Anche Mikel finisce in cella

Ormai è diventata una moda per i calciatori inglesi passare qualche ora nelle patrie galere. Stavolta è toccata ad Obi Mikel, centrocampista del Chelsea, sabato mattina. Nel pomeriggio la sua

Sfumato Kakà, ora le grandi d’Europa tremano

 MILANO, 21 gennaio– Ora le big d’Europa hanno paura. Ma soprattutto provano a blindare anzitempo i loro gioielli. L’affare Kakà sfumato all’ultimo sospiro, potrebbe portare a conseguenze devastanti nel panorama del mercato internazionale: lo sceicco Mansour, proprietario del Manchester City, ha il portafoglio pieno e una gran voglia di rifarsi andando a prendere un campione, uno di quelli con la C maiuscola. Anche se, a dirla proprio tutta, per far sì che la sua squadra entri a far parte dell’elitè del calcio mondiale, non basterà comprare campioni su campioni: il Chelsea di Roman Abramovič, ne è un esempio lampante.

Abramovich mette in vendita il Chelsea

La notizia era nell’aria da tempo, da quando aveva lasciato intendere di non essere disposto a tornare sul mercato, ma ora arriva qualche conferma in più dalla fredda Inghilterra ed il tam tam diventa sempre più rumoroso: Abramovich vuole vendere il Chelsea!

Ad affermarlo è l’edizione odierna del Sunday Times e, nonostante le smentite di rito, l’indiscrezione è stata raccolta da numerosi tabloid e blog in giro per l’Europa. A sentire il giornale inglese, pare che alcuni emissari del magnate russo si siano recati in Medio Oriente per illustrare la trattativa ai sultani del posto.

L’obiettivo è quello di convincere qualcuno ad emulare lo sceicco Masour Bin Zayed, che lo scorso anno acquistò le azioni del Manchester City, puntando a diventare la prima squadra d’Inghilterra. Un po’ quello che fece Abramovich nel 2003, quando comprò i Blues per 60 milioni di sterline, facendosi carico anche degli 80 milioni di debito che la società aveva accumulato negli anni.

Drogba – Scolari: ormai è rottura!

C’è malumore in casa Chelsea e non solo per l’ultima pesante sconfitta contro il Manchester United (che alla fine dei conti ci può anche stare), ma anche per i rapporti controversi tra il tecnico ed alcuni dei giocatori simbolo dei Blues.

Qualche tempo fa erano stati i senatori (capitan Terry e Lampard) ad alzare la voce, criticando neanche troppo velatamente i metodi di allenamento e gli schemi di gioco di Felipe Scolari, che sarà pure campione del mondo, ma al Chelsea non è ancora riuscito a trovare la quadratura del cerchio.

Nelle ultime gare poi è scoppiata la grana-Anelka, che pretenderebbe maggior rispetto da parte del tecnico, se non altro per una questione di riconoscenza dall’alto delle sue 14 reti segnate in Premier League, e che invece si ritrova a dover giocare sulla fascia al posto di Cole, lasciando l’attacco al rientrante Drogba. Risultato: il francese si rifiuta di giocare fuori posizione, l’ivoriano non rende come dovrebbe ed il mister si ritrova a dover far fronte all’insoddisfazione generale, rischiando anche di perdere il posto.

Manchester – Chelsea, storia di sigari, di chiavi e di allarmi

Una squadra finisce in strada alle sette del mattino, praticamente in mutande, un’altra squadra rischia di non arrivare all’appuntamento con la gloria a causa di un autista sbadato. Sembra quasi di raccontare una partita tra scapoli e ammogliati e invece si tratta di una delle gare più sentite della Premier League, quella che ha visto confrontarsi il Manchester campione del mondo ed il Chelsea.

E se sul campo hanno avuto la meglio i padroni di casa, in quanto ad imprevisti la sfida è finita alla pari, con i Blues che possono recriminare per aver perso qualche ora di sonno, buttati giù dal letto dal fischio fastidioso di un allarme antincendio. Ma andiamo per ordine.

Sono le sette del mattino in quel di Manchester. La città riposa in attesa della sfida con gli odiati avversari, quando il silenzio viene rotto da una sirena. Allarme, brucia il Radisson Edwardian Hotel, dove alloggia Scolari con tutta la truppa! Brucia? Non proprio, ma la sirena fa accorrere i vigili del fuoco, che evacuano l’albergo per verificare che tutto sia a posto. Risultato: quaranta minuti in strada per John Terry e compagni, precipitatisi in strada in accappatoio e ciabatte. Ma che diamine è successo?

Povero Abramovich, non è più il Paperone della Premier

Chi è il Paperon de’ Paperoni del calcio inglese? Fino a qualche tempo fa avremmo risposto Roman Abramovich, senza per questo essere presi per visionari. Ma la crisi finanziaria che ha travolto l’intero pianeta si è fatta sentire anche (e soprattutto) ai piani alti, lasciando segni indelebili nelle casse di molti miliardari.

Ed anche Abramovich ha dovuto incassare qualche duro colpo, ritrovandosi improvvisamente con il conto in banca decurtato di ben 3 miliardi di sterline (mica spiccioli!), il che – secondo la classifica stilata dal magazine FourFourTwo – gli avrebbe anche fatto perdere la leadership tra i signori del pallone.

Ora i suoi averi ammontano ad “appena” 7 miliardi di sterline, un nonnulla rispetto ai capitali vantati dal proprietario del Manchester City, Mansour bin Zayed al-Nahyan, e da quello del Queens Park Rangers, Lakshmi Mittal.

