Baggio, West, Ronaldo: il look che fa tendenza

Pensate che nel calcio ci sia un solo Capello? D’accordo, don Fabio è unico ed inimitabile, ma anche quello con la “c” minuscola riesce a far parlare di sé, soprattutto se è sulla testa dei protagonisti più in vista o se viene esibito in manifestazioni internazionali.

In principio erano Gullit e Valderrama, veri pionieri in fatto di look stravaganti, poi la moda del bel capello contagiò numerosi seguaci e, se raccogliessimo le immagini dei vari calciatori dalla capigliatura insolita, ne verrebbe fuori un catalogo per parrucchieri!

La palma d’oro spetta sicuramente a Ronaldo, che nel corso degli anni ci ha mostrato il meglio(?) di sé in fatto di acconciature. Ricordate la mezzaluna nel corso dei Mondiali del 2002? Poi tornò la “pelata”, già esibita nel periodo interista, fino alla recente versione-Arnold, con quei riccioli ricresciuti, per la gioia dello sponsor (un’azienda specializzata in ricrescita di capelli). L’ultima bizzaria ce l’ha mostrata qualche giorno prima dell’incidente con quelle treccine, che tanta ilarità hanno suscitato tra i suoi compagni.

Il Milan di Sacchi? In panchina!

C’era una volta il calcio del libero e dei terzini, dei marcatori e del contropiede, del campione indiscusso per cui si muoveva tutta la squadra e degli allenamenti, che puntavano a migliorare la tecnica individuale.

Poi arrivò Arrigo Sacchi e fu la luce e nulla di quel calcio restò, se non nelle pagine di sbiaditi annuari. Il calcio totale, quello tanto caro all’Olanda di Crujff, quello che non prevede dei ruoli specifici e definiti, ma si gioca a tutto campo, con i campioni che non hanno privilegi solo per il nome che portano, ma che si sacrificano e lottano per aiutare i compagni.

Pressing e ripartenze, gioco a zona e schemi precisi da provare e riprovare, da mandare a memoria, perché bisogna imporre il proprio gioco e non limitarsi ad accettare quello degli avversari. Movimento senza palla e gioco spettacolo, perché è questo che la gente vuole, oltre a veder vincere la propria squadra. E quel Milan vinceva, eccome se vinceva! E non si fermava mai, nemmeno quando il risultato era ormai acquisito da tempo.

Da Beckham a Lavezzi: la tatoo-mania dei calciatori

Sono lontani i tempi in cui il tatuaggio era simbolo di trasgressione o, peggio, di vita da galeotti. Oggi rappresenta una moda ormai consolidata sia tra i vip che tra la gente comune, tanto che non si tende più a nasconderlo, ma anzi si mostra con orgoglio.

E volete che i calciatori si sottraggano a questa tendenza e non approfittino del mestiere che fanno, per esibire i disegni di cui sono ricoperti? Sono veramente pochi gli scampati all’arte del tatoo, forse solo quelli che hanno il terrore degli aghi o che, in controtendenza, preferiscono tenere il proprio corpo “pulito”, ma per i più ogni occasione è buona per ricorrere al tatooist: dalla nascita di un figlio ad un’importante vittoria sul campo.

Il periodo d’oro in questo senso per gli artisti del tatuaggio è stato quello successivo alla vittoria dell’Italia nel Campionato del Mondo, quando praticamente tutta la squadra volle farsi imprimere sul corpo un ricordo di quella notte magica. IX-VII-MMVI il più gettonato, ma anche carte geografiche della Germania, bandiere, dadi e frecce, tutto rigorosamente tricolore!

David Trezeguet: riserva? No, grazie!

Tempo di nazionali, tempo di amichevoli che vedono impegnati i selezionatori a scegliere gli uomini più in forma da mandare in campo. Tempo purtroppo anche di grandi delusioni da parte di chi credeva ancora di poter indossare la maglia della nazionale ed invece è rimasto a bocca asciutta.

E’ il caso di David Beckham, per esempio, che si è illuso fino all’ultimo di poter giocare contro la Svizzera la sua centesima partita con la maglia dell’Inghilterra, per poi trovarsi davanti al no secco di Capello che lo ha liquidato con un “arrivederci a quando sarai più impegnato con la tua squadra di club”.

Ma se c’è un David che può sperare in una convocazione futura, ce n’è un altro che sembra aver dato l’addio definitivo alla maglia del suo Paese, stanco di prese per i fondelli da parte del suo ct.

E’ Rooney il brutto anatroccolo

Chi l’ha detto che i calciatori sono tutti forti, ricchi, e soprattutto belli? Mentre tutte le ragazzine del mondo perdono la testa per le vicende di Beckham e della Posh Spice, in Inghilterra le donne si domandano chi, tra i principi azzurri del 2000, tanto principe azzurro non è.
E la risposta è stata alquanto sorprendente.

