Delio Rossi non se ne va

C’è aria di tempesta in casa Lazio dopo le ultime sconfitte che hanno allontanato la squadra di Delio Rossi dai sogni di gloria lungamente cullati. Tutto ciò ha portato all’incrinatura dei rapporti con il tifo più acceso, fino alla contestazione civile, ma pur sempre decisa, in quel di Formello.

A finire sul patibolo il portiere Carrizo e Delio Rossi, reo di non aver indovinato qualche scelta determinante nelle gare clou dell’ultimo periodo. In un clima così infuocato è logico quindi che saltino fuori voci relative all’esonero del tecnico, sebbene lui continui a difendersi dicendo di non aver mai parlato di traguardi ambiziosi.

Da parte sua l’allenatore ha l’appoggio incondizionato della società, che ancora una volta ha ripetuto l’intenzione di andare avanti con la stessa guida tecnica. Rossi resta al suo posto, checché ne dica la curva, e non vuole nemmeno sentir parlare di ultimatum.

Roma: è l’ora della contestazione

Sei mesi fa era una delle più belle realtà del calcio italiano, in lotta per lo scudetto fino all’ultima giornata di campionato, vincitrice della Coppa Italia e con un gioco che faceva invidia a più di metà delle squadre nostrane.

Poi l’estate, una campagna acquisti a dir poco discutibile, una Supercoppa persa ai rigori ed un inizio campionato non proprio esaltante, tanto che dopo dieci giornate si ritrova con soli 7 punti in classifica. Che succede in casa Roma?

E’ difficile spiegare il momento no dei giallorossi, anche perché loro per primi non riescono a trovare risposte alle tante, troppe sconfitte rimediate in campionato ed in Champions League. L’ultima, quella di ieri sera all’Olimpico di Torino, ha fatto esplodere una contestazione senza precedenti nell’era Spalletti, con cori, insulti e lancio di monetine al rientro della squadra nella Capitale.

Christian Vieri contestato dai tifosi!

Figliol prodigo o core ingrato? Nel caso di Christian Vieri sono valide entrambe le alternative, sebbene non si possa dire che l’accoglienza riservatagli sia degna di un figlio che torna a casa dopo tanto tempo.

Niente braccia aperte ad abbracciarlo, ma pugni chiusi in segno di contestazione e volti scuri a manifestare il malcontento.

Bobone Vieri non è gradito ad una parte della tifoseria bergamasca che lo aveva osannato sin dall’esordio nel lontano 1995. Poi la vita lo ha portato a fare altre scelte, trasformandolo in un autentico giramondo, fino al ritorno a “casa” nel 2006-2007. Un periodo difficile per il centravanti, costretto all’infermeria per molti mesi, mentre i tifosi invocavano il suo nome dagli spalti, aspettando pazientemente il ritorno in campo.