La curva gli chiede di andarsene. Anzi, è tutto lo stadio che lo invita a dimittersi. I calciatori, che una volta lo difendevano, ora stanno zitti, e la dirigenza non può far finta di nulla. Ormai è chiaro che Luis Enrique non sarà più l’allenatore della Roma nel prossimo anno perché non c’è più speranza di vedere un po’ di gioco, di grinta, figuriamoci di punti.
contestazione
Serie B – Sampdoria nel caos, petardo contro Sensibile
Sono ore buie a Genova, sponda doriana. I tifosi hanno duramente contestato la Sampdoria dopo la sconfitta odierna, la seconda consecutiva, rimediata in casa contro il Varese all’ultimo minuto. La squadra, che a inizio stagione mirava a un immediato ritorno in Serie A, si trova adesso nella seconda metà della classifica.
Un gruppo di supporter ha infatti chiesto dopo la partita un confronto con i giocatori e la società per capire qual è il vero problema. Obiettivo numero uno dei tifosi è stato però il direttore sportivo Pasquale Sensibile.
Ronaldinho, primi fischi anche al Flamengo
E’ arrivato da appena 3 mesi, e già non lo sopportano più. Ronaldinho non ha mai veramente ingranato al Flamengo, ed anche se per il suo arrivo sono stati fatti
Roma, Menez aggredito sotto casa
Non ne va bene una a Jeremy Menez. Prima la contestazione dei tifosi, poi l’esclusione dalla formazione titolare, ieri il litigio con Montella che lo ha ripreso per l’ennesima volta
Ronaldo contestato, pensa al ritiro
Sembra che ha 74 anni, non 34!
Con questo che è forse il più gentile dei commenti che i tifosi del Corinthians gli hanno rivolto, si può avere un quadro ben preciso delle prestazioni dell’ex Fenomeno nel campionato brasiliano. A dir la verità fenomeno non lo è più da un bel po’, almeno 6 o 7 anni, ed è vero che il Brasilerao è tecnicamente molto meno impegnativo del calcio italiano, ma si tratta sempre di un campionato professionistico in cui bisogna correre.
Cosa che evidentemente Ronaldo non fa. E’ in sovrappeso da fare orrore, ha ginocchia malconce, tira come un ragazzino di dodici anni ed è ormai stato preso di mira come capro espiatorio di una stagione fallimentare dello storico club brasiliano, dato che la vittoria del campionato è un miraggio e la Copa Libertadores è ormai persa, dopo l’eliminazione per mano di una squadra colombiana semisconosciuta, il Tolima.
Berlusconi: non merito la contestazione
Terzo posto in classifica, la sicurezza di entrare in Europa dalla porta principale, il sogno di scavalcare i cugini dell’Inter cullato per qualche settimana, nonostante i tanti guai della squadra… I tifosi del Milan dovrebbero essere contenti della stagione appena terminata, ma – abituati a ben altri traguardi – non ci stanno a veder festeggiare sempre gli altri. A chi dare la colpa? Al presidente, naturalmente, invitato già dalla scorsa estate a vendere baracca e burattini per lasciare il posto a chi ha soldi e voglia di investire.
Ma per Silvio Berlusconi il Milan è come un figlio (parole sue) e non ha mai preso in considerazione l’idea di cedere le quote della società, andando incontro alla contestazione della curva. E nell’ultima di campionato la tifoseria ha mostrato tutta la propria disapprovazione, esponendo uno striscione che vale più di mille fischi (Presidente bocciato, assente ingiustificato). Parole dure che non sono piaciute al patron, il quale ha avuto modo di lamentarsi con alcuni esponenti del Pdl:
Dopo tutto quello che ho fatto… Sono amareggiato, non lo merito. Sono stato io a portare questa squadra sul tetto del mondo, li ho fatti sognare e vengo ripagato così… Non c’è riconoscenza.
