Julio Baptista, da Bestia a bestia nera

Va in archivio la dodicesima giornata di campionato ed il derby numero 131 della Capitale, che ha regalato ai giallorossi nuova linfa per tentare la difficile risalita. La riscossa giallorossa ha il volto (anzi la testa) di Julio Baptista, troppo spesso considerato oggetto misterioso negli schemi di mister Spalletti.

Ma la Bestia ieri sera ha fatto ampiamente il suo dovere, trasformandosi in “bestia nera” per i colori biancazzurri, già puniti con una rete ai tempi del Real Madrid. La copertina della giornata è tutta per lui, che avrà da questo momento in poi un posto speciale nel cuore dei tifosi di fede romanista.

E pensare che la gara si sarebbe potuta concludere con tutt’altro risultato, perché se andiamo a contare le azioni da gol, la Lazio non avrebbe meritato di soccombere, giocando a viso aperto e senza risparmio di energie.

Roma – Lazio: i Vip scommettono sul pareggio

Mancano ancora alcune ore al 131° derby della Capitale, mentre in città (ma non solo) cresce l’attesa per l’evento. Derby anomalo, come sentiamo ripetere da una settimana a questa parte, nel quale i ruoli sono invertiti rispetto alla tendenza degli ultimi anni. Stavolta è la Lazio a fare la parte del leone con i suoi 14 punti di vantaggio e la consapevolezza, al tempo stesso, che in questo tipo di gare è favorito chi si trova nella condizione peggiore.

Se lo augurano i sostenitori giallorossi, sebbene scaramanticamente ammettano la superiorità della Lazio a questo punto della stagione. Sperano invece di sfatare il mito i tanti tifosi biancazzurri che, forti del loro vantaggio, vorebbero affossare definitivamente le ambizioni di risalita dei cugini.

E tra i tanti sostenitori spuntano i tifosi Vip, quelli che domani sera saranno in tribuna all’Olimpico per godersi da una situazione privilegiata la partita delle partite. Chi vincerà il primo derby della stagione? Usando come fonte Il Messaggero, proviamo a dare voce alle star nostrane.

La Juve risorge nel derby, il Siena raccoglie solo un punto

Si conclude la settimana della riscossa in casa Juve, dopo le due debacle consecutive con Palermo e Napoli che avevano fatto gridare alla crisi. Qualche giorno fa, commentando l’impresa in Champions League contro il Real Madrid, avevamo detto che la Juve c’è, nonostante tutto.

E Ieri sera lo ha confermato ancora una volta, in una gara che poteva risultare insidiosa, viste le tante assenze e la voglia di rivalsa del Torino.

Così non è stato ed ora Ranieri si gode il suo momento di gloria, dopo le tante voci che lo davano con la valigia in mano, se avesse sbagliato i due appuntamenti clou di questo inizio stagione. Vittoria in Champions, vittoria nel derby e detrattori zittiti, almeno per ora.

Aspettando Juve-Torino

Ci siamo. A Torino è giorno di derby nell’anticipo serale dell’ottava giornata di campionato. E come ogni stracittadina che si rispetti, contano poco le forze in campo o i milioni spesi durante la campagna acquisti. E’ una gara a sé dal sapore particolare, sentita dai tifosi più di ogni altra partita.

Ma che derby sarà? Scorrendo le probabili formazioni viene da pensare che si tratti del derby degli assenti, specie in casa bianconera. Ranieri si ritroverà ad inventare di sana pianta una formazione “decente”, viste le assenze di Zanetti, Buffon, Trezeguet, Zebina, Andrade, Tiago, Poulsen, Marchisio e Camoranesi. Praticamente un’intera squadra!

Il problema è nel mezzo: far giocare uno come Ekdal, che paga in fatto di esperienza e maturità, o snaturare le qualità di Nedved cambiandogli posizione? E’ il dubbio che avrà impedito a Ranieri di prender sonno ieri sera.

Mourinho, l’uomo da copertina

Che la squadra vinca o perda è sempre lui ad occupare le prime pagine dei giornali, più dell’attaccante che l’ha buttata dentro, più del difensore che ha perso il contrasto, facendosi superare. E’ il destino di Josè Mourinho, professione mister, ma con un futuro assicurato di attore, grazie a quella faccia da uomo sicuro di sé e a quell’inclinazione innata  per la recitazione.

