Esultanza choc, giocatore mima un omicidio (video)

Di esultanze stravaganti ne abbiamo viste a centinaia, alcune divertenti, altre irriverenti, altre ancora offensive o inopportune. Ed è proprio a quest’ultima categoria l’esultanza “ammirata” qualche giorno fa su un campo del Messico, dove Marco Fabian de la Mora, centrocampista del Chivas, ha mimato il gesto dell’omicidio, puntando le dita a mo’ di pistola sulla fronte di un compagno, il quale è stato al gioco ed è caduto a terra a peso morto.

Un’esultanza come un’altra? Non in Messico, dove i media hanno condannato il gesto del calciatore, ricordando che negli ultimi cinque anni  ben 40mila persone sono state uccise nella guerra del narcotraffico. Marco Fabian de la Mora si è scusato pubblicamente e lo stesso ha fatto la società del Chivas, ma è legittimo attendersi uno strascico di polemiche nelle prossime settimane. Vi lasciamo al video ed ai commenti.

Iaquinta, esultanza polemica e scuse

Correva il minuto numero 77 di UdineseJuventus, quando Vincenzo Iaquinta segnava la rete del 4-0 per i bianconeri di Torino di fronte al pubblico che fu suo per diverse stagioni. Esultanza contenuta, come lo era stata quella dell’altro ex, Quagliarella, in occasione della rete del 2-0? Nient’affatto, perché il campione del mondo si lasciava andare ad una gioia rabbiosa, esagerata, polemica nei confronti dello Stadio Friuli. Una scena non apprezzata dal patron Pozzo, che a fine gara ha fatto sentire la propria voce, dicendosi amareggiato dal comportamento dell’ex pupillo:

Iaquinta mi ha deluso: in 25 anni non ho mai visto una simile mancanza di rispetto. Abbiamo preso Iaquinta che era un povero ragazzo. Lo abbiamo scovato in serie C, nel Castel di Sangro, lo abbiamo cresciuto, lanciato nel grande calcio, pagato puntualmente e profumatamente e poi venduto alla Juve. Non meritavamo un trattamento del genere.

L’esultanza di Radio Padania al gol del Paraguay (audio)

Sono italiana, me ne vanto e mi vergogno di fronte all’imbecillità (perché solo così si può definire) di alcuni miei connazionali. Mi scuseranno gli affezionati lettori di Calciopro, alcuni dei quali magari avranno dato la propria preferenza al Carroccio in sede di votazione, ma anticipo sin da ora che non è mia intenzione trasformare questo articolo in una tribuna politica.

Il mio disgusto nasce dalla radiocronaca di Italia-Paraguay andata in onda ieri sera dalle onde di Radio Padania Libera, durante la quale lo speaker di turno si è esibito in un tifo anti-azzurro senza precedenti. Alla rete del Paraguay il picco dell’esultanza, con tanto di ringraziamenti a Cannavaro per aver concesso all’avversario di colpire di testa. La notizia era giunta alle mie orecchie sin da ieri sera, ma solo oggi ho avuto modo di ascoltare la registrazione e non immaginavo certo che si potesse arrivare a tanto.

Le mutande di Vucinic e le esultanze proibite

La palla che supera la linea di porta e finisce per gonfiare la rete avversaria: nel calcio non c’è momento più bello, sia che si tratti di una gara tra scapoli e ammogliati sia che in ballo ci siano tre punti pesanti o una vittoria che vale una stagione.

Il fondo il gioco del calcio è tutto qui, al di là dello spettacolo, delle magie, dei milioni e degli interessi: quello che conta veramente è buttarla dentro. E in quel momento si diventa eroi, ci si ritrova al centro del mondo per un attimo infinitamente lungo, tanto che è difficile controllare le proprie azioni.

C’è chi per non sbagliare compie sempre lo stesso gesto, come un marchio di fabbrica, qualcosa che tutti si aspettano di vedere. C’è chi invece si lascia andare all’istinto e quello che ne vien fuori non sempre è destinato a raccogliere applausi. Chiedete, ad esempio, a Mirko Vucinic, che proprio ieri, dopo il gol vittoria contro il Cagliari, si è esibito in uno curioso strip, togliendosi i pantaloncini, per poi correre sotto la curva.

David Norris mima le manette e si becca una multa

Abbiamo trattato spesso di esultanze stravaganti su queste pagine e nuovi capitoli potrebbero ancora essere scritti, vista la fantasia senza limiti dei nostri beniamini del pallone, che ne hanno di tempo a disposizione per studiare nuove mosse.

Esultanze simpatiche, simboliche, irridenti, polemiche, a volte persino offensive come il dito medio di Capello o il gesto dell’ombrello di un Lord come Alex Ferguson, ma che restano comunque entro certi limiti di decenza. A volte però qualcuno esagera, forse involontariamente o forse perché non si aspetta che un suo gesto “innocente” possa scatenare la peggiore delle tempeste. E’ il caso di David Norris, in forza all’Ipswich, che qualche giorno fa si è reso protagonista di un episodio bollato come vergognoso da media e pubblico.

Un’esultanza particolare ci può stare dopo un gol che vale tre punti, ma non se si uniscono i polsi a mimare le manette, dedicando il gol ad un amico che sta scontando sette anni di carcere.

Fabian Espindola: l’esultanza che fa male!

Il colmo per un calciatore? Infortunarsi durante un’esultanza e poi scoprire che il gol è stato annullato! Non sappiamo se il colmo sia proprio questo, ma certo fa sorridere quanto accaduto ieri durante una partita della Major League, tra Real Salt Lake e Los Angeles Galaxy.

Correva il 6° minuto del primo tempo e Fabian Espindola spediva la palla in rete su colpo di testa, portando i suoi in vantaggio contro la squadra di David Beckham (impegnato nelle qualificazioni mondiali con la sua nazionale). Gioia irrefrenabile per l’argentino che, come dopo ogni rete, si esibiva in una serie di capriole, deliziando il pubblico con numeri da circo. E una volta piombato a terra, ha scoperto l’amara verità: non solo il suo gol era stato annullato, ma nella caduta dopo l’ultima piroetta si era anche procurato una distorsione alla caviglia, che lo terrà fuori dal campo per un mese e mezzo.

Ma questo poco importa, visto che, pur avendo segnato 7 gol nella Major League, con lui in campo il Real Salt Lake non ha mai vinto, quello che conta è che per strappare un applauso in più un giocatore rischi di rompersi l’osso del collo.