Abramovich si dà alle scommesse

Chi non ha mai sognato di diventare ricco acquistando un biglietto della Lotteria di Capodanno o un Gratta e Vinci dal montepremi milionario? E’ il sogno proibito di milioni di italiani (e non solo) ed è per questo che, nonostante la situazione economica precaria dell’intero pianeta, il mondo del gioco non conosce crisi.

Una crisi che invece ha colpito duramente parecchi settori, non risparmiando neppure i ricconi, quelli che non hanno certo problemi a comperare il pane quotidiano. Ma si sa che più è alto il capitale, più sono alti i rischi del mestiere ed anche uno come Abramovich, ad esempio, ha dovuto provarlo sulla propria pelle.

Un tempo era tra i 20 più ricchi dell’intera Russia ed ostentava ricchezza ad ogni passaggio, regalandosi acquisti che noi poveri umani non possiamo neppure sognare. Non che ora se la passi male, ci mancherebbe, ma ha dovuto ridimensionare un po’ le uscite in attesa di tempi migliori. Arriveranno? Forse si, visto che ora il magnate russo si è dato ad un hobby che potrebbe risultare redditizio, tuffandosi a capofitto nel mondo delle scommesse.

Povero Abramovich, non è più il Paperone della Premier

Chi è il Paperon de’ Paperoni del calcio inglese? Fino a qualche tempo fa avremmo risposto Roman Abramovich, senza per questo essere presi per visionari. Ma la crisi finanziaria che ha travolto l’intero pianeta si è fatta sentire anche (e soprattutto) ai piani alti, lasciando segni indelebili nelle casse di molti miliardari.

Ed anche Abramovich ha dovuto incassare qualche duro colpo, ritrovandosi improvvisamente con il conto in banca decurtato di ben 3 miliardi di sterline (mica spiccioli!), il che – secondo la classifica stilata dal magazine FourFourTwo – gli avrebbe anche fatto perdere la leadership tra i signori del pallone.

Ora i suoi averi ammontano ad “appena” 7 miliardi di sterline, un nonnulla rispetto ai capitali vantati dal proprietario del Manchester City, Mansour bin Zayed al-Nahyan, e da quello del Queens Park Rangers, Lakshmi Mittal.

Liverpool a rischio fallimento, in vendita le stelle

La crisi finanziaria colpisce proprio tutto, anche il mondo del calcio. A livello mondiale, la squadra che più rischia in questo momento è il Liverpool, acquistato meno di due anni fa da due industriali statunitensi del campo delle telecomunicazioni George Gillett e Tom Hicks, e adesso a rischio fallimento.

La crisi che ha colpito tutto il mondo ha fatto eccellenti vittime, tra cui i due magnati-presidenti che hanno ricevuto una lettera da parte della RBS (Royal Bank of Scotland) in cui gli veniva intimato di rientrare nei debiti (che ammonterebbero intorno ai 400 milioni di euro) entro due mesi, guarda caso entro la prossima finestra di calciomercato. E l’unico modo per racimolare un bel pò di milioni in poco tempo è vendere i propri calciatori.

I guai finanziari di Beckham e Abramovich

Ci siamo già occupati della crisi economica che sta sconvolgendo l’intero pianeta, paventando la possibiità di veri e propri crolli per alcune società sportive. Le storie che vi racconteremo oggi non sono destinate a finire con dei crack finanaziari, vista l’abbondanza di denaro che scorre nelle tasche degli interessati, ma fa comunque un certo effetto vedere i nomi di Roman Abramovich e di David Beckham accostati a problemi finanziari.

Comiciamo dal magnate russo, proprietario del Chelsea e colpito da “shopping convulsivo”, tanto da acquistare qualunque cosa abbia un costo di almeno sei zeri.

Ebbene le casse di Abramovich hanno subito un duro colpo nei giorni scorsi a causa del crollo dei listini di due sue proprietà (le acciaierie Evraz e la compagnia mineraria Highland Gold). E non stiamo parlando di qualche migliaia di euro, ma di una perdita stimata in 12 miliardi di sterline, che al cambio fanno più di 15 miliardi di euro!