Le minacce di Lotito in attesa del derby

Il momento è delicato in casa Lazio, dopo le tre sconfitte consecutive che hanno fatto arrestare la corse verso un piazzamento Uefa, regalando una classifica ben poco esaltante. La debacle di Siena ha convinto il Presidente Lotito a spedire la squadra in ritiro in quel di Norcia, nella speranza che qualche giorno di tranquillità possa giovare ai biancazzurri in vista del derby di sabato.

Lo stesso patron laziale in settimana aveva lanciato delle vere e proprie minacce all’indirizzo dei suoi, promettendo  tagli degli stipendi e ritiro perenne nel caso la squadra non mostri in campo qualche segno di vita. Ma Lotito non è ancora soddisfatto ed oggi è tornato a tuonare, ribadendo il concetto espresso in questi giorni:

La Lazio deve reagire subito, Pasqua è il periodo della Resurrezione e già nel derby voglio vedere questi cambiamenti. Ci sto mettendo tutto l’impegno per dare una scossa a questa squadra, mi auguro che i calciatori abbiano ritrovato la serenità, la voglia di combattere, di dimostrare ai tifosi sacrificio, determinazione, atteggiamento volitivo. Se non raggiungeranno quest’obiettivo, si proseguirà in questo ritiro. Se non cambierà il loro approccio, l’atteggiamento della società non cambierà.

Mourinho stempera la tensione attaccando Ancelotti

L’impegno clou della stagione è prossimo. Domani sera sapremo se l’Inter è davvero una squadra schiacciasassi o se di fronte ai campioni d’Europa chinerà il capo, ritiranosi sommessamente.

Mourinho è sicuro di vincere, così come lo è Alex Ferguson, ma il tecnico dell’Inter sembra quasi voler esorcizzare la “paura”, facendo cadere l’attenzione sul campionato e, in particolare, sui cugini rossoneri:

Carlo Ancelotti è molto bravo perché anche lui come me gioca con le parole e anche lui come me pensa che gli altri siano pirla.

Ed ora chi fermerà la fuga dell’Inter?

Nove punti di vantaggio sulla Juventus, 11 sul Milan, 14 partite ancora da giocare: la matematica lascia ancora ampi margini a chi si ritrova costretto ad inseguire, ma a questo punto appare improbabile che qualcuno riesca a frapporsi tra l’inter e lo scudetto.

E l’improbabile diventa impossibile se i nerazzurri ripeteranno in futuro la prestazione di ieri sera, dando luogo per larghi tratti ad un gioco decisamente spettacolare. Uno spettacolo al quale ha contribuito anche l’altra metà della Milano calcistica, che però, nonostante l’alto livello tecnico messo in campo, ha dovuto alzare bandiera bianca.

E dire che il Milan ammirato nel primo tempo non ha certo sfigurato, facendo valere il talento delle sue tante stelle, ma l’Inter è squadra concreta e gli affondi di quei due lì davanti sono difficili da contenere. Ed allora ecco il tocco di testa-mano del ritrovato Imperatore ad aprire le porte alla festa nerazzurra quando il cronometro segnava il minuto 29.

Inter – Milan tra amarcord, esordi e assenze

Non ce ne vogliano i tifosi nerazzurri, ma ci piace ripartire da qui, da quel colpo di testa di Ronaldinho che segnava il suo battesimo del gol in maglia rossonera, regalando ai suoi il primo derby della stagione. Era il 28 settembre dello scorso anno, l’Inter perdeva il primato in classifica e Mourinho incassava l’ennesimo scherzetto del Gaucho, che già qualche dispiacere gli aveva creato in Champions League.

Ora la situazione è diversa: l’Inter ha otto punti di vantaggio sui cugini e si appresta ad affrontare il derby con la consapevolezza di chi può permettersi anche un passo falso. Il Milan invece non può concedersi il lusso di sbagliare gara, pena l’esclusione dalla lotta scudetto già da febbraio (e sarebbe grave per una squadra che non ha neanche l’alibi dell’impegno Champions). Che gara sarà?

Partiamo dalle certezze, prima fra tutte l’assenza di Kakà. Il brasiliano ha tentato un recupero-lampo, ma alla fine si è dovuto arrendere all’evidenza dei fatti. Tanto meglio per Ronaldinho, che avrà nuovamente l’occasione di mettersi in mostra, sperando magari di bissare l’exploit dell’andata.

Inter – Milan? No, Mourinho vs Ancelotti

Da quando ha messo piede in Italia, le polemiche hanno avuto una crescita esponenziale. Figuriamoci quindi se poteva mancare l’ennesima frecciatina di Mister Mourinho alla vigilia di una gara delicata come il derby. Ed allora eccolo qui, nel suo perfetto italiano scagliarsi contro Ancelotti, reo di essersi permesso di commentare le sue critiche pubbliche ai giocatori:

Non rispondo a quanto ha detto Ancelotti in una recente intervista. Ognuno come allenatore fa quello che vuole. Io non critico il suo modo di lavorare, lui può dire quello che vuole del mio. Io non perdo tempo a pensare alle sue caratteristiche come tecnico, se lui vuole farlo con me è un problema suo. Rispetto la sua carriera, ma lui è lui e io sono io. Lui forse è meglio di me in qualcosa e io forse sono meglio di lui in altro.

