Europa League

Foto: AP/LaPresse

Europa League

L’Europa League è il secondo torneo internazionale più importante d’Europa, a cui partecipano le squadre che, nella stagione precedente, hanno raggiunto determinati parametri indicati nei prossimi paragrafi, oppure che sono state eliminate durante i preliminari di Champions League o che sono arrivate al terzo posto nei gironi di Champions.

Il torneo è organizzato dalla UEFA, la federazione calcistica europea, che gli ha assegnato questo nome nella stagione 2009/2010 quando ha introdotto il nuovo formato con i gironi all’italiana, seguito dalle partite ad eliminazione diretta, dopo vari tentativi di format più o meno fallimentari sotto il nome di Coppa Uefa. La competizione infatti era nata nel 1971 e prevedeva soltanto scontri ad eliminazione diretta tra i club vincitori dei campionati europei fino agli anni 2000, per poi modificare il formato più volte fino al 2009.

Che fine ha fatto Taribo West?

Ricordate Taribo West, il nigeriano dalle treccine multicolore che vestì le maglie di Inter e Milan alla fine degli anni novanta? Sicuramente i tifosi delle squadre milanesi non lo hanno dimenticato, come crediamo si ricordi bene di lui il centrocampista russo Andrej Kanchelskis, che a causa di una sua entrata a forbice ha rischiato seriamente di chiudere con largo anticipo la carriera da professionista.

Era arrivato in maglia nerazzurra dopo l’esperienza francese nell’Auxerre e durante la permanenza in Italia si è messo in luce più per le acconciature strambe e per gli atteggiamenti al limite del consentito che per il contributo offerto alla causa del proprio club. Nell’Inter fece in tempo a conquistare una Coppa Uefa nella stagione ’97-’98, prima di passare al Milan, dove però ebbe ben poca fortuna, giocando la miseria di quattro partite.

Correva l’anno 2000 ed il 26enne nigeriano si preparava a diventare un vero giramondo del pallone. Che fine ha fatto dopo l’avventura italiana?

Shakhtar campione: le immagini del trionfo

La Coppa Uefa resta nei freddi paesi dell’Est, passando dalle mani dei russi dello Zenit St. Pietroburgo a quelle degli uscraini dello Shakhtar Donetsk. Nella sfida secca di Istanbul in pochi credevano che la squadra allenata da Mircea Lucescu riuscisse ad avere la meglio sui tedeschi del Werder Brema, sebbene questi ultimi fossero orfani del fantasista Diego. Ma alla fine di una gara interminabile sono stati proprio gli arancio ucraini ad avere la meglio, conquistando una finale storica, sia perché rappresenta il primo trofeo continentale per il club, sia perché si tratta dell’ultima edizione della Coppa Uefa prima dell’avvento della nuova Europa League.

Ed  allora riviviamo insieme questo storico momento, grazie al video delle tre reti ed alle immagini più belle della serata, dal gol di Luiz Adriano a quello decisivo di Jadson, passando per il pareggio di Naldo. Complimenti ai vincitori e arrivederci al prossimo anno.

Che fina ha fatto Ruben Sosa?

Quando arrivò in Italia nel lontano 1988 in molti pensarono all’ennesimo bidone giunto sulla sponda biancazzurra del Tevere, in una Lazio che in quel periodo non lottava certo per le prime posizioni della classifica. La fama era quella del goleador, viste le precedenti esperienze con le maglie di Danubio e Real Saragozza, ma ci vollero ben 10 giornate prima che Ruben Sosa si sbloccasse e cominciasse a dimostrare la sua classe pura.

E di classe l’uruguaiano ne aveva da vendere, se è vero che nei quattro anni in maglia biancazzurra riuscì a collezionare 47 reti in 140 presenze, tra campionato e Coppa Italia, in una squadra che poteva vantare ben pochi nomi di valore. Ma Ruben riuscì ad entrare nei cuori della curva, tanto che ancora oggi gli vengono dedicati dei cori.

Dopo l’esperienza nella Capitale, Sosa passò all’Inter, dove segnò la bellezza di 50 reti in 104 gare, vincendo anche la Coppa Italia nella stagione 1993-’94. Ricordato per l’agilità e la potenza e per quel piede sinistro che difficilmente lasciava scampo al malcapitato portiere di turno, si è poi allontanato dai palcoscenici internazionali. Ma che fine ha fatto Ruben Sosa?

Diego piega l’Udinese

Il tifo dell’Italia intera non è bastato a spingere l’Udinese oltre l’ostacolo Werder ed ancora una volta ci troviamo a dover commentare una gara che poteva raccontare una storia ben diversa, se solo gli uomini di Marino avessero capitalizzato la mole di gioco creata.

La differenza tra bianconeri e biancoverdi sta tutta qui: i primi si sono lasciati intimorire di fronte alla porta di Wiese, mentre i tedeschi hanno dimostrato il solito cinismo, sfruttando al meglio le occasioni create. Peccato, perché i friulani hanno le carte in regola per proseguire nella competizione, ma ora è necessaria una vera e propria impresa nel match di ritorno.

Il Werder da parte sua ha confermato ancora una volta la fama di ammazza-italiane, raggiungendo il tredicesimo risultato utile tra le mura amiche nei confronti delle formazioni nostrane. Basti ricordare che i tedeschi hanno strapazzato l’Inter nel girone di qualificazione di Champions League, obbligandola a giocarsi i quarti contro il Manchester United, battendo poi anche il MIlan nei sedicesimi di Coppa Uefa.

Coppa Uefa: l’Udinese ci crede

Quarti di finale di Coppa Uefa: un traguardo storico per l’Udinese che mai era andata così lontano nelle competizioni europee. Appagamento per il traguardo raggiunto? Nient’affatto, perché l’appetito vien mangiando e a questo punto i bianconeri sperano di arrivare fino in fondo.

Lo chiedono i tifosi che non avrebbero mai sognato di ritrovarsi qui a questo punto della stagione, lo chiede l’Italia intera, bistrattata ed umiliata dalle varie compagini europeee, lo chiede anche chi ha il timore che l’Italia possa perdere il privilegio di portare nell’Europa che conta quattro squadre.

Un compito arduo per gli uomini di Marino, visto che lo sparring partner si chiama Werder Brema, squadra che in questa stagione ha già maltrattato l’Inter, costringendola al secondo posto nel girone della Champions, ed il Milan, fatto fuori ai sedicesimi di finale.

Grazie Udinese!

L’onore dell’Italia è salvo: finalmente una compagine nostrana è riuscita a tirar fuori i denti e a dimostrare all’Europa intera che il calcio del Belpaese non è proprio da buttare. L’Udinese torna dalla fredda Madre Russia con la qualificazione in tasca, la prima per il club friulano ai quarti di finale di una competizione europea.

E dire che di fronte aveva i campioni in carica dello Zenit St. Pietroburgo, che solo un anno fa mettevano paura a mezza Europa e che in fase di sorteggio sembravano aver scritto la parola fine sui sogni dell’Udinese. E invece il diavolo non è poi così brutto come lo dipingono e già dalla gara di andata avevamo avuto la sensazione che l’impresa fosse possibile.

Lo Zenit non è più lo squadrone di un tempo e solo la sfortuna aveva impedito agli uomini di Marino di uscire dal Friuli con un bottino ben più consistente. 2-0 è un risultato che mette (quasi) al sicuro da brutte sorprese, ma nel calcio non si sa mai… Stavolta però i bianconeri sono stati attenti, seguendo alla lettera le indicazioni di mister Marino e tornando a casa con la qualificazione.