Tattoo e pellegrinaggi per la Spagna Campione del Mondo

Claudio Gentile nel 1982 promise di tagliarsi i baffi in caso di vittoria della Coppa del Mondo e mantenne la promessa, così come fece Camoranesi nel 2006, quando in mondovisione si sottopose alle cure del barbiere-Oddo per farsi accorciare la lunga chioma. Ed i neo-campioni del mondo della Spagna cosa avranno promesso alla vigilia della gara contro l’Olanda?

Lo scaramantico Casillas ha preferito non pronunciarsi sull’argomento, lasciando che fossero i compagni di squadra ad impegnarsi in promesse più o meno originali. Originalità che è mancata a Sergio Ramos, che in questi giorni farà una visita dal tattoist per farsi imprimere sulla pelle la Coppa del Mondo. Xavi ha proposto uno stile identico per tutta la squadra, che prevede il taglio completo della capigliatura (invito allargato anche ai giornalisti spagnoli), ma vai a spiegarlo a Puyol ed a Sergio Ramos, ad esempio, che sembrano non voler rinunciare alla zazzera per nulla al mondo.

Cannavaro riconsegna la Coppa del Mondo

A distanza di quattro anni e due giorni dalla magica serata di Berlino, l’Italia scende dal trono mondiale e riconsegna ufficialmente il trofeo. Il ruolo di gran cerimoniere spetterà a Fabio Cannavaro, colui che nella kermesse tedesca raggiunse il momento più alto della sua carriera, coronando il sogno più bello per un calciatore. Ma ora è il momento del risveglio e quella Coppa lascia la bacheca azzurra per trasferirsi in quella roja della Spagna o in quella oranje dell’Olanda, dove farà bella mostra di sé per almeno quattro anni di fila.

L’ormai ex capitano della nazionale italiana è stato invitato a partecipare ad una cerimonia senza precedenti nella storia dei mondiali, considerando che quest’anno la consegna della coppa sarà sponsorizzata da Louis Vuitton, che ha creato il bauletto contenente il trofeo.

Nazionale, torna Cassano?

La Confederations Cup, le prove generali per la Coppa del Mondo, è alle porte. Tra poco più di una settimana verranno ufficializzate le convocazioni, e ci saranno delle novità. Ad

Vieira lascia la Francia

Sembra arrivata al capolinea l’avventura di Patrick Vieira nella nazionale francese. L’interista sta meditando l’abbandono dopo la serie di infortuni che lo ha costretto più volte a fermarsi ai box:

Blatter, consegnaci la Coppa!

Notte di lacrime di gioia, di fuochi d’artificio e di caroselli fino all’alba per festeggiare la conquista del quarto titolo mondiale e chi se ne importa se la Coppa è stata consegnata dal numero uno dell’Uefa Johansson o dal’ultimo dei magazzinieri dell’Olympiastadion di Berlino: l’Italia è Campione del Mondo e ciò che conta veramente è che Cannavaro ha tra le mani il trofeo dei trofei!

Ma a due anni, di distanza il capitano azzurro non ha dimenticato il grave affronto di Blatter, presidente della Fifa, che preferì dileguarsi al momento della consegna, nascondendosi poi dietro la scusa della paura dei fischi. Fabio Cannavaro se l’è legata al dito ed ha voluto prendersi la sua rivincita:

L’esperienza in Germania ha cambiato la vita a tutti noi. Abbiamo creduto in un sogno e lo abbiamo realizzato. Abbiamo alzato una coppa fantastica. Ma ora abbiamo anche un’altra opportunità, quella di zittire tutti: per questo motivo invito il presidente Blatter a consegnarmi la Coppa, ora può farlo.

Italia-Francia 6-4: Campioni del Mondo. Ed ora il bis, please!

Volutamente abbiamo atteso questa settimana per raccontare uno dei momenti più emozionanti per il calcio italiano, l’ultima delle partite storiche in ordine di tempo vissute tutti insieme appassionatamente.
Che sia di buon auspicio per gli azzurri che si apprestano a farci vivere l’ennesima avventura, nella speranza che l’epilogo sia il medesimo, nonostante l’assenza del nostro capitano.
Preparatevi dunque ad asciugare una lacrima, che sono certa scorrerà sul vostro volto proprio come quella sera, perché oggi, ragazzi, andiamo a raccontare un pezzo di storia d’Italia, un pezzo della nostra storia personale ed una emozione difficilmente uguagliabile dal punto di vista sportivo.

