Corea del Nord – Costa D’Avorio 0-3 – Mondiali 2010

In virtù della sconfitta contro il Brasile ed il contemporaneo 7-0 rifilato dal Portogallo alla Corea del Nord, la Costa D’Avorio poteva sperare solo in un miracolo per superare il girone di qualificazione. Ciò non significa che gli uomini di Eriksson non abbiano provato ad emulare i lusitani, con una gara tutta all’attacco e occasioni da gol a grappoli contro i nordcoreani.

Pronti via e la Costa D’Avorio avrebbe potuto portarsi in vantaggio, con Keita che si vedeva intercettare il tiro dal piede del portiere avversario. Ancora africani in avanti con Romaric, Gervinho e Drogba, al quale veniva anche annullata una rete per fuorigioco. Ma il primo gol era nell’aria ed arrivava al minuto numero 14 grazie a Yaya Toure, che lasciava partire un destro imparabile per Myong Gu.

Da Pak Doo Ik a Vittek, gli sconosciuti ammazza-Italia

Correva l’anno 1966 e l’Italia viveva la sua pagina più triste dal punto di vista calcistico. L’Inghilterra organizzava il Mondiale e lo vinceva, Eusebio portava il suo Portogallo ai vertici del calcio mondiale, regalandogli un terzo posto storico a suon di gol (9 in 6 partite), ma alle nostre latitudini di quella manifestazione resterà un solo nome: Pak Doo Ik. Chi era costui? E’ passato alla storia come il dentista che ha eliminato l’Italia dai Mondiali inglesi, ma in realtà di professione faceva il militare, per poi dedicarsi all’insegnamento dell’educazione fisica.

Un nordcoreano ebbe il merito di buttare fuori la nazionale che vantava nomi come quelli di Giacomo Bulgarelli, Sandro Mazzola, Gianni Rivera, Tarcisio Burnich, Giacinto Facchetti, Roberto Rosato (scomparso proprio qualche giorno fa). Un nordcoreano fu responsabile dell’accoglienza a suon di pomodori riservata all’Italia di ritorno dal Mondiale. Un nordcoreano fu responsabile del blocco degli stranieri nel campionato italiano per quindici lunghi anni.

Portogallo – Corea del Nord 7-0 – Mondiali 2010

Il Portogallo travolge la Corea del Nord e raggiunge il Brasile agli ottavi di finale di Coppa del Mondo (a meno di risultati clamorosi nell’ultima giornata). Gli asiatici sono apparsi meno arcigni rispetto al debutto nella kermesse, quando avevano lasciato a sua maestà il Brasile solo due pertugi per raggiungere la via della rete, andando addirittura in gol nel finale di gara.

Stavolta invece sono riusciti a limitare la forza dell’avversario solo nel primo tempo, per poi crollare miseramente nella ripresa, riportando la sconfitta più cocente di questo mondiale. Del resto, l’iniziativa è stata quasi sempre nelle mani dei lusitani, con Cristiano Ronaldo che cercava diverse volte di scrivere il proprio nome sul tabellino. Ma il gol del vantaggio arrivava dai piedi di Raul Meireles, che con un rasoterra fulminava il portiere coreano.

Brasile – Corea del Nord 2-1 – Mondiali 2010

Brasile – Corea del Nord, ovvero 5 coppe del mondo contro un paio di partecipazioni alla fase finale della kermesse più importante a livello di nazionale. Troppo il divario tra i superpagati giocatori della Selaçao e gli sconosciuti nordcoreani, arrivati in Sudafrica non si sa per quale incrocio della sorte e destinati a rappresentare la cenerentola tra le cenerentole.

Ma il campo questa sera ha raccontato un’altra storia, quella di una squadra – il Brasile – che cercava di imporre il proprio gioco, non riuscendo mai ad impensierire il portiere avversario, che concludeva il primo tempo con i guanti immacolati. Il campo ha raccontato la storia di una Corea del Nord che ha giocato senza timori reverenziali verso i verdeoro, sebbene il divario tecnico tra le due compagini fosse palese sin dalle prime battute di gioco.

Mondiale 2010: conosciamo la Corea del Nord

Pak Doo Ik, chi era costui? Chi ha qualche anno in più sul documento di identità lo ricorderà come il dentista più famoso della storia, colui che fece pagare un conto salatissimo all’Italia, buttandola fuori dai Mondiali del 1966. Fu quella la prima ed unica partecipazione della Corea del Nord ad una kermesse mondiale, con un risultato “storico”, considerando che riuscì a qualificarsi per i quarti di finale, per essere poi battuta dal Portogallo.

In terra sudafricana si ritroverà di fronte nuovamente i lusitani, oltre al Brasile ed alla Costa d’Avorio, e almeno sulla carta dovrebbe fungere da squadra materasso, tornandosene a casa dopo il girone di qualificazione. Ma la sua forza potrebbe essere proprio la scarsa notorietà dei suoi elementi (solo due giocano al di fuori dei confini nazionali) e chissà che non possa rappresentare una sorta di scheggia impazzita.

Eusebio: la pantera nera

Erano gli anni del grande Real Madrid di Alfredo di Stefano che furoreggiava per tutta l’Europa, facendo man bassa di trofei. Erano gli anni del grande Brasile di Pelè già due volte Campione del Mondo e squadra di grandi talenti.

Eppure in quegli anni una nuova stella si affacciava sul panorama internazionale mettendo in riga gli illustri colleghi. Stiamo parlando di Eusebio Da Silva Ferreira, detto semplicemente Eusebio o, se preferite, “la pantera nera”.

Nato in Mozambico e naturalizzato portoghese, è il più grande talento del calcio lusitano, capace con il suo stile di gioco di incantare le platee di tutta Europa e di strappare applausi a scena aperta. Scoperto giovanissimo nel suo paese d’origine, venne portato in Europa dallo Sporting Lisbona, che trovò nell’africano l’elemento su cui fondare una squadra di primissimo livello.