Champions League: Milan – Real Madrid 2-2

Foto: AP/LaPresse

Quarta giornata Champions League gruppo G
Stadio Meazza di San Siro, Milano:
Milan-Real Madrid 2-2
Reti: 45′ pt Higuain (R), 23′ st e 33′ st Inzaghi (M), 49′ st Leon (R)

Farsi sentire nel pre partita (“Voglio giocare”) è stata la mossa azzeccata: Ronaldinho in campo, Robinho tra le riserve (con Inzaghi, che pareva un papabile titolare). Inamovibili – davanti – Pato e Ibrahimovic, con lo svedese pronto al sacrificio (“Anche se non ci sono abituato”). In porta Abbiati; Abate, Nesta, Thiago Silva e Zambrotta in retroguardia e centrocampo a tre con Boateng, Pirlo e Gattuso. Josè Mourinho non si fida (“Il Milan non perde mai due partite di fila”) ma ha la possibilità di schierare una formazione altamente competitiva con la buoa nuova del recupero di Di Maria. Ozil e Ronaldo alle spalle di Higuain, Khedira e Xabi Alonso in mediana, Pepe e Carvalho al centro della difesa.

Champions League: Basilea – Roma 2-3

Foto: AP/LaPress

Quarta giornata Champions League gruppo E
Stadio St. Jakob-Park, Basilea:
Basilea-Roma 2-3
Reti: 17′ pt Menez (R), 24′ pt rig. Totti (R), 24′ st Frei (B), 31′ st Greco (R), 39′ st Shaqiri (B)

I tre punti in classifica (tanti quanti il Basilea e il Cluj) impongono alla Roma di uscire dal St. Jakob-Park con almeno il pari. Di contro, gli svizzeri (già vittoriosi all’Olimpico) vivono una condizione di forma eccellente e con il successo si candiderebbero quale concreta outsider dei tedeschi del Bayern Monaco (primi del girone, 6 lunghezze avanti al terzetto). Claudio Ranieri, inoltre, ha necessità di capire quale sia l’effettiva forza dei giallorossi: altalenanti in campionato, insufficienti in Europa.

Al testaccino, tuttavia, tocca saggiare la forza dela rosa senza l’apporto di pedine importanti quali Pizarro, Taddei, Mexes, Brighi e – non bastasse – Borriello, acciaccato e in panchina. I capitolini se la giocano con Vucinic al fianco di Totti e l’innesto di Menez in fascia. De Rossi e Simplicio in mediana, Perrotta è l’altro esterno di centrocampo. Fin dalle prime battute, si intuisce la chiave dell’incontro: è il transalpino al rientro, Menez.

Spina nel fianco della retroguardia ospite, motivato come poche altre volte, cinico e concreto come difficilmente lo si ricorda: suo il primo spunto (3′) con una conclusione in diagonale che manda il pallone un metro sopra la traversa. La replica svizzera arriva dopo 4′: Stocker al tiro dalla distanza, la sfera sorvola sulla testa di Julio Sergio. L’estremo ospite è decisivo al 12′, quando gli tocca respingere una conclusione ravvicinata di Huggel sugli sviluppi di una mischia. Dal 15′ al 16′ Juan si immola in un paio di circostanze, poi il tridente giallorosso cambia marcia e va a siglare il vantaggio: è il 17′ quando Totti tocca per Vucinic e il montenegrino appoggia per Menez.

Champions League: Werder quasi eliminato, Barcellona da sbadigli

Foto: AP/LaPresse

Può sorridere, nonostante la sconfitta, l’Inter di Benitez. Il primo posto al momento è in condivisione con il Tottenham, ma l’avversaria, almeno sulla carta, più pericolosa, il Werder Brema, decide di auto-eliminarsi dalla competizione. Contro il Twente infatti i tedeschi giocano forse la partita più brutta della loro stagione: sono poco incisivi, subiscono troppo e si rendono pericolosi al massimo un paio di volte in tutta la partita.

A fare il resto sono Frings che si fa espellere e la solita difesa allegra che prende due gol in tre minuti. Ora non solo la squadra di Brema rischia seriamente l’eliminazione dalla Champions (dovrebbe vincere entrambe le prossime partite e potrebbe non bastare), ma rischia anche di rimanere fuori dall’Europa League visto il sorpasso meritato del Twente.

Tottenham-Inter 3-1: fotogallery

Foto: AP/LaPresse

Erano bastati 15 minuti per mettere ko il Tottenham nella gara di andata, quando – a parte il brivido della rimonta finale – la vittoria dell’Inter non era mai stata in discussione. Ma in Champions League non si può stradominare a tutte le latitudini ed i nerazzurri lo hanno provato sulla propria pelle durante la partita di questa sera, allorché gli Spurs hanno avuto modo di rifarsi con gli interessi di fronte al proprio pubblico.

