizzativa di Sculli, e i vari problemi fisici di Leon, sembra che il prossimo attaccante ad affiancare Borriello nell’attacco rossoblù sarà proprio lui. E a buon titolo, dato che è riuscito a segnare due gol in due gare, entrando a partita iniziata. Cose che riescono solo ai grandi come Cruz.

Edmundo vuole tornare al Vasco Da Gama

Casa dolce casa! E’ il sogno di molti giocatori chiudere la carriera laddove l’avevano iniziata, sentirsi a casa, per rivivere emozioni provate quando erano poco più che adolescenti.

E’ il sogno di Fabio Cannavaro ed Alessandro Nesta -tanto per restare in casa nostra- partiti rispettivamente da Napoli e Roma (sponda biancazzura), per cercare il successo in squadre più ambiziose, ma col cuore sempre lì, al San Paolo per il napoletano, all’Olimpico per il laziale.

E’ il sogno anche di una vecchia conoscenza del calcio italiano, ricordato più per le sue intemperanze che per la sua grandezza, sia pure indiscutibile: Edmundo, meglio noto agli appassionati come “O animal”, soprannome che la dice lunga sul suo comportamento dentro e fuori dal campo.

Calciomercato o fantacalcio?

Grandi titoli sui giornali ad annunciare l’arrivo di questo o quel grande campione. E’ così da sempre in questo periodo lin cui sembra che le squadre italiane debbano essere smantellate

Il calcio come il rugby

La scorsa Domenica il mondo del calcio italiano è stato scosso da un insolito gesto grazie al quale forse, dopo tanti passi indietro, ne è stato fatto uno significativo in