Chelsea: feste, alcol e litigate

Pare proprio che in casa Chelsea cambino allenatori e protagonisti, ma non l’abitudine di festeggiare qualunque avvenimento possibile. Ricordate il party in maschera organizzato durante le festività natalizie dello scorso anno o l’ubriacatura generale seguita alla conquista della semifinale di Champions League? Ed ora ecco un’altra ottima scusa per alzare il gomito e ritrovarsi tutti insieme appassionatamente.

A convocare l’allegra brigata è stato Wayne Bridge, appena passato al Manchester City e desideroso di salutare degnamente i compagni di squadra, offrendo loro un giro di birra. Un giro per modo di dire, visto che il party è iniziato al ristorante Zuma, per poi protarsi fino all’alba al nightclub Whisky Mist.

Poi tutti a casa a tentare di smaltire la sbornia, in vista della ripresa degli allenamenti. Tutti? Quasi tutti, visto che il festeggiato e capitan Terry (accompagnato dalla consorte) hanno preferito proseguire la serata al Colony Casino.

Multa di 103 mila euro a Drogba, il matrimonio col Chelsea ad un bivio

Ormai è chiaro, Didier Drogba se ne vuole andare da Londra. La recente dichiarazione, riportata anche su queste pagine, in cui dichiarava di aspettarsi “qualcosa di bello per il 2009” è stata solo una delle tante gocce che hanno fatto traboccare il vaso. Un vaso molto ricco, tant’è che Peter Kenyon, presidente della squadra, ha deciso di renderlo un pò più leggero con una multa da capogiro: 100 mila sterline.

In euro sarebbero circa 103 mila, un’enormità per chiunque, ma non per un calciatore che guadagna questa cifra in una settimana. Sicuramente a far decidere sulla multa non sono state tanto le dichiarazioni di Drogba (motivazione ufficiale), ma il gioco “scorretto” che sta portando avanti da mesi per farsi cedere, e poi soprattutto per la cattiva luce in cui ha messo il club finora.

Chelsea: il campione senza braccia che ha commosso il mondo

L’immagine è scioccante e forse poco adatta ad un sito che tratta di calcio, ma il dovere di cronaca ci impone a volte di mostrare anche il lato peggiore della vita. Chiedo scusa anticipatamente ai lettori che possono sentirsi “disturbati” dalla visione di un corpo martoriato, ricordando che per il protagonista della vicenda quella foto rappresenta ora un lontano ricordo, sebbene ancora forte.

Dopo la premessa necessaria, passiamo a raccontare la storia di quello che all’epoca dei fatti era solo un bambino. Era il 30 marzo 2003, una domenica di guerra come tante altre in quel di Bagdad, quando un missile americano centrò in pieno la casa in cui viveva Ali Abbas con tutta la sua famiglia. Risultato: braccia amputate per lui e morte per 14 suoi parenti, tra i quali i genitori e due fratelli.

In breve Ali Abbas diventò il simbolo della guerra in Iraq e le immagini di quel corpicino fecero il giro del mondo, tanto che qualcuno si offrì di pagare 10 mila dollari per trasportarlo in una struttura specializzata. Poi il viaggio della speranza in Inghilterra, dove lo aspettavano due protesi da 28 mila euro l’una, e qui cominciò la sua nuova vita, con un solo grande sogno: continuare a giocare a calcio. Non più da portiere, come quando era un bambino e adorava Barthez, ma usando almeno le gambe.

Scolari chiede rinforzi, ma Abramovich non lo sopporta più

Incurante del rischio esonero, Felipe Scolari continua il suo show in Inghilterra, com’è nel suo stile. Evidentemente la panchina del Chelsea non è destinata a vivere periodi tranquilli. Si è passati da Mourinho che litigava con mezza Premier League a Scolari che se la prende praticamente con tutti, ed ora anche con il suo ricco presidente.

Secondo Felipao infatti la sua rosa non sarebbe all’altezza degli obiettivi che Abramovich vorrebbe raggiungere. Il che farebbe venir dal ridere, dato che una squadra che può vantare gente come Drogba, Terry, Lampard, Carvalho, Deco e ancora tantissimi altri campioni, è una bestemmia dire che non sia all’altezza. Ma questo è Scolari, e lui vuole sempre di più.

La vendetta di Grant: Chelsea, squadra di ignoranti!

Com’è dura sentirsi poco appprezzati, nonostante gli sforzi fatti e l’impegno profuso… Immaginate quindi come deve aver vissuto Avram Grant nei mesi alla guida del Chelsea: i tifosi non lo amavano, i giocatori non hanno mai dimostrato grande stima nei suoi confronti, la stampa gli si è spesso scagliata contro.

Eppure lui non aveva chiesto nulla, si era ritrovato di punto in bianco a guidare una delle compagini più forti della Premier, dovendo sostituire un mostro sacro come Josè Mourinho. Eppure lui, allenatore senza esperienza di grandi club, è arrivato a giocarsi la finale di Champions League, perdendola poi solo per uno scivolone del suo capitano nel momento decisivo.

E chissà cosa sarebbe successo se quel tiro fosse finito alle spalle di Van Der Saar, chissà se qualcuno avrebbe avuto il coraggio di buttar fuori l’israeliano per far posto a quell’altro mostro sacro che risponde al nome di Felipe Scolari. Ma il passato non torna ed ora il silurato Avram Grant si toglie qualche sassolino dalla scarpa, prendendosela con tutto l’ambiente dei Blues, Abramovich escluso.