Benitez era partito con intenti bellicosi alla volta di Londra, nella “sua Inghilterra”, deciso a portare a casa i tre punti che avrebbero significato più di mezza qualificazione in tasca. Ma chi parte per suonarle a volte ritorna suonato ed i tre schiaffi rimediati al White Hart Lane fanno male davvero.

Champions League: Tottenham – Inter 3-1

Foto: AP/LaPresse

Quarta giornata Champions League gruppo A
Stadio White Hart Lane, Londra:
Tottenham-Inter 3-1
Reti: 18′ pt Van der Vaart (T), 16′ st Crouch (T), 35′ st Eto’o (I), 44′ st Pavlyuchenko (T)

Lo spauracchio Bale (che a San Siro, tripletta, ha fatto meglio di Eto’o, doppietta) ma anche il colpo d’occhio di un White Hart Lane colmo da strabordare. Il riscatto di Crouch (che all’andata non l’hanno visto nemmeno le telecamere delle tivvù) ma anche il rientro dal primo minuto di Goran Pandev al fianco di Sneijder e Biabiany.

L’assenza tra gli undici titolari di Julio Cesar (neppure panchina) con conseguente opzione Castellazzi ma anche l’innesto tra gli Spurs di Cudicini a difesa della porta (Gomes, espulso al Meazza, sconta il turno di squalifica). La conferma – guadagnata sul campo, al Marassi – di Muntari nella mediana nerazzurra (verità per verità, non vi sono alternative) ma anche gli insidiosi inserimenti dell’olandese Van der Vaart (schierato a sorpresa).

In attesa di ritrovare Milito in condizioni ottimali (ancora panchina per l’argentino), Benitez concede a Coutinho di rifiatare tra le riserve e, memore dell’epilogo di quindici giorni fa, chiede all’Inter di mettere in bella vista una caratteristica tra tutte. Concentrazione fino al triplice fischio. A tentare di scaldare subito i guantoni di Cudicini ci pensa Eto’o: al 7′ il camerunense si libera di Kaboul e conclude verso la porta avversaria.

L’estremo di casa osserva il pallone uscire di tanto così. Due minuti dopo la replica dei locali: Huddlestone serve Modric che sbeffeggia Lucio ma non Castellazzi (parata a terra). Ritmi alti, i due centrocampi intercettano e impostano ma di occasioni da gol, fino al 18′, se ne vedono poche. 18′, si diceva. E al 18′ si addormenta prima Muntari (saltato da Modric) e poi la retroguardia ospite. Allora, Van der Vaart evita il fuorigioco e va. Dai 12 metri lascia partire un diagonale che finisce in rete alla destra di Castellazzi.

Champions League: Twente e Werder fanno un regalo all’Inter, Raul entra nella storia

Foto: AP/LaPresse

Una serata che sembrava essere serena per l’Inter si è rabbuiata negli ultimi 5 minuti. Per sua fortuna però può di nuovo rasserenarsi dopo il fischio finale perché la squadra di Benitez si trova al primo posto con un distacco incoraggiante sugli avversari. Oltre a staccare il Tottenham, che se non dovesse vincere nella gara di ritorno non dovrebbe più “infastidire” il primato dei nerazzurri, rimangono indietro anche Twente e Werder Brema che si annullano a vicenda.

La gara tra le due pretendenti al secondo posto posto infatti è una noia mortale per 75 minuti in cui non accade nulla, e si accende solo nel finale quando Janssen porta in vantaggio gli olandesi. Ma passano 5 minuti, Arnautovic entrato da poco pareggia e gli assalti finali non hanno un seguito, così che entrambe le squadre rimangono a soli 2 punti e vedono l’Inter scappare via.

Inter-Tottenham 4-3: fotogallery

Foto: AP/LaPresse

L’Inter che non ti aspetti, nel bene e nel male. Non a caso la chiamano la pazza Inter, capace di far infuocare il cuore il più tiepido dei tifosi, ma anche di procurare infarti a chi di cuore non ha mai sofferto.

Tre a zero dopo soli 14 minuti, meglio del Real delle meraviglie dell’ex condottiero Mourinho, che solo ieri ha spezzato i sogni degli odiati cugini rossoneri. Tre a zero in 14 minuti e l’impressione che la gara potesse finire con un risultato tennistico, asfaltando le ambizioni di un Tottenham che ha avuto la sfortuna di prendere una rete a freddo (peraltro siglata da uno che solitamente non si spinge fino dentro l’area avversaria in cerca di gloria e fortuna) e di ritrovarsi qualche minuto dopo in inferiorità numerica.