I pareri raccolti dal sito web www.thepeoplesclub.com hanno appurato che il più brutto calciatore al mondo è l’inglese Wayne Rooney, che ha scalzato la poco invidiata concorrenza di “castoro” Ronaldinho e di “Apache” Tevez. I due sudamericani, considerati tra i calciatori più brutti al mondo (per Tevez c’è da dire che è stato sfigurato da bambino con l’olio bollente) sono stati superati sulla scorta del successo del cartone animato della Pixar “Shrek“, che ha dato il soprannome al 22enne inglese, e che ha contribuito a farlo diventare, suo malgrado, ancora più famoso.

David Beckham verso il Newcastle

Di lui George Best diceva:

Non sa tirare di sinistro, non sa colpire di testa, non sa contrastare e non segna molti gol. A parte questo, per il resto è ok.

Ma se David Beckham è salito sull’Olimpo del calcio mondiale, un motivo ci deve pur essere. Acquistato dal Manchester United ad appena 16 anni, fa il suo esordio in prima squadra dopo la maxi-squalifica che colpì Eric Cantona nella stagione ’94-’95, diventando inamovibile nella squadra di Ferguson. Da allora lo attendeva una serie di successi con la maglia dei Red Devils: 6 campionati, 2 Coppe d’Inghilterra, 2 Supercoppe, una Champions ed una Coppa Intercontinentale.

Un palmares di tutto rispetto per un calciatore molto amato in patria sia dai tifosi della sua squadra che da orde di ragazzine che lo idolatravano per la sua indiscutibile bellezza. Ma proprio questa sua ultima caratteristica fu all’origine dei dissensi all’interno dello spogliatoio, che culminò con Sir Alex in versione lanciatore, mentre il povero David si ritrovò con uno scarpino stampato in faccia. Ciò che gli veniva rimproverato era la sua presenza continua sulle copertine dei giornali, sia per questioni di sponsor che per vicende che riguardavano sua moglie, la Spice Girl Victoria Adams.

Fabio Capello tra scelte e indagini

Questa proprio non ci voleva! Nemmeno il tempo di ambientarsi nella nuova realtà che già si ritrova coinvolto in un fattaccio che rischia di mettere a dura prova la sua professionalità.

Fabio Capello non si aspettava certo di cominciare così in salita la sua nuova avventura alla guida della nazionale inglese ed ora, oltre a rispondere alla procura di Torino, dovrà dar conto della situazione anche alla FA, che su di lui ha puntato molto. L’accusa è di evasione fiscale e rischia di mettere a repentaglio la sua posizione di tecnico, visto lo spirito inglese poco propenso al perdono in merito a vicende di carattere giudiziario.

I fatti risalirebbero al periodo 2004-2006, quando Capello allenava la Juventus, e riguarderebbero alcuni proventi mai dichiarati al fisco e spostati su società estere. Non si esclude che le indagini possano allargarsi anche al periodo precedente (Milan e Roma) e a quello più recente in cui il tecnico allenava il Real Madrid, tirando fuori scheletri molto scomodi per un personaggio che si è sempre dichiarato pulito.

Capello comincia a scegliere

Se c’è chi come David Beckham si candida per una maglia della nazionale, facendo gli straordinari sul campo di allenamento, c’è anche chi approfitta della Coppa d’Inghilterra per mettersi in mostra davanti al nuovo ct.

Sabato scorso, prima uscita ufficiale per Fabio Capello nei panni di selezionatore al Villa Park, dove andava in scena la gara tra l’Aston Villa ed il Manchester United. Molti i giocatori che potrebbero entrare nella lista dei convocati per l’amichevole del 6 febbraio contro la Svizzera, soprattutto nelle file dello United, stracolmo di campioni.

A dire il vero, il taccuino di don Fabio potrebbe essere rimasto quasi vuoto, al termine di una partita che per 70 minuti abbondanti non ha offerto spunti di rilievo.

David Beckham si allena con l’Arsenal

E chi lo avrebbe detto che l’idea di Ringhio Gattuso di allenarsi con i suoi ex compagni di squadra avrebbe fatto tendenza?

Incredibile! Ancora più incredibile se a seguire la tendenza è uno come David Beckham, che di solito le tendenze le crea.
Eppure è così e l’ex stella di Manchester e Real Madrid ha chiesto e ottenuto di potersi allenare con i Gunners durante la pausa invernale del campionato americano.

I dirigenti dei Los Angeles Galaxy, sua attuale squadra, non hanno avuto niente da eccepire, apprezzando il senso del dovere di David, che avrebbe potuto sfruttare la sosta dedicarsi a tutt’altro, invece di correre e sudare su un campo d’allenamento. Felici anche i compagni di allenamento, per niente disturbati dalla temporanea presenza del biondino “americano”.

Beckham meglio di Maradona

Questi inglesi! Non finiscono mai di stupire. Possiamo capire che ogni scarrafone è bello a mamma sua, ma, arrivare ad eleggere David Beckham miglior tiratore di calci piazzati nella storia

Goldenballs

Ormai le notizie che girano intorno a David Beckham riguardano sempre meno il calcio e sempre più il gossip. A suscitare stavolta l’attenzione dei principali tabloid anglosassoni è la nuova