Finale Champions League 2012, Di Matteo non pensa al futuro

 Roberto di Matteo è l’artefice di quello che è già uno straordinario trionfo: portare un Chelsea disastrato nel gioco e nell’orgoglio in finale di Champions League, facendo tra le vittime del suo percorso anche l’illustre Barcellona. Ora c’è l’atto finale: sabato sera si gioca la finalissima contro il Bayern Monaco all’Allianz Arena. Nonostante tutto, il futuro dell’allenatore italiano è in bilico, e forse neanche la conquista della coppa dalle grandi orecchie potrebbe garantirgli il posto. Lui, però, ammette di non pensarci.

Barcellona campione d’Europa, le immagini della festa

Foto: AP/LaPresse

Due Champions League in tre anni ed entrambe conquistate contro il Manchester United. Da Roma a Londra, dallo Stadio Olimpico a Wembley la musica non cambia ed è sempre il Barcellona a salire sul tetto d’Europa ed a dimostrare di essere la squadra da battere.

Pedro, Messi e Villa hanno messo scritto il proprio nome sulla conquista della coppa dalle grandi orecchie, ma quella di ieri sera è la vittoria di tutti, di una squadra che gioca sempre per vincere, che non arretra di un metro per difendere il vantaggio e che vive per regalare spettacolo ai propri tifosi. Ed i supporters blaugrana hanno di che essere soddisfatti, perché il Barça ammirato ieri sera è davvero la squadra da battere, la compagine più forte della scena internazionale, come ha ammesso il Manchester in coro alla termine della finale.

Manchester in coro: Barcellona troppo forte

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E’ calato il sipario sulla Champions League 2010-’11 con il Barcellona che solleva ancora una volta la coppa in faccia al Manchester United, al termine di una gara quasi a senso unico. I Red Devils sono partiti a testa bassa, quasi volessero spaventare i blaugrana che – sornioni – attendevano il momento giusto per colpire.

Dopo il vantaggio firmato dalla coppia Xavi-Pedro i rossi di Ferguson sembravano rientrare in partita con la rete di Rooney, ma per chi guardava la partita in tv era palese la superiorità degli uomini di Guardiola per gran parte della gara. Una superiorità netta, riconosciuta dal Manchester tutto, a cominciare dal condottiero Ferguson:

Mi sarei aspettato di meglio dalla mia squadra, ma alla fine dei conti dobbiamo ammettere di essere stati battuti da una squadra più forte. Il Barcellona è la squadra più forte che abbiamo mai affrontato. Se perdi con il Barcellona non ti devi vergognare. Abbiamo dimostrato di essere una buona squadra a livello europeo. Ma prima o poi si trova sempre qualcuno che è migliore di te. È quello che ci è accaduto stasera. Quando fanno possesso palla non capisci più niente.

Barcellona – Manchester United 3-1: fotogallery

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Ha vinto la squadra più forte, ha vinto la squadra che ha giocato meglio, ha vinto la squadra che ha dimostrato di aver ancora fame di vittorie, nonostante l’indigestione di trofei degli ultimi anni. Il Barcellona è sul tetto d’Europa per la quarta volta nella sua storia, la seconda in tre anni, confermandosi la migliore squadra in questo periodo storico. Il Manchester United se ne torna a casa sconfitto, per la seconda volta in tre anni e sempre con il medesimo scarto di reti.

A Roma nel 2009 fu un secco 2-0, ma allora la squadra di Ferguson sembrava poter contrastare l’avversario. Sotto il cielo di Wembley finisce invece 3-1 e stavolta i Red Devilds si sono arresi ancor prima di scendere in campo, di fronte ad una compagine dimostratasi superiore per quasi tutta la gara.

Finale Champions League: Barcellona – Manchester United 3-1

Foto: AP/LaPresse

Finale della Uefa Champions League edizione 2010/2011
Stadio Wembley, Londra:
Barcellona-Manchester United 3-1
Reti:
27′ pt Pedro (B), 34′ pt Rooney (M), 9′ st Messi (B), 24′ st Villa (B)

Formazioni di partenza
Barcellona (4-3-3): Valdes, Dani Alves, Mascherano, Piqué, Abidal, Xavi, Busquets, Iniesta, Pedro, Messi, Villa. All. Guardiola.
Manchester United (4-4-2): Van der Sar, Fabio, Ferdinand, Vidic, Evra, Valencia, Carrick, Giggs, Park, Rooney, Hernandez. All. Ferguson.

Vincitore della Champions League 2010/2011: BARCELLONA

Barcellona – Manchester United 3-1

Gli occhi del mondo sono una miriade di pupille che, in ogni angolo del pianeta, mettono a fuoco le immagini proiettate dallo schermo. I fortunati, tifosissimi di Barcellona e Manchester United ma anche amanti dello sport, hanno certo avuto il piacere di seguire le gesta delle due migliori squadre europee della stagione che sta per volgere al termine osservando i ventidue in diretta. Stadio Wembley, oltre 90 mila spettatori hanno invaso Londra per dare il là a una festa colorata di rosso, bianco e blu. I colori che contraddistinguono blaugrana e Red Devils. Il viaggio degli spagnoli, evidentemente più lungo se è vero che la tratta Manchester-Londra la si copre in una manciata di tempo, non poteva non richiamare alla memoria l’esodo in massa che, lo scorso anno, vide protagonisti i supporters interisti in procinto di raggiungere Madrid. Avrebbero, nella circostanza, trovato gloria indelebile. A distanza di un anno, il calcio italiano è rimasto a guardare per evidenti demeriti che il campo ha palesato in tutta la sua oggettività. Non c’è il tricolore, nella finale di Champions, con l’auspicio che la pausa coincida con un momento di  purgatorio da archiviare al più presto.