Balotelli, tra applausi e lettere di contestazione
Probabilmente la sua avventura in maglia nerazzurra si concluderà al termine della stagione, ma per ora Mario Balotelli resta un giocatore dell’Inter e continua ad allenarsi con i compagni in
Juve, ancora contestazioni e lancio di uova
La vittoria contro il Cagliari non placa gli animi in casa bianconera e la contestazione è più viva che mai alla vigilia della gara contro l’Inter. Proprio stasera la Juventus
Uova e bottiglie contro la Juve
La misura è colma! I tifosi bianconeri sono stanchi di assistere alla lenta agonia della Vecchia Signora ed inscenano una protesta che i giocatori ricorderanno per un pezzo. E’ accaduto
Lippi: vincerò anche per quelli che fischiano
L’Italia perde e il pubblico fischia, l’Italia vince e il pubblico fischia. Ma forse l’Italia c’entra poco con il risentimento dei tifosi, che a suon di fischi, appunto, vorrebbero convincere Marcello Lippi a convocare Cassano in nazionale. Ormai il ritornello è sempre lo stesso, sia che si giochi a Pescara, sia che si giochi a Cesena, e così sarà da qui al Mondiale.
Ieri sera non ci sono state le bordate di fischi per il ct, come riferito da alcune agenzie di stampa, ma il nome di Cassano è comunque risuonato nello stadio, così come gli striscioni pro-convocazione. Mister Lippi non sa più come rispondere sul tema, scegliendo ora la via dell’ironia ora quella della fermezza. Certo è che ne ha le scatole piene della questione:
Di quello che fa la gente a me non frega niente. Se qualcuno vuol fischiare chi gli ha portato la Coppa del Mondo faccia pure. Io proverò a regalargliene un’altra. Però comincia a venirmi il sospetto che chi ci sia qualcuno che va sotto la curva a sobillare i tifosi.
Siena: Beretta firma o no?
In casa Siena cresce la tensione, dopo l’esonero di Giampaolo di qualche giorno fa e la decisione di affidare la panchina temporaneamente a Baroni. Nel frattempo sembrava fatta per l’arrivo
Il Cassano furioso: pronto ad andarmene (video)
Cassano è arrabbiato, Cassano è deluso e stavolta poco c’entra mister Lippi, che si ostina a tenerlo fuori dalla Nazionale. A provocare le ire di Fantantonio è la sua stessa tifoseria, quella che fino a una settimana fa lo osannava e che ora si permette di fischiarlo. Badate bene, stiamo parlando di una minoranza, di un gruppetto di psudo-tifosi che al termine di Samp-Bari ha mugugnato per la mancata vittoria, facendo scendere qualche fischio dalle gradinate di Marassi.
E così quella che doveva essere una giornata di festa per il talento di Bari Vecchia, che ritrovava da avversario il suo primo amore, si è conclusa nel modo peggiore, con il fantasista che si presentava di fronte a taccuini e telecamere per esprimere il proprio disappunto:
Niente domande, adesso parlo io. Se a qualcuno le cose non vanno più bene, pianto tutto e me ne vado. Era successo già la stagione passata, e pure due anni fa. Fischi, mugugni. Mi hanno preso di mira. E allora io me ne vado, faccio le valigie. L’ho fatto a Roma, l’ho fatto a Madrid. A buon intenditore, poche parole.
Roma: bombe carta e striscioni contro la Sensi (foto)
Il popolo giallorosso non ne può più della situazione che si è venuta a creare a campionato appena cominciato, con due sconfitte da mandar giù e le dimissioni improvvise ed inaspettate del tecnico Spalletti. Un paio di giorni fa i tifosi della Roma avevano fatto sentire la propria voce con due striscioni appesi sulle mura di cinta di Trigoria, ma oggi un folto numero (alcune fonti parlano di 300, altre di 600) è passato dalle parole ai fatti, raggiungendo il centro di allenamento e dando vita ad una contestazione tutt’altro che pacifica.
Cori, insulti, fischi striscioni dai toni duri (“Tu alla Presidenza, noi all’opposizione”, “Ora basta”,”Rosella Vattene”, “Rosella Buciarda”,“Sei così incapace che con 1,1 milioni di euro al mese non ci mangi”,”Rosella Sensi bla bla bla” e “Se Rosella se ne va Alleluja”), il clima era davvero rovente intorno alla squadra, che tentava di allenarsi all’interno del Fulvio Bernardini agli ordini di Ranieri. E ad aggravare ancor più la situazione c’è stato il lancio di quattro bombe carta e l’accensione di alcuni fumogeni. Ora la situazione è tornata alla normalità, ma non si prospetta di certo una stagione facile per la società capitolina. A voi la gallery della turbolenta mattinata.
Roma, ancora contestazioni per la Sensi
All’indomani dell’addio amaro di Luciano Spalletti e dell’arrivo di Claudio Ranieri, il popolo giallorosso manifesta il proprio malumore verso la società. Non sappiamo se il malcontento sia dovuto più all’abbandono