Uno stadio a misura di tifoso, un impianto capace di rappresentare una sorta di dodicesimo uomo, una vera e propria “casa”, dove la squadra sente da vicino il calore del pubblico amico. E’ questo il sogno di tutte le società di calcio, ma solo poche possono permettersi il lusso di esaudire il desiderio. In Italia ha centrato l’obiettivo la Juventus, che in pochi anni ha messo su un piccolo grande gioiello (lo Juventus Stadium, appunto), un impianto di rara bellezza, che ha poco da invidiare ai vari “templi” del calcio in giro per il mondo. E allora andiamo a visitarli insieme questi santuari del pallone, stilando una classifica dei più belli in assoluto.
Emirates Stadium
Emirates Cup 2011: Indesit, We are social e io
Metti insieme Indesit, We are social e un blogger ed esce fuori una due giorni che un appassionato di calcio non può dimenticare. Perché gli occhi di un 30enne sono tornati a splendere come quelli di un bambino quando lo staff del noto brand di elettrodomestici, coadiuvato dalla conversation agency dislocata a Milano, Londra, Parigi e Sydney, è stato invitato ad assistere all’Emirates Cup 2011, in cui hanno partecipato i padroni di casa dell’Arsenal, gli argentini del Boca Junior, i francesi del Psg e gli americani dei New York Red Bulls, che si sono aggiudicati la prestigiosa competizione estiva.
Quel 30enne con gli occhi di un bambino, sono io, David Spagnoletto, che in un weekend ha nell’ordine: disputato un torneo di calcio a 8 con le vecchie glorie di Arsenal, Milan, Psg nelle persone di Ray Parlour, Pietro Vierchowod e Alain Roche, assistito a due partite all’Emirates Stadium e vistosi regalare le maglie ufficiali delle squadre partecipanti. Questo solo per scrivere le cose strettamente calcistiche, perché la due giorni è stata condita anche da cene e pranzi in bellissimi ristoranti di Londra.
Solito Brasile, piccola Italia
Trentuno risultati utili consecutivi, un record da dividere con Clemente e Basile “e meno male che è finita ‘sta storia, così non se ne parla più”. Già, Lippi non ha poi tutti i torti: le vittorie che contano non si raggiungono sciorinando primati, ma è comunque un peccato aver perso l’imbattibilità nella serata più importante e più sentita per i colori azzurri.
Non chiamatela esibizione, predicava il mister alla vigilia, nella speranza di poter mettere in campo un’Italia capace di giocare una partita vera. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il Brasile e quello ammirato ieri sera all’Emirates non deve aver ascoltato le parole di Lippi, visto che si è esibito alla grande contro un’Italia piccola piccola.
Poi si può discutere sul gol annullato a Grosso, che avrebbe potuto cambiare le sorti della gara dopo soli quattro minuti dal fischio d’inizio, ma di fronte ad uno strapotere così marcato è inutile cercare alibi.
Il Brasile surclassa l’Italia
Italia – Brasile 0-2 In questo momento il Brasile è più forte dell’Italia. Tra un anno e mezzo vedremo… Questo il commento di Marcello Lippi al termine del derby del
Italia – Brasile non è un’amichevole
La gara dei sogni, la partita delle stelle, il derby del mondo: chiamatela come volete, ma non provate a definirla una semplice amichevole o un’esibizione. Non di fronte a Lippi, almeno:
Le esibizioni si fanno al circo, qui invece ci saranno 65.000 spettatori e l’attenzione di tutto il pianeta. E miliardi di motivazioni: sarà una partita di calcio vera.
Le motivazioni le abbiamo ampiamente sciorinate nell’articolo di questa mattina, a partire dal 4-1 di Città del Messico, fino all’ultimo incontro senza punti in palio nel Torneo di Francia, quando Del Piero segnava una doppietta e la coppia Romario-Ronaldo si esibiva in pezzi di alta scuola. Sono passati dodici anni da allora, Romario si è ritirato dalla scena, Ronaldo è confinato in un campionato “minore”, in attesa di riprendere a giocare dopo l’infortunio dello scorso anno, Del Piero è capace ancora di mirabilie sul rettangolo verde (ma non sarà della partita), eppure l’Italia – Brasile di questa sera avrà ancora il suo fascino particolare.
Emirates Stadium: quando lo sponsor detta legge
Stamford Bridge: un gioiello nel cuore di Londra
Non più Soros, ora la Roma la vogliono gli arabi
Diminuito l’interesse per la Roma da parte di George Soros, la famiglia Sensi non si dispera, e già si guarda attorno, seguendo i tanti “rumors” che vogliono la società appetita