Rivaldo: un fenomeno, ma non per tutti!

La maglia numero 10, quella più ambita, più desiderata, quella che più fa sognare i tifosi, scatenando appalusi. Nel’immaginario collettivo è la maglia dei calciatori di maggior talento, ma anche di quelli destinati a non veder riconosciuto pienamente il proprio valore. Non sempre, ma spesso.

E’ il caso di Rivaldo, considerato da molti come uno dei più grandi campioni che abbiano mai calcato un campo di calcio, e da altri come un’emerita mezza cartuccia, arrivato in alto solo grazie ad una buona dose di fortuna.

In realtà il primo Rivaldo, quello che correva dietro ad una palla nel club brasiliano del Santa Cruz, era tutt’altro che un fenomeno e, complice anche un fisico debole e mingherlino, finiva spesso per scaldare la panchina. Una specie di palla al piede per i dirigenti che non sapevano proprio come liberarsi di quel peso morto.

Euro 2008: gli stadi

Continua il nostro viaggio alla scoperta degli impianti sportivi più belli del mondo. Quest’oggi facciamo sosta in Austria e Svizzera per mostrarvi gli stadi che vedranno impegnate le 16 nazionali qualificate per l’Europeo del prossimo mese.

Cominciamo dalla fine, dallo stadio cioè che vedrà due squadre contendersi la coppa nell’ultimo atto del 29 giugno. La finale si giocherà all’Ernst Happel di Vienna, il più grande tra gli stadi che ospiteranno la kermesse continentale, capace di contenere 50.000 spettatori. La sua costruzione risale al 1929, su progetto dell’architetto tedesco Otto Ernst Schweizer, mentre l’inaugurazione avvenne un paio di anni più tardi. Inizialmente si chiamava Prater e solo dopo la morte di Happel (calciatore ed allenatore plurititolato) assunse il nome attuale.

Meno capienti gli altri tre stadi austriaci. Il Salzburg Wals-Siezenheim, casa dei Red Bull di Salisburgo può contenere fino a 30.000 spettatori, pur estendendosi su una superficie di 15.000 ettari. E’ un vero gioiello di modernità con i suoi negozi, ristoranti, centri fitness e parchi giochi.

Fabio Grosso vittima del razzismo francese!

Razzismo o rancore mai sopito verso colui che ha contribuito in maniera determinante alla conquista di un mondiale ai danni della Francia? Forse entrambe le cose. Di certo rimane la gravità del fatto e l’impressione che gli italiani non godano di grande cosiderazione al di là delle Alpi.

La vicenda risale a sabato scorso e vede protagonista Fabio Grosso, ex Inter ora al Lione, ad un passo dalla vittoria del campionato francese. Nell’ultima gara giocata a Strasburgo l’italiano è stato determinante, segnando il gol del 1-2 e contribuendo all’espulsione di Mouloungui, autore di due interventi assassini (il secondo proprio su di lui).

Ebbene l’allenatore dello Strasburgo, Jean-Marc Furlan, non ha gradito quella che secondo lui è stata la sceneggiata del terzino nostrano ed a fine gara ha commentato senza mezzi termini:

Non si può dire che l’italiano abbia rinnegato i suoi geni e la sua razza.

Il Parco dei Principi: teatro dei sogni

Inaugurato il 4 giugno del 1972, il Parco dei Principi rappresenta lo stadio più amato dai francesi, nonché la sede delle partite della nazionale fino al completamento dello Stade de France di Saint Denis nel 1988.

Prima di essere adibito definitivamente a stadio per le gare di calcio e di rugby, l’impianto era considerato un velodrome, con la capienza di 50.000 spettatori ed utilizzato dalla squadra del Racing Club Paris fino al 1966. Poi arrivò il progetto dell’architetto Roger Taillibert, che ne mutò completamente l’aspetto, per arrivare all’attuale configurazione.

L’ultima ristrutturazione risale al 1998, in occasione della Coppa del Mondo di calcio, quando l’impianto ha subito tutte quelle modifiche necessarie per garantire le norme di sicurezza richieste dall’Uefa.