Champions League: Inter – Tottenham 4-3

Foto: AP/LaPresse

Terza giornata Champions League gruppo A
Stadio Meazza di San Siro, Milano
Inter-Tottenham 4-3
Reti: 2′ Zanetti (I), 11′ rig. e 35′ Eto’o (I), 14′ Stankovic (I), 8′ st, 45′ st e 46′ st Bale (T)

Solo conferme per Rafa Benitez: la vittoria di Cagliari e le necessità suggeriscono al tecnico nerazzurro di proseguire in maniera convinta con la formazione che ha sbancato il Sant’Elia. Unica novità, il ritorno di Cambiasso che, intanto, si accomoda in panchina. Il 4-4-1-1 del Tottenham si chiude con quella pertica di Crouch quale vertice alto del modulo mentre, in realtà, la formazione di Redknapp avrebbe fatto meglio ad affidarsi a santi in paradiso. If I knew, si sarà ripetuto oltre Manica dopo nemmeno un quarto di gara.

Perchè tanto è bastato ai padroni di casa per chiudere una partita in cui il divertimento è stato (quasi) tutto a senso unico. Presi a pallonate, gli inglesi non sono sembrati (il risultato non inganni) neppure in grado di limitare i danni. Che, dopo 2′ di gioco, si sono iniziati a vedere: da Zanetti a Coutinho, dal brasiliano a Sneijder. Con pallone restituito al capitano che alza la testa, vede Gomes e lo infila con un piatto piazzato. If I knew, deve aver cominciato a ripetere mentalmente Harry Redknapp conservando in ogni caso la fiducia che – quando mancavano 88′ da disputare – si era affievolita senza per questo sparire.

Tuttavia, se capita di incrociare chi è capace di giocarsi il destino in 5′ senza che lo faccia per incoscienza – semmai per evidente convinzione dei mezzi – diventa dura anche con la tutela dei santi in paradiso. Infatti, al cospetto di un’Inter stratosferica, gli Spurs crollano. Al 7′ Sneijder imposta l’azione e pennella per Biabiany. L’estremo avversario stende l’attaccante in maniera evidente: rigore per i nerazzurri, Gomes finisce anzitempo negli spogliatoi e Samuel Eto’o rimpolpa il bottino di reti stagionali (13, saranno poi 14)  battendo il neoentrato Cudicini (11′).

A perdersi dietro ai festeggiamenti altrui sono solo gli ospiti, visto che Coutinho, Maicon e Stankovic tornano in partita in un battito di ciglia. Ed è uno spettacolo, il reciproco duettare, che si tramuta in ennesima rete: al 14′ è il serbo a calciare a tal punto angolato che anche Cudicini, tra sè e sè, l’avrà pensato. If I knew. “Me l’avessero detto”…

Lione-Bayern Monaco 0-3: Olic porta i bavaresi a Madrid

Bayern Monaco prima finalista di Madrid. Semifinale di ritorno della Champions League allo stadio Di Gerland, dove il Lione è chiamato a ribaltare lo svantaggio dell’andata, quando il Bayern Monaco si impose grazie a un capolavoro di Robben. Privo di Frank Ribery, espulso per un’entrata dura ed evitabile, Van Gaal si affida al cannoniere Olic. Uomo di sostanza e fatica. Uno che va tenuto d’occhio in chiave Mondiali, mercato, Pallone d’Oro. Perchè la punta bavarese ne fa tre in una gara e porta i compagni alla finale di Madrid. Il Lione, con uno spento Lisandro Lopez e l’irascibile Cris, espulso al 15′ della ripresa (ospiti già in vantaggio per una rete a zero) per una doppia ammonizione maturata per un applauso ironico all’arbitro Busacca, non riesce a interpretare la gara e subisce la manovra dei tedeschi fin dai minuti iniziali. Govou e Mokoun sono i più attivi tra i padroni di casa ma faticano a trovare spazi per la conclusione se non con iniziative concluse con tiri dalla distanza. Sul versante opposto, come detto, lo scatenato attaccante croato fa il bello e il cattivo tempo.
 IL TABELLINO
LIONE-BAYERN 0-3
Reti: 26′ pt Olic (B), 21’ st Olic (B), 30′ st Olic (B)
LIONE (4-2-3-1): Lloris, Reveillere, Cris, Boumsong, Cissokho (1’st Gomis), Gonalons, Makoun, Govou, Delgado, Bastos, Lopez. A disp: Vercoutre, Anderson, Gassama, Kallstrom, Ederson, Pjanic. All. Puel