Gianluca Vialli: goleador di razza

Stacchiamo la spina per un po’ dalla stretta attualità fatta di biscotti e sospetti di combine e torniamo alle nostre care rubriche, occupandoci di un grande del passato che ha fatto bene in patria e ha tenuto alto il nome degli italiani in terra straniera.

Stiamo parlando di Gianluca Vialli, fenomenale atttaccante degli anni ’80-’90, nonché vero campione di simpatia.

Mosse i primi passi da calciatore (come direbbe il buon giornalista) nella Cremonese, squadra della sua città, contribuendo alla promozione dalla serie C alla B e poi al salto nella massima serie nell’anno di grazia 1984.

David Seaman e quel gol da 50 metri!

E’ considerato uno dei migliori portieri degli anni ’90, eppure David Seaman ancora oggi vive con due fantasmi davanti agli occhi, che ne hanno turbato il sonno nel corso degli anni, facendolo dubitare delle ottime qualità che pure aveva.

Ma quel tiro da cinquanta metri di Nayim resta stampato nella sua mente come un marchio incancellabile: ancora vede il pallone partire dalla metà campo e dirigersi verso la porta, mentre lui goffamente tenta la deviazione indietreggiando. Era il 10 maggio del 1995, si giocava la finale di Coppa delle Coppe e l’Arsenal di David Seaman pareggiava 1-1 contro il Real Saragozza al 120° minuto.

L’arbitro aveva già il fischietto in bocca, gli allenatori preparavano la lista dei rigoristi: mancavano solo 10 secondi. E l’Arsenal perse la Coppa a causa della posizione troppo avanzata del suo portiere, che non poteva certo aspettarsi un tiro da quella zolla lontanissima.

George Best: genio e sregolatezza

Ci sono due modi per ricordare George Best: il primo vi causerà rabbia, rimorso, dolore per non aver visto questo immenso giocatore esprimere tutto il suo formidabile ed inarrivabile talento; la seconda vi porterà gioia, un’incredibile stato di estasi e la privilegiata opportunità di aver potuto ammirare uno dei più grandi artisti sportivi mai apparsi sul pianeta.

Chi lo ha visto giocare non ha dubbi: George Best è stato uno dei più forti calciatori della sua epoca, forse il più grande mai apparso sui prati verdi del Regno Unito, capace di incantare le folle e di strappare applausi. Genio nel calcio e sregolatezza nella vita, esempio da seguire solo per le imprese sportive e morto prematuramente proprio per i danni provocati dagli eccessi di alcol.

Iniziò a giocare sui campetti sterrati del suo quartiere a Belfast, nell’Irlanda del Nord, ma già a 15 anni si aprirono per lui le porte del calcio che conta. Il Manchester vide in quel ragazzino penalizzato da un fisico esile, un talento da apprezzare e far crescere.

Bruce Grobbelaar: il numero 1 dei clown

I più non si ricorderanno di lui, ma di certo per i tifosi romanisti quello di Bruce Grobbelaar è un nome che difficilmente può essere cancellato dalla memoria. Era il 1984 e la Roma si giocava contro il Liverpool la finale di Coppa dei Campioni, prima ed unica volta nella sua storia. Dopo i 90 minuti e i tempi supplementari il risultato era fermo sull’1-1 e si rendevano necessari quindi i calci di rigore.

Primo tiro affidato a Nicol che manda alto. L’Olimpico è in festa e comincia a pregustare il sapore della vittoria, ma è qui che entra in scena il bizzaro portiere del Liverpool. Mentre si avvicinava alla porta, le telecamere inquadrarono l’occhio strizzato ai fotografi, mordendo le corde della rete che doveva difendere. Poi giratosi verso il terreno di gioco, cominciò a danzare sulla linea di porta, nonostante la regola dica che il portiere deve restare immobile fino al tiro.

Un atteggiamento che non trasse in inganno Righetti ed il compianto Di Bartolomei, ma che disturbò non poco Bruno Conti, che tirò alto, e Francesco Graziani, che si fece parare il tiro. Il Liverpool vinse la sua quarta Coppa, mentre alla Roma non restava che recriminare per il balletto del numero 1.

David Beckham verso il Newcastle

Di lui George Best diceva:

Non sa tirare di sinistro, non sa colpire di testa, non sa contrastare e non segna molti gol. A parte questo, per il resto è ok.

Ma se David Beckham è salito sull’Olimpo del calcio mondiale, un motivo ci deve pur essere. Acquistato dal Manchester United ad appena 16 anni, fa il suo esordio in prima squadra dopo la maxi-squalifica che colpì Eric Cantona nella stagione ’94-’95, diventando inamovibile nella squadra di Ferguson. Da allora lo attendeva una serie di successi con la maglia dei Red Devils: 6 campionati, 2 Coppe d’Inghilterra, 2 Supercoppe, una Champions ed una Coppa Intercontinentale.

Un palmares di tutto rispetto per un calciatore molto amato in patria sia dai tifosi della sua squadra che da orde di ragazzine che lo idolatravano per la sua indiscutibile bellezza. Ma proprio questa sua ultima caratteristica fu all’origine dei dissensi all’interno dello spogliatoio, che culminò con Sir Alex in versione lanciatore, mentre il povero David si ritrovò con uno scarpino stampato in faccia. Ciò che gli veniva rimproverato era la sua presenza continua sulle copertine dei giornali, sia per questioni di sponsor che per vicende che riguardavano sua moglie, la Spice Girl Victoria Adams.