Fifa: anche Blatter coinvolto nelle tangenti

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L’inchiesta della Fifa non smette mai di stupire.

E’ in arrivo uno tsunami sul calcio mondiale

ha dichiarato Jack Warner, presidente della Concacaf, vicepresidente Fifa, e tra gli indagati responsabili delle mazzette per l’assegnazione del Mondiale al Qatar e alla Russia. Ma pare che la tecnica delle bustarelle fosse molto rodata in quanto pare ne fosse coinvolto anche il super-capo Blatter.

Si tratta per ora solo di indiscrezioni, ma secondo quanto riporta questa mattina il sito di Rai Sport, pare che sia stato lo stesso Blatter a versare una tangente da un milione di dollari proprio alla Confederazione americana di Warner, evidentemente per assicurarsi la rielezione.

Fifa: l’Inghilterra fornisce le prove della corruzione nell’assegnazione del Mondiale

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Ci sono le prove! A scoperchiare il vaso di Pandora è stata la commissione parlamentare britannica che ha voluto vederci chiaro su come mai una candidatura che in molti davano per vincente come quella inglese per il Mondiale del 2018 potesse prendere appena due voti. A fornire le prove sarebbe stato Lord David Triesman, presidente di England 2018, le cui parole fanno tremare la Fifa.

In particolare punta il dito contro due delegati africani, il vice-presidente della Fifa, Issa Hayatou e il presidente della Confederazione Africana (CAF), l’ivoriano Jacques Anouma, accusati di aver intascato 1,5 milioni di dollari per il loro voto, ed ha denunciato anche la richiesta da parte di altri 4 delegati (il presidente della confederazione dell’America del Nord e Centrale, quello della confederazione sudamericana, della federcalcio brasiliana, e della federazione thailandese) di aver chiesto bustarelle per un totale di 3 milioni di sterline per votare l’Inghilterra.

Maldini rinviato a giudizio per corruzione

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Già oltre un anno fa si sentiva vociferare del coinvolgimento di Paolo Maldini, bandiera del Milan di cui è stato capitano per 12 anni, ma che ha giocato in rossonero per tutta la vita, in un’inchiesta su presunti casi di corruzione ed evasione fiscale.

Dopo che alcune persone sono finite in carcere ed in tutto 39 sono state indagate, arriva oggi la notizia che anche lui è stato rinviato a giudizio. L’accusa nei suoi confronti è di aver corrisposto all’ex funzionario dell’Agenzia delle Entrate Luciano Beressi un assegno di 40 mila euro per una consulenza, più 185 mila euro pagati a nero per aggirare i controlli fiscali.

Assegnazione Mondiali, le reazioni politiche

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Russia e Qatar, due nazioni dove il Mondiale non era mai stato organizzato, ma soprattutto due Stati dalla storia piuttosto controversa, non potevano mancare di suscitare polemiche. La più feroce si è scagliata contro la Russia, accusata di aver corrotto tre delegati  per ottenere il torneo. A dir la verità lo scandalo scoperchiato dalla BBC aveva rivelato tentativi di corruzione in favore degli Stati Uniti, ma secondo gli 007 sembra che ci fossero stati casi pro-Russia non documentati.

Fatto sta che ieri Putin non ha voluto essere presente a Zurigo, dove si è tenuta la votazione, per evitare pressioni esterne, e questa mossa è stata piuttosto distensiva, anche se non sufficiente a rasserenare gli animi. Il giorno dopo però ha tuonato contro le accuse, affermando che persone innocenti erano state accusate ingiustamente di corruzione e che si è trattato solo di metodi per mettere pressione al momento della votazione.

Fifa, sospesi i delegati “presunti” corrotti

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L’indagine è finita, ma nonostante non sia stato accertato il voto di scambio, la Fifa ha deciso di sospendere i delegati coinvolti nella vicenda sull’assegnazione del Mondiale 2018 e di quello del 2022. La notizia era venuta a galla a seguito di un’inchiesta da parte di un tabloid che aveva scoperto che Amos Adamu (Nigeria) e Reynald Temarii (delegazione dell’Oceania) vendevano per alcuni milioni di euro il proprio voto per la candidatura alla competizione calcistica più importante al mondo.

Per tutelarsi, la Fifa ha deciso di sospendere i due personaggi coinvolti, eliminandoli dalla commissione che così passa da 24 a 22 membri. Adamu per tre anni non potrà più esercitare alcuna funzione in seno alla Fifa e dovrà pagare una multa di 7.400 euro, Temarii sarà sospeso per un anno e dovrà pagare una multa di 3.700 euro.

Corruzione ad Euro 2012: ecco le prove

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Il dirigente cipriota Spyros Marangos ha pronte le prove della presunta corruzione avvenuta ai danni dell’Italia per “scipparle” l’Europeo del 2012 ed assegnarlo a Polonia ed Ucraina. Dietro tutto questo raggiro ci sarebbe la mano del miliardario ucraino Hryhoriy Surkis, fratello del presidente della Dinamo Kiev.

In particolare, spiega Marangos, il giorno prima delle votazioni la candidatura congiunta dei due Paesi dell’Est Europa ottenne improvvisamente 8 voti contro 4 dell’Italia, mentre fino a qualche giorno prima i valori erano contrari. Marangos scoprì così che un delegato aveva ottenuto una mazzetta da 3,15 milioni di euro, mentre altri tre avevano ricevuto due milioni a testa. Cercò di comunicarlo a Platini, ma il presidente dell’Uefa non gli rispose nemmeno.

Europei 2012, la corruzione dietro l’assegnazione a Polonia ed Ucraina

L’Europeo del 2012 doveva essere assegnato all’Italia, e solo una storia di corruzione ha spostato il tiro verso Polonia ed Ucraina. E’ quanto afferma da tempo Spyros Marangos, dirigente cipriota che sapeva per certo, fino al giorno prima, che l’assegnazione della rassegna calcistica sarebbe andata al nostro Paese.

Un fatto che Marangos conosce da due anni, e che ha tentato di denunciare in tutti i modi contattando l’Uefa, la Federazione italiana ed il reparto disciplinare di quella cipriota, ma nessuno gli ha mai risposto, o se gli rispondevano poi decidevano di non incontrarlo. Per questo il dirigente ha deciso di rivolgersi ai giornali ed è scoppiata la bomba.

Mondiali 2018, la corruzione aleggia tra le candidature

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Probabilmente si tratta solo di mele marce (o almeno ce lo auguriamo), ma siccome la macchina dei Mondiali è ricca di soldi, sono molti gli individui poco raccomandabili che vi si fiondano sopra nel tentativo di ricavarci il più possibile. Lo scenario è uno ormai troppo comune: un albergo, degli imprenditori di uno dei Paesi candidati ed un alto dirigente di una federazione che chiede un “aiutino”.

L’alto dirigente è Amos Adamu, componente dell’esecutivo Fifa, gli imprenditori sono per fortuna falsi. Si tratta di giornalisti americani che prima dell’arrivo di Adamu hanno riempito la stanza di cimici e telecamere. E così, secondo quanto riportato dal Sunday Times, Adamu pare aver chiesto 800 mila dollari per costruire 4 campi di calcio in Nigeria per assicurare il voto del suo Paese agli Usa.