Chi sarà il migliore in assoluto lo sapremo a fine campionato, o forse già da domani sera, quando i due tecnici si accomoderanno a pochi metri di distanza l’uno dall’altro.

L’Inter va, il Milan rallenta. E domenica c’è il derby

Le speranze dell’Italia anti-nerazzurra si vanno via via affievolendo di fronte ad una classifica che vede l’Inter sempre più saldamente al comando, un po’ per merito proprio, un po’ per le disfatte altrui. Mourinho & Co. continuano a ripetere di non essere interessati ai risultati delle dirette concorrenti, di voler fare il proprio campionato e bla bla bla… I soliti discorsi di circostanza, insomma.

Certo è che le altre pretendenti allo scudetto non si stanno dannando l’anima per rendere difficile il cammino dell’Inter e, anzi, il più delle volte fanno a gara per stendergli un bel tappeto rosso sotto i piedi. Basta guardare la giornata di ieri. L’Inter è scesa in campo alle sei del pomeriggio ed ha fatto ampiamente il proprio dovere, guadagnando tre punti preziosi su un campo ostico come quello di Lecce.

Il Milan aveva il vantaggio di giocare in casa contro la Cenerentola del campionato, quella Reggina che lontano dal Granillo aveva guadagnato la miseria di 5 punti in 11 gare. Una partita da 1 fisso, con tutto il rispetto per i calabresi, che sulla carta non potevano certo sperare di conquistare punti-salvezza in quel di Milano. E invece ci ritroviamo a commentare l’ennesimo allungo dell’Inter che ora viaggia a +8 sui cugini ed a +10 sulla Juventus, costretta oggi a vincere sul campo del Catania, se vuole mantenere viva qualche residua speranza di gloria.

8 giornalisti in ospedale dopo gli scontri con i tifosi della Paganese

Incredibile episodio di follia ieri pomeriggio a Pagani, vicino Salerno. Poco prima dell’inizio della gara tra Paganese e Juve Stabia, tre giornalisti di Metropolis Tv, Tiziano Valle, Michele Imparato e Ferdinando Manzo, sono stati aggrediti verbalmente all’esterno dello stadio, per motivazioni ancora non molto chiare, da alcuni tifosi della squadra locale. Intimoriti da questi esagitati i tre hanno deciso di allontanarsi quanto prima, ma questo gesto ha indispettito gli aggressori che li hanno presi a calci e pugni.

Nel tentativo di scappare i giornalisti sono saliti sulla loro Fiat Panda, ma a causa del traffico sono stati raggiunti dai loro aggressori che hanno preso a calci l’auto e hanno anche tentato di rompere il parabrezza con una pietra. Non contenti, una volta scappati i tre giornalisti, gli pseudo-tifosi sono tornati allo stadio per prendersela con altri giornalisti.

Il Milito che fa la differenza

Un derby vero: poco spettacolo, tanto agonismo in campo, forse anche troppo, visto che alla fine il fischietto di Farina è stato assoluto protagonista. Sessanta interruzioni e ben 11 ammoniti per una gara che non ha offerto spettacolo, su un terreno, a dire il vero, improponibile.

Alla fine l’ha spuntata il Genoa, spinto dagli undicimila supporters a favore (sebbene giocasse in trasferta) e trascinata da un Milito super, che ancora una volta ha dimostrato di essere El Principe indiscusso del nostro campionato. Ha sempre avuto un posto speciale nei cuori dei tifosi del Grifone, ma dopo la performance di ieri, potete scommettere che qualcuno proporrà il processo di beatificazione.

Il Genoa non vinceva il derby da ben 7 anni, un’eternità per il popolo genoano. Ma stavolta c’era lui a guidare l’attacco ed è bastato un guizzo per interrompere il digiuno ed esaltare la Genova di fede rossoblu.

Il derby nel derby: Cassano – Milito

Ci siamo. Sta per alzarsi il sipario sul derby della Lanterna numero 99 e sin dal mattino la città è invasa da bandiere rossoblucerchiate. Come ogni stracittadina che si rispetti, è difficile lanciarsi in pronostici, qualunque sia il valore delle forze in campo.

Genoa e Samp saranno spinte da motivazioni diverse, dovendo “vendicare” l’una il pareggio interno contro il Bologna, l’altra la sconfitta a Cagliari e, più ancora, quella in Coppa Uefa a Liegi.

Motivazioni diverse animeranno anche la sfida nella sfida, il derby nel derby: stasera non assisteremo solo a Sampdoria – Genoa, ma anche al duello Cassano – Milito, le anime delle proprie squadre, gli unici in grado di regalare la magia che risolve la partita. Eppure per loro non si sono ancora aperte (o meglio, riaperte) le porte della nazionale.