Liga: il protagonista è Trezeguet

Ha cambiato maglia, ha cambiato campionato, ma David Trezeguet non ha cambiato abitudini. E’ l’Hercules la vera protagonista della Liga spagnola di quest’anno, tanto da battere prima il Barcellona ed ora anche il Siviglia. Peccato che la neopromossa non vada altrettanto forte con le squadre di media-bassa classifica, altrimenti potrebbe davvero far sognare i propri tifosi.

Sicuramente però saranno contenti dopo la doppietta dell’attaccante francese al Siviglia che consegna la seconda vittoria alla squadra di Alicante ed un posto tranquillo a centro classifica. Ma proprio come in Italia, anche in Spagna le big non brillano, e così oltre al Siviglia che cade, scivola anche il Real di Mourinho, bloccato sullo 0-0 dal Levante in una partita in cui tra i blancos l’unico a giocare a calcio è Cristiano Ronaldo, mentre gli altri sono solo spettatori.

Liga: il Real rialza la testa, il Barça senza Messi vince a fatica

Finora non ha esaltato, nonostante le tante stelle in campo e l’allenatore nuovo (un certo Mourinho), ma il Real Madrid visto nell’anticipo della quarta giornata di campionato comincia a strappare i primi applausi ai suoi tifosi. Contro non c’era di certo uno squadrone, l’Espanyol che comunque aveva cominciato bene il campionato con due vittorie ed una sola sconfitta, ed infatti gli ospiti mettono in difficoltà gli uomini dello Special One, e non vanno in gol solo grazie ad un grande Casillas.

I fischi del Bernabeu vengono momentaneamente zittiti dal calcio di rigore trasformato da Cristiano Ronaldo alla mezz’ora che fa andare al riposo i suoi sull’1-0 di certo non bellissimo, ma fondamentale a livello psicologico. Ed infatti la ripresa è completamente diversa. Le merengues decidono di giocare come sanno, schiacciano gli avversari e negli ultimi dieci minuti segnano altri due gol (Higuain e Benzema), portando a casa una soddisfacente vittoria.

Liga: Valencia capolista, il Barça può esultare solo ora

L’evento di giornata è inevitabilmente l’infortunio di Messi. Come abbiamo potuto vedere, i tifosi blaugrana hanno avuto tutte le ragioni per non esultare a fine gara contro l’Atletico Madrid per una vittoria che scaccia via i fantasmi dopo la sconfitta contro l’Hercules, ma le notizie sono confortanti e dunque più di un paio di settimane la Pulce non resterà fuori. I tifosi blaugrana possono finalmente tirare un sospiro di sollievo.

Peccato per questa paura perché comunque il Barça è tornato quello che conosciamo, e cioè la squadra rapida, pericolosa con i singoli (oltre al gol di Messi e di Piqué, colpisce anche un palo con Villa), e concreta, in grado di non correre grossi pericoli, gol subìto a parte. Ma nonostante questo i blaugrana sono ancora indietro, appena al sesto posto anche se siamo ancora all’inizio.

Liga: il Barça corre, Mourinho no

Chi pensava che la Liga con Mourinho sarebbe andata in modo diverso rispetto allo scorso anno, sarà costretto a ricredersi. Se il buon giorno si vede dal mattino, sarà un’annata piuttosto difficile per lo Special One. E’ vero che Mou aveva esordito sulla panchina dell’Inter con un pari e poi ha vinto tutto, ma la storia qui è molto diversa.

Ha contro infatti un avversario a dir poco strepitoso, il Barcellona di Messi che ci mette solo quattro minuti per avere la meglio sul Racing Santander. E’ proprio della Pulce il gol dello 0-1 con un gran pallonetto che concretizza un’azione perfetta, raddoppiato dopo pochi minuti da Iniesta che insacca approfittando di un rinvio errato del portiere. Ma i blaugrana sono forti in tutti i reparti, e lo dimostra anche Valdes che strappa gli applausi dei suoi parando un rigore che avrebbe potuto riaprire la partita. Osservato speciale era Villa, e lui non delude le aspettative, segnando la rete dello 0-3 ad inizio ripresa che chiude la gara.