E così, da quando è sbarcato a Milano lo abbiato ritrovato spesso a far notizia con quel suo modo di porsi presuntuoso ed arrogante, che più di una volta ha innescato polemiche infinite con il “nemico” di turno. Sarà che agli italiani interessano più i pettegolezzi che il calcio giocato (come dice lui), ma non si può certo dire che il portoghese sia esente da colpe.

Ma negli ultimi quattro giorni la sua espressione è mutata rispetto al passato e, pur continuando a ripetere che l’Inter sta raccogliendo meno di quanto semina, è evidente che alcune sue certezze cominciano a vacillare.

Dinho-Mourinho: il derby visto dall’estero

Una rondine non fa primavera ed una sconfitta (o una vittoria) non fa testo nell’economia di un campionato. Ma la teoria non funziona se la gara di cui stiamo parlando è un derby bollente come quello di Milano, nel quale ci sono in ballo questioni che vanno al di là dei tre punti guadagnati sul campo.

Poteva essere la serata di Mourinho, che dietro il suo sorriso sempre più antipatico, avrebbe voluto involarsi verso la vetta solitaria della classifica, facendosi beffa di un Milan partito non proprio alla grande. Già, poteva essere. E invece è stata la serata di Ronaldinho, che in un’elevazione di testa ha trovato il modo di dimostrare al mondo intero che sa ancora infilare la porta avversaria.

Mourinho e Dinho, le due facce del derby milanese, gli uomini da copertina per i giornali sia nazionali che internazionali. In Europa si parla solo di loro due, come se il derby si fosse giocato in una sorta di Calcio Balilla uno contro uno.

La Lazio in testa, l’Inter si lamenta

Ti aspetti di trovare le cinque sorelle a guidare la classifica e ti ritrovi con una coppia insolita lì dove si respira profumo di gloria. Avevamo detto sin dalla prima giornata che si prospettava un campionato “strano” e, man mano che le giornate aumentano, si fa sempre più diffusa la convinzione che ci sarà da lottare parecchio per assicurarsi le piazze d’onore.

Dorme sonni tranquilli la Lazio di Rossi, partita senza troppe ambizioni, per poi ritrovarsi da sola a guardare le altre dall’alto in basso. Non è prevedibile quanto Zarate & Co. riusciranno a reggere le vertigini del primato, ma è confortante che la squadra risponda sempre con ottime prestazioni condite da diversi gol. Tre quelli inflitti ieri al Torino, con la solita accoppiata vincente Pandev-Zarate a farla da padrona.

Basta un solo gol al Napoli per espugnare il campo del Bologna, in attesa della trasferta insidiosa di Coppa Uefa contro il Benfica. Sotto il Vesuvio si respira un’aria che sa di tempi andati, quando gli azzurri facevano tremare il mondo intero. I protagonisti sono diversi (e forse nemmeno all’altezza degli illustri predecessori), ma intanto la classifica dice 11 punti e secondo posto.

Apettando MIlan-Inter

Mancano ancora due giorni ad uno degli appuntamenti clou della stagione, ma a Milano cresce già l’attesa per il derby. Sarà che l’Inter macina risultati e vola già davanti a tutte, sarà che il Milan dopo un inizio stentato sta ritrovando gioco e punti, sta di fatto che quello di domenica si prospetta come un derby di fuoco.

Per i nerazzurri è già tempo di fare i conti con il tifo-contro dell’Italia intera, nella speranza che il MIlan non  arresti sul più bello la sua rincorsa alla vetta della classifica. Certo, dopo sole quattro gionate di campionato, non si può parlare di fuga solitaria, ma i risultati fanno morale e, in caso di vittoria nel derby, l’Inter si ritroverebbe a mettere una seria ipoteca su un autunno più tranquillo.

Discorsi che per ora lasciano il tempo che trovano, considerando la particolarità di una partita come questa, in cui conta poco il talento in campo o la condizione fisica. Il derby è una partita a sé, al di là di tutto. Ma che derby sarà?