Non ci sono Totti e Del Piero, mancano Milan e Inter ma quella tra Barcellona e Manchester United è una partita che sa incantare a prescindere. Perchè mette uno di fronte all’altro i due tecnici – Guardiola da una parte e Ferguson dall’altra – in grado di scrivere la storia più e meno recente del calcio come nessun altro collega; perchè pone – uno di qua e l’altro di là – nelle rispettive aree di competenza due baby fenomeni che sono baby solo per l’anagrafica ma hanno saputo già essere fenomeni come pochi altri. Leo Messi e Wayne Rooney, in carriera, hanno già vinto tutto: li differenzia il palmares individuale, visto che solo l’argentino a finora vinto il Pallone d’Oro – due di fila – e pare destinato, nel corso degli anni, a fare incetta di trofei; li accomuna, oltre alla qualità tecnica, la circostanza particolare per cui ancora nessuno tra i due ha potuto trionfare con la rispettiva nazionale di calcio. Essenso giovani e belli, come gli eroi di Guccini, hanno evidentemente tempo a disposizione per riuscire anche in quell’opera.

La finale di Champions League nelle parole di Ferguson e Guardiola

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Mancano meno di ventiquattro ore all’atto finale della Champions League, che vedrà confrontarsi Barcellona e Manchester United in una sorta di replay della finalissima di Roma di due anni. In quell’occasione il Barcellona di impose per due reti a zero, impedendo a Sir Alex Ferguson di sollevare la sua terza coppa con le orecchie. Il baronetto ricorda con dispiacere quel momento e spera di poter cambiare la storia:

Rispetto a quella finale sento che la squadra è più pronta. Non siamo cambiati molto in termini di giocatori, ma abbiamo più maturità ed esperienza internazionale. Sappiamo cosa fare, ci siamo preparati bene. Credo che la qualità principale della mia squadra sia l’unità. Abbiamo la stessa struttura di un paio di anni fa, ma giocare in Champions ci ha fatto crescere. Rivincita? No, non sarà una rivincita. A Roma abbiamo commesso un paio di errori che ci hanno fatto perdere, adesso sarà importante rimanere sempre concentrati. Una cosa è sicura, sarà una partita difficile per entrambi i club.

Barcellona-Inter 1-0 – Video e gallery – Semifinale Champions League

E’ la notte dell’Inter, una notte attesa per 38 lunghissimi anni, la prima a colori, per una squadra che ora può permettersi il lusso di sognare in grande. Alla vigilia degli ottavi erano in pochi a scommettere che i nerazzurri potessero passare indenni dal confronto con il Chelsea, l’ennesima compagine inglese arrivata sulla loro strada. E invece l’Inter ha dimostrato di saper arrivare fino in fondo, non senza difficoltà, ma con la consapevolezza del proprio valore. Ed ecco il CSKA Mosca a frapporsi tra l’Inter e la semifinale e poi lo scoglio Barcellona, il più ostico da superare tra le squadre rimaste in lizza per la vittoria finale.

Ma arriva la gara che non ti aspetti, otto giorni fa a San Siro, quando i nerazzurri andavano sotto, ma trovavano la forza di rimontare, per poi arrivare alla gara di oggi con ben due reti di vantaggio. Ed ecco anche la paura del Barcellona, che inventava di tutto per caricare l’ambiente e nascondere il terrore di non superare il turno in vista della finale di Madrid, nella tana degli odiati cugini.

Il Barça credeva nella remuntada e sin dal primo minuto si spingeva in avanti alla ricerca del gol che avrebbe messo in discesa la partita. Grande possesso palla per la squadra di Guardiola, che però non riusciva ad andare oltre il compitino, mettendo in difficoltà la retroguardia nerazzurra solo in qualche occasione. Il forcing dei catalani a tratti diventava asfissiante, di fronte ad un’Inter che alla mezz’ora del primo tempo si ritrovava in dieci per un’ingenuità imperdonabile di Thiago Motta, giustamente cacciato in anticipo.

Stessa musica nella ripresa, con Valdes che non aveva mai modo di sporcarsi i guanti, mentre l’Inter si chiudeva a riccio per limitare le invenzioni dei fenomeni catalani. Ed alla fine il gol è arrivato grazie a Piqué, ma ormai i giochi erano fatti e l’Inter poteva festeggiare la sua impresa. A voi la gallery ed il video della serata di gloria.

Barcellona Campione d’Europa: le immagini del trionfo

Il Barcellona è sul tetto d’Europa, nonostante la poca esperienza del suo tecnico, nonostante le assenze pesanti in difesa, nonostante i pronostici contrari alla vigilia, nonostante tutto. Una vittoria senza dubbio meritata, contro una squadra come il Manchester United che era partita meglio, ritrovandosi poi a subire il gioco fantasioso degli avversari.

Onore agli sconfitti che contro questo Barcellona ben poco potevano fare e complimenti ai blaugrana per la straordinaria stagione a livello nazionale ed internazionale, durante la quale hanno dimostrato di essere la squadra migliore del mondo.  Ed un applauso particolare va a Mister Guardiola, che nel momento del trionfo ha voluto rivolgere un pensiero al nostro Paolo Maldini:

Vorrei fare una dedica per questa vittoria al calcio italiano e soprattutto a Paolo Maldini, un esempio per tutti. So che ha avuto qualche problema nel giorno dell’addio, ma sappia che ha l’ammirazione di tutta l’Europa da 25 anni. La dedica mia, dei giocatori e della società è per Maldini. Se cambia idea e volesse giocare ancora un anno, può venire a farlo da noi.

A Paolo la risposta e a voi le immagini del trionfo blaugrana subito dopo il salto.