Mourinho difende Cristiano Ronaldo

L’uscita agli ottavi di finale per mano della Spagna ha creato non poche polemiche in casa-Portogallo, con un batti e ribatti di responsabilità che sembra destinato a proseguire per lungo tempo. Il primo a mostrare il disappunto era stato Cristiano Ronaldo subito dopo il triplice fischio finale che rimandava i lusitani a casa, quando in diretta mondiale sputava contro una telecamera.

Ma se il gesto del capitano ci può stare alla fine di una gara da dentro o fuori, quello che proprio non ci sta è il seguito, con la stella del Real pronta a gettare la colpa della debacle sul suo tecnico:

Sono distrutto, desolato e frustrato, con una tristezza inimmaginabile. Come spiego la sconfitta? Chiedete a Queiroz.

Portogallo – Corea del Nord 7-0 – Mondiali 2010

Il Portogallo travolge la Corea del Nord e raggiunge il Brasile agli ottavi di finale di Coppa del Mondo (a meno di risultati clamorosi nell’ultima giornata). Gli asiatici sono apparsi meno arcigni rispetto al debutto nella kermesse, quando avevano lasciato a sua maestà il Brasile solo due pertugi per raggiungere la via della rete, andando addirittura in gol nel finale di gara.

Stavolta invece sono riusciti a limitare la forza dell’avversario solo nel primo tempo, per poi crollare miseramente nella ripresa, riportando la sconfitta più cocente di questo mondiale. Del resto, l’iniziativa è stata quasi sempre nelle mani dei lusitani, con Cristiano Ronaldo che cercava diverse volte di scrivere il proprio nome sul tabellino. Ma il gol del vantaggio arrivava dai piedi di Raul Meireles, che con un rasoterra fulminava il portiere coreano.

Real Madrid: 130 milioni per vestire di bianco Rooney e Gerrard

 Rooney-Gerrard-Real Madrid. Un triangolo che potrebbe chiudersi grazie ai 130 milioni di euro che Florentino Perez ha stanziato per i due giocatori che militano rispettivamente nel Manchester United e nel Liverpool.

Rooney:

La dirigenza madrilista è pronta offrire 95 milioni di euro per strappare il bomber ad Alex Ferguson. Qui si aprono due strade: una che vuole l’inglese in merengues e l’altra che punta dritto alla permanenza in red.

I problemi economici del Manchester United potrebbero spalancare le porte al passaggio di Rooney alla corte di Josè Mourinho, che lo accoglierebbe a braccia aperte, ma c’è da considerare la reazione di un ambiente, che già lo scorso anno ha dovuto salutare un altro idolo: Cristiano Ronaldo passato proprio in camiseta blanca.

Mondiale 2010: conosciamo il Portogallo

Un terzo ed un quarto posto, rispettivamente del ’66 e nel 2006: questi i migliori piazzamenti del Portogallo nelle kermesse mondiali. Per il resto si tratta solo di caselle vuote alla voce qualificazione o di eliminazioni al primo turno, senza neppure passare il girone. Il problema dei lusitani è che da sempre hanno avuto delle grandi individualità (basti pensare ad Eusebio o a Cristiano Ronaldo), ma non una squadra tale da supportare l’estro dei campioni.

Quest’anno la nazionale portoghese è riuscita a strappare il biglietto per il Sudafrica non senza sudore, considerando che nel girone di qualificazione ha inanellato una serie di pareggi  e sconfitte, prima di riprendersi nelle gare finali per guadagnare il secondo posto alle spalle della Danimarca. Poi il sorteggio ha voluto che nei play off Ronaldo & C. trovassero la Bosnia Herzegovina, squadra non certo espertissima in campo internazionale, ed hanno quindi raggiunto la qualificazione con un doppio 1-0.